Fagagna: un volume del Comune e di Cjase Cocel racconta di quando il tabacco salvò l’economia

di SILVANO BERTOSSI

Nel passato del Friuli la coltura del tabacco è stata molto importante e diffusa. Dopo la prima guerra mondiale, il Friuli esce prostrato e risulta tra le terre più povere dello Stivale. Ed ecco che la coltura del tabacco non solo ha salvato l’economia delle famiglie contadine, ma ha permesso la nascita delle prime piccole proprietà con l’apporto economico anche della bachicoltura. A Fagagna la vicenda del tabacco inizia nel 1921. Seguono Bicinicco e Codroipo, rispettivamente nel 1932 e nel 1938. Un voluminoso, completo e documentatissimo volume rende ora giustizia e merito a questa coltivazione presentando un dettagliato studio sulla tabacchicoltura. Ci salvò il tabacco. Coltivazione e lavoro del tabacco in Friuli, da un’idea di Elia Tomai, è il titolo del libro che spiega tutto – ma proprio tutto – quello che ha rappresentato una coltura che ha avuto capillare diffusione per quasi cinquant’anni, interrompendosi poi in maniera pressoché definita nei primi anni Settanta.<br />
 

Il libro traccia un bilancio, cerca di capire che cosa ha rappresentato questo tipo di coltura che – come si dice nella prefazione –, nonostante una prima iniziale diffidenza, seppe attrarre e convincere i contadini friulani. «Un fenomeno – si sottolinea ancora nella prefazione – che non si può analizzare solo con gli strumenti dell’economia agraria, ma che, nel corso di mezzo secolo, ha contribuito a cambiare il Friuli rurale anche nel suo contesto sociale ed umano».
Il volume di grande formato, 265 pagine, riccamente illustrato con molte foto e documenti inediti, con il contributo di molti studiosi, esperti e storici prende per mano il lettore e lo conduce alla scoperta di un mondo ormai dimenticato, superato dagli eventi, dalle nuove tecnologie e dai repentini mutamenti economici e sociali. A Fagagna, però, non si vuole dimenticare, perché l’associazione del Museo della vita contadina di Cjase Cocel, che poi è anche l’editore del volume con il Comune, non fa altro che organizzare incontri ed eventi che permettano di mostrare alle nuove generazioni pagine di vita economica e sociale del nostro Friuli. Molto spesso, in Cjase Cocel, vengono istituiti dei corsi didattici riservati alle scuole che offrono la possibilità di conoscere il passato di una civiltà, quella contadina, con le sue regole, i suoi dogmi e i suoi punti di riferimento.
Per il libro studiosi di vaglia hanno, impegnando due anni di lavoro, dato vita ad una serie di testi che compongono tutto il variegato panorama legato alla tabacchicoltura. Gli argomenti trattati: La tabacchicoltura in Friuli, un passo verso la modernità (assessore regionale alle risorse agricole Claudio Violino), Cristoforo Colombo scoprì… il tabacco (Italo Di Fant), La diffusione del tabacco in Italia (Federica De Rosa), La frontiera come risorsa. Il contrabbando di tabacco nella Repubblica di Venezia nell’età moderna (Furio Bianco), Tabacco nelle guerre (Giacomo Viola), La società friulana nel periodo 1921-1963. Il caso Fagagna (Aldo Furlano), Il tabacco in Friuli (Elia Tomai), Economia del tabacco (Martina Moro), I controlli fiscali, le sanzioni e le penalità (Raffaella Plos), Il controllo delle coltivazioni di tabacco (Elio Mattiussi), La Finanza a casa nostra (Federico Saro), Contrabbandiera per necessità (Elena Zanussi), Quando puzzavamo di tabacco (Elisabetta Brunello Zanitti), Smokers/fumadôrs (Dino Pegoraro), Kuffice, tabacchiere, scjatulas pal tabac e La coltivazione tradizionale del tabacco. Contadini in museo (Stefano Morandini), Origine, diffusione, classificazione, anatomia e biologia della pianta del tabacco (Lucio Bernardis), Tabacco o tabacchi? La diversità nelle varietà coltivate e nei prodotti in commercio (Fabiano Miceli), Il presente e il futuro del tabacco (Fabio Castelli), L’Azienda agricola Tacoli – Asquini (Paolo Tacoli e Stefano Morandini). Un testo è dedicato alle scuole: La coltivazione del tabacco: un percorso tra museo e scuola (Serena Martini, Carmen Metus, Laura Nicoloso, Adelina Saro, Rosa Maria Orsi).
E il tabacco in Friuli? È documentato che i primi semi di questa pianta sono arrivati da noi negli ultimi anni del dominio della Serenissima, quindi alla fine del Settecento. Però per la coltivazione estesa si è dovuto aspettare la fine del primo conflitto mondiale. E si deve a persone lungimiranti come Jachen Dorta, Luigi D’Orlandi e il dottor Panizzi, che con Dorta divideva la cattedra ambulante provinciale di agricoltura, se il tabacco è diventato una delle risorse principali di alcune famiglie friulane.