Frecce Tricolori: una perizia dell’Aeronautica militare di Berlino, a Ramstein fu sabotaggio

dal MV di oggi

Una perizia disposta dall’Aeronautica militare tedesca dopo l’incidente accaduto nel 1988 a tre aerei delle Frecce Tricolori sui cieli di Ramstein, in Germania, durante un’esibizione acrobatica nella base Nato, proverebbe che il velivolo “solista”, schiantatosi contro quelli dei due colleghi sarebbe stato sabotato. Una circostanza emersa grazie alle indagini difensive condotte dall’avvocato Daniele Osnato nell’ambito della nuova indagine sulla strage di Ustica aperta, dopo le dichiarazioni dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga dai pm di Roma. Il legale assiste i familiari di alcune vittime dell’incidente disastro del Dc9. L’ipotesi del legale è che l’incidente di Ramstein, costato la vita ai militari Ivo Nutarelli, Mario Naldini e Giorgio Alessio, non fu determinato da un errore del pilota solista – Nutarelli -, ma che invece il velivolo venne sabotato per impedire

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2 Risposte a “Frecce Tricolori: una perizia dell’Aeronautica militare di Berlino, a Ramstein fu sabotaggio”

  1. Aggiornamento del 03/02/2012

    di Giuseppe Cordioli

    Ma quale sabotaggio? Vorrei sapere quando avrebbero potuto solo avvicinarsi agli aerei della Pan all’interno della base di Ramstein. Il giorno prima della tragedia c’erano state le prove generali, come di consueto, e la manovra era stata eseguita con gli stessi velivoli, quindi solo durante la notte poteva essere avvenuto il “misfatto”. Mi sento di escluderlo fermamente». E’ il colonnello Carlo Baron che parla dell’ennesima versione del tragico impatto avvenuto nel 1988. Baron è stato per ben 18 anni al 313° Gruppo addestramento acrobatico a Rivolto come ufficiale tecnico, per poi trasferirsi proprio a Ramstein per tre anni prima della quiescenza. Quando ha letto gli articoli che riprendono l’ipotesi di sabotaggio, e da noi interpellato, ha voluto fugare ogni dubbio sollevato dall’indagine difensiva del pool degli avvocati che assiste i familiari delle vittime della tragedia di Ustica. «Per quanto riguarda i due elementi evidenziati dai legali – afferma Baron -, mi pare che ci siano gravi inesattezze. Si sostiene che il carrello e il freno aerodinamico dell’aereo del solista erano aperti. Prima di tutto ai comandi c’era Nutarelli e non Naldini, come invece si legge nell’articolo. Basta rivedere il filmato per vedere come solo dopo l’impatto esce il carrello (è chiaro che l’impianto idraulico nel forte urto è stato disintegrato). Io ero a poche decine di metri dal luogo dell’incidente e ricordo ancora oggi, purtroppo, che il solista resosi conto che era in anticipo nell’esecuzione della figura ha provato a “frenare” e poi ha tirato la cloche e l’aereo è arrivato fino a 9,8G. La commissione tecnica ha confermato questa ipotesi. Non capisco come si possa affermare che sono scomparsi i riscontri che bloccano le taniche del carburante sugli aerei. Fatto questo che sarebbe stato denunciato solo anni più tardi. Mi sembra un’enorme falsità. In quanto quando si staccano i serbatoi dalle ali i meccanismi che vengono chiamati riscontri restano attaccati ai serbatoi. Quindi non sono spariti e non c’è alcun mistero. Basti pensare che una parte dei relitti degli aerei coinvolti nel disastro furono sistemati all’interno di grosse casse di legno e vennero trasportati in Friuli. Nessuno venne mai a vederli o a fare perizie… e dopo almeno una decina di anni furono venduti come ferro vecchio (tanto che l’acquirente ne utilizzò una parte per creare il monumento che ricorda la tragedia). Non capisco poi come si possa affermare che l’altimetro non avrebbe dato la possibilità al solista di verificare la distanza dal suo aereo e il centro della formazione. Per il semplice fatto che l’altimetro è uno strumento che misura l’altezza del velivolo dal suolo. La valutazione della distanza, lo sanno anche i bambini, dalla formazione è solo effettuata a vista dai piloti». Anche il generale Massimo Montanari, aveva più volte evidenziato come potevano essere varie le cause dell’incidente, ma non di sicuro un attentato e qualcosa di simile. Come scritto anche nel libro «Capriole tra le nuvole» edito da Mondadori, la ricostruzione di colui che collaborò con il giudice Ennio Diez, per l’indagine, non contempla ipotesi di sabotaggio. Secondo Montanari, che all’epoca ebbe modo di visionare centinaia di filmati e fotografie, qualcosa è accaduto durante il looping del solista, ma non si saprà mai esattamente cosa. Le indagini ufficiali, svolte a livello internazionale (erano stati coinvolti anche gli esperti di Inghilterra, Francia e Stati Uniti, così come evidenziato dallo Stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana, hanno sempre escluso ipotesi di complotti e sabotaggi.

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