Friulano: nelle polemiche ci entra pure Calligaris


Veramente anche in questo caso, che cosa spinga il presidente di Confindustria Friuli ad assumere certe posizioni mi è difficile da capire. Se c’è un settore in cui i valori fondamentali della cultura Friulana hanno dato risultati eccellenti è proprio quello del lavoro: i distretti ad esempio, nati e sviluppati sull’abnegazione e attaccamento al lavoro, alla famiglia e sull’onestà degli  imprenditori e lavoratori Friulani che passavano in fabbrica ben più delle canoniche 8 ore al giorno; e senza principi etici e morali così forti, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. E la Marilenghe non è altro che l’apice della cultura che ci rappresenta. Eppure queste sono le sue dichiarazioni di oggi:

”Dobbiamo formare i nostri ragazzi per il mondo e dobbiamo insegnare loro l’inglese o il cinese, non parlare di lingue locali o dialetti”: lo ha detto oggi a Trieste il presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia Alessandro Calligaris. ”Quale sara’ – si e’ chiesto Calligaris parlando a un convegno sull’economia del Nord Est – il futuro delle aziende del made in Italy quando le aziende non saranno piu’ competitive con l’intangibilita’ del prodotto? Quale sara’ il valore aggiunto?”. Ecco perche’, secondo il presidente di Confindustria del Friuli Venezia Giulia, ”dobbiamo sapere vendere il nostro prodotto nel mondo, e – ha concluso – formare i nostri ragazzi per il mondo”.

Al solito il ragionamento è che bisogna studiare L’Inglese e no il Friulano … Ma perchè? Dove sta scritto che una cosa esclude l’altra? Anzi è vero il contrario … mah 🙁

Friulano: nelle polemiche ci entra pure Calligaris


Veramente anche in questo caso, che cosa spinga il presidente di Confindustria Friuli ad assumere certe posizioni mi è difficile da capire. Se c’è un settore in cui i valori fondamentali della cultura Friulana hanno dato risultati eccellenti è proprio quello del lavoro: i distretti ad esempio, nati e sviluppati sull’abnegazione e attaccamento al lavoro, alla famiglia e sull’onestà degli  imprenditori e lavoratori Friulani che passavano in fabbrica ben più delle canoniche 8 ore al giorno; e senza principi etici e morali così forti, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. E la Marilenghe non è altro che l’apice della cultura che ci rappresenta. Eppure queste sono le sue dichiarazioni di oggi:

”Dobbiamo formare i nostri ragazzi per il mondo e dobbiamo insegnare loro l’inglese o il cinese, non parlare di lingue locali o dialetti”: lo ha detto oggi a Trieste il presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia Alessandro Calligaris. ”Quale sara’ – si e’ chiesto Calligaris parlando a un convegno sull’economia del Nord Est – il futuro delle aziende del made in Italy quando le aziende non saranno piu’ competitive con l’intangibilita’ del prodotto? Quale sara’ il valore aggiunto?”. Ecco perche’, secondo il presidente di Confindustria del Friuli Venezia Giulia, ”dobbiamo sapere vendere il nostro prodotto nel mondo, e – ha concluso – formare i nostri ragazzi per il mondo”.

Al solito il ragionamento è che bisogna studiare L’Inglese e no il Friulano … Ma perchè? Dove sta scritto che una cosa esclude l’altra? Anzi è vero il contrario … mah 🙁

3 Risposte a “Friulano: nelle polemiche ci entra pure Calligaris”

  1. Dal Gazzettino del 22/09/2009

    Proprio nel giorno in cui l’emittente della Lega Nord “Telepadania” annuncia – per il 4 ottobre prossimo – il primo notiziario in lingua friulana dell’emittente, che avrà cadenza periodica, il presidente di Confindustria Fvg Alessandro Calligaris – all’oscuro dell’annuncio dell’emittente padana – da Trieste lancia un messaggio decisamente diverso: «Dobbiamo formare i nostri ragazzi per il mondo – dice infatti parlando ad un convegno sull’economia del Nordest – e dobbiamo insegnare loro l’inglese o il cinese, non parlare di lingue locali o dialetti. Quale sarà – si è chiesto Calligaris – il futuro delle aziende del made in Italy quando le aziende non saranno più competitive con l’intangibilità del prodotto? Quale sarà il valore aggiunto?». Ecco perché, secondo il presidente di Confindustria Fvg «dobbiamo sapere vendere il nostro prodotto nel mondo e – ha concluso -, formare i nostri ragazzi per il mondo». La posizione di Calligaris non rappresenta certo un’eccezione nel modo di sentire del mondo dell’impresa friulana, soprattutto in quelle che hanno avviato da tempo un processo di internazionalizzazione. Su questa lunghezza d’onda si è “sintonizzato” da anni anche il presidente del Gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti, che ha ribadito questo concetto più volte in occasione di incontri con la stampa. E tutto questo, pur riconfermando – come spiegato avviando il progetto di internazionalizzazione “Metamorfosi” – la volontà di mantenere il cervello ed il cuore del Gruppo a Buttrio (compatibilmente, aveva sempre detto, con la sostenibilità di questa eventualità, continuamente erosa dalla perdita di competitività del Sistema Paese, ndr).

    E intanto, sul fronte politico, è il consigliere regionale del Pd Paolo Menis a sollecitare la maggioranza a chiarire la propria posizione in merito alla valorizzazione del friulano. «È necessario fare chiarezza sul sistema di interventi che sono in programma per la difesa della nostra cultura e identità – scrive Menis -. Vogliamo capire quali sono le proposte della Giunta regionale per risolvere i rilievi della Corte costituzionale sulla legge approvata dal Consiglio e quali sono i tempi, i metodi e le risorse che si intendono stanziare. Secondo Menis è necessario “un immediato confronto tra tutte le forze politiche su un tema così importante. Nei prossimi giorni saranno approvate le norme sulla valorizzazione delle minoranze di lingua tedesca e quelle sui dialetti e le decisioni che si intendono prendere sul friulano non possono essere prive di conseguenze sul dibattito che ne seguirà”.

  2. La testa di ognuno è un contenitore più o meno capiente, ma non certo una damigiana in grado di contenere una quantità limitata.

    Abbiate fiducia nel cervello che è in grado di contenere molto di più di quanto potete credere e ci sono predisposizioni per le lingue e per le diverse materie di studio. L’intelligenza, a sua volta, non è legata allo studio e ha infiniti modi per esprimersi. Smettiamola di voler uniformare ed adeguare le menti! Tutti a porre limiti alla libertà!

  3.  Non solo non sta scritto da nessuna parte, ma un ragionamento del genere mi sembra populista e stupido. Se una persona si sente viva anche attraverso la su Lingua, sarà una persona migliore sul lavoro e fuori. A me pare che bisogna fare chiarezza tra la difesa di un’identità e un certo folclore che non ha spessore. Spesso si confondono le cose. E Calligaris è molto, molto confuso…

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