Friuli: 1 studente su 4 sbaglia scuola superiore

dal MV di oggi

«Attenzione agli stereotipi che influenzano le scelte. Uno studente su quattro al primo anno delle scuole superiori ammette di avere sbagliato indirizzo». Via alle iscrizioni per le scuole superiori, c’è tempo fino al 12 febbraio. Ma il direttore scolastico regionale, Daniela Beltrame, lancia un invito affinché le scelte siano ponderate e non il frutto delle mode. Perché ogni anno migliaia di giovani ammettono di non aver azzeccato la scuola più idonea
Per circa 10 mila studenti che frequentano il terzo anno delle scuole medie del Friuli Venezia Giulia è arrivato il momento di scegliere la scuola superiore alla quale iscriversi (la circolare del Ministero dell’Istruzione ha fissato i termini al 12 febbraio).<br />
«È una decisione che assume un peso importante sul futuro di ciascun adolescente, perché se il percorso scolastico individuato si dovesse rivelare non adatto alle proprie caratteristiche, potrebbe portare alla decisione di cambiare indirizzo entro il primo o il secondo anno, come avviene per oltre il 10% degli allievi delle superiori», commenta il direttore scolastico regionale Daniela Beltrame. Da una indagine svolta dalla provincia di Trieste, il 23% degli studenti del primo anno delle superiori dichiara che, se potesse tornare indietro, si iscriverebbe in una scuola diversa. Circa il 20% degli studenti non consegue un diploma e neppure una qualifica al compimento del diciottesimo anno, con l’unica prospettiva di alimentare la fascia più debole del mercato del lavoro.
«Le Direttive ministeriali prevedono che scelte così importanti siano il risultato di un processo di riconoscimento e consapevolezza delle proprie abilità e competenze, al quale ciascun alunno dovrebbe essere accompagnato nel corso degli studi dai rispettivi insegnanti, fin dalla scuola dell’infanzia», spiega ancora Beltrame.
Attualmente l’orientamento scolastico rientra tra le attività progettuali attuate dai docenti dell’ultimo anno delle scuole medie anche attraverso incontri con studenti e insegnanti delle scuole superiori. «Queste occasioni tuttavia non prevalgono sui condizionamenti più frequenti che provengono dall’ambiente sociale di appartenenza. Gli studenti vengono infatti influenzati prevalentemente da genitori, amici, coetanei. Un peso non trascurabile è quello che proviene da alcuni stereotipi discriminanti, come quelli secondo cui la maggior parte degli istituti tecnici per il settore tecnologico sarebbe più adatta ai maschi, mentre i licei delle scienze umane sarebbero più adatti alle studentesse», evidenzia ancora il direttore.
Altro esempio di stereotipo, sebbene di tipo diverso, è quello che considera i licei scientifico, classico e linguistico più adatti a quella tipologia di studenti che hanno maggior capacità di apprendimento, migliore rendimento e maggiori motivazioni allo studio. «Questa generalizzazione di per sé non è infondata, ma la scelta potrebbe comunque rivelarsi non adatta. Gli studenti che optano per questi licei hanno una elevata autorappresentazione delle proprie capacità, ma è frequente che i tredicenni non abbiano ancora maturato una piena consapevolezza delle difficoltà delle materie di studio e soprattutto dell’impegno richiesto. È perciò fondamentale – è quanto afferma Daniela Beltrame – che, al di là delle percezioni e aspirazioni personali, le famiglie si confrontino con gli insegnanti della scuola frequentata in merito alle attitudini e al rendimento scolastico dei propri figli per non sottovalutare la quantità, la qualità e l’impegno concretamente richiesto per affrontare con successo il piano di studi prescelto», conclude il direttore scolastico regionale.