Friuli: a Ferragosto mangiati il pollo arrosto


di CRISTINA BURCHERI

 
Secondo mese estivo, agosto è il culmine dell’estate. «Già nel 18 a.C. l’imperatore Cesare Augusto istituì alle Calendae Sexstilis (e cioè al primo giorno dell’ottavo mese del calendario romano arcaico poi ribattezzato Augustus) le feriae Augusti». Ce lo spiega lo studioso Mario Matinis che ricorda nel secondo volume del “Grande lunario del Friuli” come anche altri popoli celebrassero l’apice dell’estate : «La consuetudine di festeggiare la mezza estate era già in uso presso i Celti, i quali il primo giorno di agosto festeggiavano il Lugnasad, festa di Lug, il dio trionfante della luce». «Non si sa perché – prosegue lo studioso e scrittore delle tradizioni popolari friulane – la festa del 1º di agosto (Calendagosto), festa di mezza estate, celebrata almeno fino al XVIII secolo anche in Friuli, sia slittata a metà mese, e cioè nell’attuale Ferragosto, solennizzato anche dalla festa religiosa dell’Assunta». «Al primo di agosto, specialmente in città, le famiglie solennizzavano il Ferragosto (feriae Augusti) mangiando i tradizionali polli arrosto». A riportare questa curiosa usanza era Valentino Ostermann, raccontando il Friuli della seconda metà Ottocento (“La vita il Friuli”). Tradizione che è confermata da Ostermann in un’altra testimonianza: «Un tempo, al primo di agosto, era uso che gli scolari portassero in regalo al maestro un pollo, e chi in quel giorno fosse entrato in una scuola di campagna, avrebbe veduto dietro la porta una fila di grandi e piccoli polli». La costumanza di offrire, o mangiare, dei polli ad agosto era popolare in tutti il Friuli valligiano. E non soltanto: anche a Gemona dove, seguendo le indicazioni di Ostermann, si viene a sapere che «la banda cittadina dava un concerto sulla pubblica piazza e suonava in chiusura una marcia in cui c’entrava il canto di dei galli. La sera, la banda si riuniva a cena per mangiare i polli avuti in dono dalle famiglie». «Superato il 1º agosto, porta di mezza estate, ricca di antiche tradizioni culturali e popolari scomparse da almeno un secolo – ricorda Martinis – il calendario ci presenta un’importante data-soglia nel decimo giorno del mese, dedicato dal calendario ecclesiastico al martire Lorenzo. La festa è collocata nel punto della massima calura estiva, rappresentata simbolicamente dalla graticola che arroventò il corpo del santo, ma anche del subitaneo cambiamento meteorologico, con l’arrivo delle prime piogge, come recitano alcuni proverbi friulani». Il più famoso: «la prime ploie di avost e rinfrescje il bosc».