Friuli: boom dei casi di depressione per la crisi economica

di Piero Tallandini

Curare la malattia mentale attraverso l’accesso al lavoro, permettendo così alle persone con disturbo mentale di sentirsi parte utile e attiva della società. Sono 37 i soggetti per i quali il Centro di salute mentale di Gorizia ha avviato nell’ultimo anno un percorso di inserimento lavorativo in collaborazione con il Centro per l’Impiego della Provincia, enti locali, ditte private e cooperative sociali: 24 di questi hanno patologie severe e stato di invalidità. Proprio nella città dalla quale, grazie a Franco Basaglia, partì la rivoluzione della psichiatria, questa che è riconosciuta come “buona pratica” di lavoro in salute mentale sta offrendo prospettive nuove e insperate a tanti malati. «Nel 2002 solo 3 pazienti erano stati inseriti in un contesto lavorativo, ora siamo riusciti ad avviare e consolidare questi percorsi in collaborazione e in forte sinergia con il territorio e i risultati sono molto significativi – spiega il direttore del Csm del capoluogo Franco Perazza –. Stiamo parlando nella maggioranza dei casi di pazienti con malattie gravi e per loro questo è un aiuto fondamentale. Del resto Basaglia iniziò lo smantellamento del sistema degli ospedali psichiatrici puntando proprio sulla cooperazione sociale e nulla aiuta queste persone quanto sentirsi utili e valorizzati in un contesto lavorativo e dunque sociale. Unica nota stonata è che la crisi occupazionale è ovunque e anche questa “buona pratica” rischia di risentirne perché inevitabilmente spazi e offerte di lavoro tendono a ridursi». A proposito di crisi, il momento di difficoltà di economia e mondo del lavoro ha riflessi diretti sull’attività del Csm: anche a Gorizia, infatti, sempre più spesso chi si trova in difficoltà dal punto di vista occupazionale rischia di sviluppare un disagio profondo che a volte si trasforma in un’autentica patologia. Sono sempre più numerosi i casi di depressione che medici ed operatori del Csm del capoluogo si trovano a curare e nella maggior parte dei casi si tratta di persone tra i 40 e i 50 anni. «Chi perde il lavoro a poco a poco entra in crisi – conferma Perazza – ma vediamo che sono numerosi anche i casi di giovani che manifestano disturbi della personalità. Ragazzi che, unitamente ad una fragilità psicologica, vivono contesti familiari precari, percorsi di formazione fallimentari, incapaci di immaginare un loro futuro. Intervenire tempestivamente con una diagnosi precoce ed un sostegno da parte nostra è fondamentale per aiutarli». Negli ultimi anni è costantemente cresciuto il numero di persone che ricorrono al Csm di Gorizia: nel 2011 sono state prese in carico 82 nuove persone e in un anno medici ed operatori hanno seguito oltre mille casi, metà dei quali per patologie severe. «C’è meno ritrosia, una volta chi si rendeva conto di avere un disagio o una vera e propria patologia mentale se ne vergognava – osserva il direttore del Csm –, adesso non è più così e il numero di accessi sale anche grazie al protocollo di collaborazione con i medici di medicina generale che funziona benissimo». Nell’ultimo anno il Csm di Gorizia ha garantito quasi 14mila prestazioni infermieristiche, 5.387 visite psichiatriche, 5.878 colloqui clinico-psicologici, 1.272 interventi con le famiglie, 357 consulenze a pronto soccorso e reparti ospedalieri. Attivati inoltre 43 progetti riabilitativi che si sviluppano secondo la logica della integrazione socio-sanitaria in collaborazione con gli Ambiti socio-assistenziali e la partecipazione di altre agenzie del territorio. «Ai fondi concessi dalla Regione, una novità – sottolinea Perazza – è rappresentata dalla recente destinazione da parte dell’Azienda sanitaria di una quota integrativa. Questi progetti consentono di aiutare le persone con disturbo mentale su aspetti che riguardano un miglioramento della qualità della vita con interventi diretti all’abitare, alla formazione-lavoro e alla socialità». Quanto alla situazione del personale il Csm a differenza di altri reparti e servizi della sanità goriziana non è in grave sofferenza. «Abbiamo 44 operatori tra medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori professionali, tutti ottimi professionisti che lavorano con passione e competenza. Siamo in attesa di un nuovo medico per il quale è già stato espletato il bando e di un nuovo assistente sociale. Risorsa importante è poi il partner di privato sociale costituito dalle cooperative del consorzio “Il Mosaico” per i percorsi riabilitativi».

Una risposta a “Friuli: boom dei casi di depressione per la crisi economica”

  1. Temo che il problema sia esteso anche in altre regioni… grazie della segnalazione, la passo ad un conoscente psicologo.

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