Friuli: chiudono 9 uffici postali in Carnia e nel Friuli collinare

Cornino, Flagogna, Madonna di Buia, Urbignacco, Mels, Plasencis, Romans di Varmo, San Tommaso e Socchieve. Sono i nove paesi del Friuli collinare e della Carnia che vedranno chiudere i loro uffici postali. Gli uffici di Bulfons, Comeglians, Forni Avoltri, Resiutta, Montenars, Ospedaletto, San Leonardo, San Vito al Torre, Sauris, Vedronza, Ravascletto, invece, dimezzeranno i giorni di apertura, passando da 6 a 3. Lo fa sapere la Cisl Spl. «Ancora una volta – si legge nella nota diffusa dal sindacato – il prezzo della razionalizzazione di Poste Italiane Spa si fa pagare alla provincia di Udine e in particolar modo alla Carnia».

 «Come un fulmine a ciel sereno giovedì 5 gennaio siamo stati informati dai colleghi postali interessati, che l’azienda Poste Italiane Spa avrebbe proceduto lunedì 9 gennaio ad una ristrutturazione di uffici», fanno sapere i rappresentanti sindacali. I sindacati non ci stanno e hanno aperto un conflitto di lavoro regionale, con Uil, Confsal e Ugl,  per mancata informativa sindacale regionale in merito. Questo, di fatto, sospende temporaneamente l’iniziativa aziendale. Domani 10 gennaio le rappresentanze sindacali aziendali incontreranno a Trieste l’azienda, per cercare di ricomporre le relazioni industriali.
                                                                                                          
«Cercheremo in quella sede di far capire alla dirigenza regionale di Poste, quanto sia sbagliato questo modo di operare – spiegano i sindacati – che di fatto penalizza una popolazione già disagiata in termini di servizi erogati alla cittadinanza».

2 Risposte a “Friuli: chiudono 9 uffici postali in Carnia e nel Friuli collinare”

  1. aggiornamento del 10/01/2012

    di Maura Delle Case

    Poste italiane torna “all’attacco” degli uffici postali minori decidendo una lunga serie di chiusure e riduzioni d’orario tra le provincie di Udine, Pordenone e Gorizia. La riorganizzazione, decisa a livello nazionale, avrebbe dovuto scattare già ieri mattina, salvo poi essere rimandata a data da destinarsi per l’incontro sindacale previsto oggi a Trieste. Nella lista nera degli uffici destinati ad abbassare definitivamente le serrande si contano in provincia di Pordenone quelli di Casiacco e Pielungo (Vito d’Asio), Chievolis (Tramonti di Sopra), Dardago (Budoia), Rivarotta (Teor), Solimbergo (Sequals) e Toppo (Travesio), mentre in provincia di Udine chiuderanno gli uffici di Cornino e Flagogna (Forgaria), Madonna e Urbignacco (Buja), Mels (Colloredo di Monte Albano), Plasencis (Mereto di Tomba), Romans (Varmo), San Tommaso (Majano), Socchieve, Torsa (Pocenia) e Trava (Lauco). Poste italiane ha invece previsto riduzioni d’orario per gli uffici di Medea in provincia di Gorizia, Fagnigola (Azzano Decimo), Giais (Aviano), San Leonardo Valcellina (Montereale Valcellina) e San Martino Campagna (Aviano) in provincia di Pordenone e ancora Comeglians, Forni Avoltri, Montenars, Ospedaletto, Ravascletto, Resiutta, San Leonardo, San Vito al Torre, Sauris e Vedronza (Lusevera) in provincia di Udine. Per questi uffici, Poste ha deciso la riduzione dell’orario d’apertura che in concreto significherà il funzionamento su due, massimo tre giorni la settimana. La riorganizzazione degli uffici in Friuli Vg rientra in quella presentata da Poste italiane a livello nazionale. Presentata, ma mai discussa con le organizzazioni sindacali che in regione intendono dar battaglia affinché il piano sia rivisto. A tal fine sia Cgil che Cisl hanno infatti aperto una vertenza, che porterà le parti sociali a incontrare l’azienda già stamattina a Trieste. «Siamo molto preoccupati dal fatto che l’attuale personale non è sufficiente ad aprire tutti i giorni tutti gli uffici postali e sappiamo che spesso gli uffici più piccoli rimangono chiusi – dichiara la segretaria regionale di Slc Cgil, Emanuela Bizi –. Una situazione che si poteva affrontare con nuovo personale se solo Poste italiane avesse deciso di concederlo». Anche a fronte di questo deficit, secondo Cgil l’elenco degli uffici di cui oggi si prevede la chiusura è eccessivo, «coinvolge infatti anche uffici postali che sono l’unica sede di comune o che servono numerosa clientela», sottolinea Bizi annunciando l’intenzione di rimettere in discussione la lista redatta da Poste. Non solo. «Pretenderemo anche che ci vengano forniti dati oggettivi che giustifichino operazioni di chiusura o di riduzione oraria». È infatti timore della Cgil che le riduzioni d’orario altro non siano se non l’anticamera a una prossima chiusura definitiva degli uffici. «Siamo pure preoccupati – conclude la sindacalista – della ricollocazione del personale interessato da questa operazione».

  2. Aggiornamento del 10/01/2012

    Poste Italiane ”a livello locale, non ha alcun mandato per discutere” delle prospettate chiusure di svariati uffici postali in Friuli Venezia Giulia. Lo denuncia la Slc Cgil regionale, al termine di un incontro, svoltosi oggi a Trieste, con l’azienda. ”Poste – nota il sindacato – si irrigidisce e continua a gestire tutto dalla sede romana, in spregio delle realta’ locali. Nel tentativo di arrivare ad aprire un vero confronto, la delegazione sindacale ha richiesto un’ulteriore riunione per il 16 gennaio, ultimo giorno utile previsto dalle procedure di raffreddamento previste a livello contrattuale”. Le prospettate chiusure, per ora, non sono effettive, e saranno al centro dell’incontro del 16.

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