Friuli: CoopCa, alla fine solo solo 20 negozi trovano un compratore

di Lodovica Bulian.
Il conto alla rovescia è iniziato. Il primo ottobre è fissata l’udienza di omologa al concordato preventivo di CoopCa, e il giudice delegato Lorenzo Massarelli dirà se per la cooperativa il fallimento sarà ufficialmente un pericolo scampato. Tutto dipenderà dalla relazione con cui il commissario giudiziale Fabiola Beltramini metterà nero su bianco le offerte fin qui pervenute sulla scrivania dei liquidatori, le perdite della società, la situazione patrimoniale al 31 luglio e le effettive possibilità di realizzo concordatario, inizialmente quantificato in 49 milioni di euro. Sono queste, stando a indiscrezioni che trapelano dai blindatissimi uffici di Amaro, dove sono al lavoro Giovanni Sgura, Roberto Pittoni, e Paolo Rizza, che hanno preso le redini dell’azienda dopo la liquidazione, giornate decisive per il risiko sulle trattative, sui negozi e sulle possibili acquisizioni. Sul tavolo ci sono le offerte di Coop Nordest, Alì, Discount, Despar e Conad, per una quindicina di punti vendita su cui, però, incombe il vincolo dell’inscindibilità e delle sovrapposizioni degli interessi su pochi supermercati, di fatto quelli più attrattivi. Ed è proprio questo l’ostacolo maggiore da superare per cercare di mettere al riparo più cessioni possibili e salvare i posti di lavoro. In ballo, arrivate negli ultimi tempi, ci sarebbero anche altre manifestazioni di interesse, non ancora formalizzate, da parte di un gruppo della grande distribuzione attivo anche in Fvg, mentre ne sarebbero arrivate alcune per singoli supermercati o per piccoli spacci di montagna. Non è dato sapere se alla fine le diverse partite si concluderanno tutte positivamente, ma gli ultimi sviluppi suggeriscono che si potrà salvare, al netto degli esiti delle trattative, almeno una ventina di negozi. Su 40, sparsi tra Fvg e Veneto. Senza contare, però, le altre possibili soluzioni su singoli punti vendita, come eventuali affiliazioni alle catene, e l’ipotesi, sempre reale, dell’autimprenditorialità, una strada che stanno valutando molti dipendenti, pur di scongiurare chiusure ed esuberi dolorosi. Che, a oggi, restano ben 400 su 626 posti di lavoro, anche se le ultime manifestazioni d’interesse arrivate fanno sperare che si riesca a mettere in salvo più dipendenti. Infine, ci sono i conti. Le perdite di CoopCa continuano a essere pesanti, ma in linea con la situazione patrimoniale al 31 marzo. Il ritmo del rosso viaggia su poco più di un milione al mese, una soglia giudicata dai tecnici ancora tollerabile, senza intaccare il realizzo concordatario. Chiudere alcuni negozi prima del 31 dicembre, dead line che segnerà la cessazione definitiva di coop carnica, potrebbe far sprofondare la voragine, mettendo nel conto delle perdite magazzini, avviamenti e strutture.