Friuli: dal 22 marzo il messaggero veneto sarà a colori e in formato tabloid

di ANNA BUTTAZZONI

Una storia lunga 65 anni che ha un nuovo inizio. Da una promessa: «Il giornale che troverete in edicola da martedì non vi tradirà». Il Messaggero Veneto cambia veste, trasformato in un quotidiano interamente a colori, con più pagine e in un formato più piccolo. Ieri è stata la giornata della presentazione, dispiegata attorno alla promessa del direttore Andrea Filippi e alle «opportunità offerte da una svolta storica», come ha detto il presidente del Gruppo Espresso, l’ingegnere Carlo De Benedetti
De Benedetti, accompagnato dall’amministratore delegato del Gruppo Monica Mondardini e dal direttore editoriale Luigi Vicinanza, ha cominciato la sua visita in Friuli dal Messaggero Veneto, dove ha incontrato giornalisti e tipografi. «Guardando l’attuale giornale, quello che da martedì diventerà oggetto di culto – ha detto l’ingegnere –, il nuovo quotidiano appare un passo formidabile verso la modernità dell’informazione italiana, perché il giornale odierno è un prodotto datato, ha un formato troppo grande, una grafica poco attraente e in bianco e nero. Il cambiamento in atto, invece, sarà un’opportunità per tutti, per i lettori, per i giornalisti e per gli inserzionisti. Si intuisce la validità del nuovo prodotto anche solo sovrapponendo l’attuale giornale al nuovo. Penso convintamente che sarà un successo». Il presidente del Gruppo Espresso ha poi richiamato l’impegno della Regione. «Nella fase in cui stavamo decidendo dove accorpare le due tipografie – quelle del Messaggero Veneto e de Il Piccolo – e avevamo ipotizzato un trasferimento dal Friuli Venezia Giulia – ha raccontato l’ingegner De Benedetti –, l’amministrazione regionale è stata collaborativa e propositiva. Così, siamo riusciti a individuare il sito di Gorizia, dov’è sorto il nuovo centro stampa dei due quotidiani, e la Regione ci ha consentito di realizzare la nuova tipografia in tempi straordinari, tempi che di norma non appartengono alla pubblica amministrazione. Alla Regione va quindi un ringraziamento, perché Gorizia è un investimento importante e il giusto equilibrio tra esigenze diverse. Con queste premesse – ha concluso De Benedetti – il nuovo Messaggero Veneto sarà un successo e una grande occasione».
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Dalla sede del quotidiano il palcoscenico muta e diventa l’ex chiesa di San Francesco, nel centro di Udine. In un gioco di luci e ombre che esalta il fascino degli affreschi e dell’attesa, prende forma il nuovo Messaggero Veneto. Un momento studiato a due passi, quello della presentazione del giornale e quello della festa, con la musica di Raphael Gualazzi e i cocktail della Martini. Filippi sfoglia il vecchio e il nuovo. «Il Messaggero Veneto – dice il direttore – ha nel suo Dna due aspetti caratterizzanti. Il primo è il forte radicamento del giornale, elemento che lo ha reso un prodotto di grande successo, e la vocazione innata all’innovazione». E allora sul maxi-schermo partono le immagini di 65 anni di storia. Dall’introduzione del colore, con un numero speciale del 25 luglio 1966: “Da un secolo col tricolore”, inserto-record da 108 pagine. La tappa successiva è l’8 aprile 1968 dal titolo “Moro ha inaugurato il nuovo stabilimento”, con le immagini dell’allora presidente del Consiglio in visita alla sede di viale Palmanova. Il 5 maggio 1968 nasce invece il giornale offset, cioè dalla stampa a caldo a quella a freddo, il primo balzo verso il futuro. Un futuro che il 29 luglio del 1969 si materializza in una mitica foto in quadricromia: “La luna ha i colori”. Filippi cita uno storico direttore che traghettò il giornale verso un’altra svolta decisiva, quella della video-impaginazione, Vittorino Meloni. Perché il 24 maggio del 1989 il quotidiano cominciò a essere realizzato al computer. L’ultimo successivo cambiamento con il Messaggero Veneto che si sdoppia, in un fascicolo nazionale e in uno locale.
«Da quel passaggio non è più accaduto nulla – afferma Filippi –, fino a oggi. Fino a una trasformazione che parte da una storia di successi, di cui andiamo fieri, per concretizzarsi in un rinnovato radicamento di valori, di cultura e di identità che sono il collante della comunità friulana. Perché siamo e saremo il giornale del Friuli».
In questi giorni è partito il conto alla rovescia che accompagna verso il nuovo giornale attraverso una campagna pubblicitaria con i “simboli” del Friuli. Filippi elenca le collaborazioni, che diventano anche il segno di ciò che il quotidiano continuerà a essere. «Grazie all’associazione nazionale alpini – indica il direttore –, che rappresenta i valori che il giornale vuole difendere e portare avanti, e alla Protezione civile, esempio di efficienza e solidarietà, della reazione della comunità regionale nel momento più buio, quello del terremoto. Altri due ringraziamenti vanno alle Frecce tricolori, simbolo di eccellenza e coraggio, e all’Udinese calcio, che è la dimostrazione dell’orgoglio e dell’attaccamento alla bandiera».
Da qui, dal mix di storia e innovazione, il Messaggero Veneto riparte. Un giornale che da martedì passa dalle 42/44 pagine di oggi alle 56/64 di domani, fino a 80 nell’edizione della domenica. Tutte a colori. Restano anche i due fascicoli, uno nazionale e uno locale. L’unica differenza starà nella possibilità di estrarre la parte locale del quotidiano, senza l’attuale netta divisione. Una grafica elegante, pulita, ordinata darà forma al nuovo Messaggero Veneto, in una formula più ricca. «Il passo avanti fatto – conclude Filippi – è la dimostrazione del Gruppo Espresso di voler continuare a investire in Friuli Venezia Giulia. Quello che da martedì avrete tra le mani sarà un giornale più accattivante, che prende per mano il lettore e lo accompagna nella lettura delle notizie, che saranno come un racconto che si snoda».
O come il ritmo della musica. Quella che Raphael Gualazzi abbina al nuovo Messaggero Veneto, augurio di rinnovati successi.