Friuli: il Comitato per l’Università friulana risponde a Collino


Marino Tremonti
presidente del Comitato per l’Università friulana
Udine

Negli ultimi due anni da parte di esponenti politici locali si rinnovano sporadicamente delle sconcertanti dichiarazioni sulla sorte delle Università della regione in cui si auspica un’assurda fusione dei due Atenei, che gli ambienti triestini vorrebbero naturalmente a vantaggio di quello della loro città. Ultima in ordine di tempo abbiamo rilevato la proposta dell’eurodeputato di Gemona, Giovanni Collino. Si ha il sospetto che tale intervento sia stato motivato da problemi personali e interni al suo partito.
Il Comitato per l’Università friulana nel 1976 aveva presentato al Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da 125.000 elettori e che è stata determinante per l’istituzione dell’Università del Friuli, concretatasi attraverso la legge 8 agosto 1977, numero 546, articolo 26, ove è sancita letteralmente la sua funzione «di contribuire al progresso civile e sociale e alla rinascita economica del Friuli e di diventare organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli».<br />Il Comitato, che nel successivo più che trentennio fino a oggi ha seguito l’attuazione di questa volontà così chiaramente e fortemente espressa, registra con stupore questi pericolosi, irresponsabili tentativi di mettere in discussione una realtà che si è dimostrata essenziale per la crescita della società friulana. Dall’incremento del numero degli studenti universitari e dei laureati che precedentemente costituivano in loco una percentuale tra le più basse d’Italia e che tuttora dovrà ancora aumentare per adeguarsi al livello dei maggiori Paesi europei, all’espansione dell’edilizia nei vari centri delle tre province friulane, al fiorire di innumerevoli iniziative culturali rese possibili dalla presenza di una sede universitaria, alle sinergie con settori industriale, commerciale e agrario, al potenziamento del servizio sanitario grazie alla presenza di una solida facoltà di Medicina, l’Università oggi costituisce fattore trainante per tutto il Friuli e la regione intera.
Di fronte a tanti vantaggi ormai collaudati e constatati, pur tenendo conto del periodo di difficoltà economiche che il Paese sta attraversando, pensare di realizzare qualche economia di spesa, peraltro mai dimostrata, con l’unificazione sacrificando questo ente virtuoso che ha ben meritato sotto tutti gli aspetti, contraddice gli stessi intenti di chi avanza simili proposte.
Questo Comitato si aspetta piuttosto che dai rappresentanti del popolo, se hanno a cuore i veri interessi del Friuli, parta un’azione che ponga rimedio al grave sottofinanziamento dell’Università di Udine pesantemente penalizzata rispetto a quella di Trieste. Cogliamo l’occasione per ringraziare i rappresentanti delle istituzioni, i parlamentari ed ex che sono intervenuti sulla stampa a sostegno delle ragioni del Friuli. Un ringraziamento particolare va all’onorevole Mario Pittoni, della Commissione istruzione del Senato, per il continuo e fattivo interessamento a favore dell’Università friulana.