Friuli: la Lega Nord vs UE


E’ inutile, prima o poi i nodi vengono sempre al pettine ed il marcato atteggiamento di distacco per non dire ostilità dei Padani verso la UE, sfocia in una crisi nel consiglio regionale.  La Lega Nord del Friuli Venezia Giulia voterà contro la legge regionale che recepisce le norme comunitarie, in contrasto con la maggioranza di centrodestra di cui fa parte. Lo ha annunciato ieri il capogruppo del Carroccio Danilo Narduzzi.  

Non solo. Venerdì prossimo il Carroccio darà vita a un picchetto di protesta davanti alla sede di Udine del Consiglio regionale. Narduzzi si affretta a chiarire che il bersaglio polemico non sono gli alleati, ma «una Comunità europea sempre più in balìa di norme astruse e restrittive della libertà dei cittadini del nostro territorio» e punta il dito su un centrosinistra «abituato a prostrarsi di fronte alla Ue». Narduzzi denuncia «l’invadenza di un’Unione europea più interessata a occuparsi delle piccole questioni locali che dei grandi problemi internazionali, come il controllo dell’immigrazione».<br />

La dichiarazione mostra in filigrana il motivo scatenante della reazione leghista: la lettera di chiarimento inviata dalla Commissione europea alla Regione Friuli Venezia Giulia e al Comune di Azzano Decimo a seguito dell’ordinanza del sindaco Enzo Bortolotti sui requisiti per l’accesso ai benefici sociali che discriminerebbe i cittadini extracomunitari (reddito minimo per l’accesso ai benefici sociali). Un caso già noto, che si è arricchito però di uno sviluppo molto fastidioso per il capogruppo leghista. Narduzzi ha reso noto che l’assessore regionale alla Salute Kosic ha convocato il sindaco Bortolotti perché riferisca sulla norma comunale a rischio infrazione europea.
Peccato che Bortolotti, noto come il "sindaco antiburqa", sia anche il presidente regionale della Lega e che della convocazione Narduzzi non sia stato avvertito dagli alleati. «Vogliamo capire il perché di questo comportamento irrituale», commenta il capogruppo leghista, già nervoso per la notizia che una convenzione stipulata dal Comune di Pordenone «ripristina l’ambulatorio per immigrati clandestini».

Il no della Lega alla legge comunitaria regionale «voluta dal centrosinistra nel 2004» per recepire in maniera sistematica le normative europee «non prelude a uno scontro preelettorale con gli alleati», chiarisce Narduzzi. Ma il capogruppo ripropone la questione della permanenza in giunta dell’assessore alla Salute Kosic: «La questione c’è ed è aperta da tempo. Avevamo già chiesto le dimissioni di Kosic», reo secondo il Carroccio di non aver mai portato seriamente la lente sugli asseriti privilegi sanitari degli extracomunitari.

L’uscita della Lega ha creato tensione nel centrodestra. Prima a reagire l’Udc (fa parte della maggioranza). «Votare contro la legge comunitaria è un grosso errore che la Lega deve assolutamente evitare», ha dichiarato il capogruppo Edoardo Sasco. «Stupisce il comportamento della Lega Nord – osserva Sasco – che dimentica le sue responsabilità derivanti dall’appartenenza alla maggioranza di centrodestra e che per semplici calcoli elettorali dichiara di votare contro un disegno di legge proposto dalla giunta di cui fa parte».

Situazione imbarazzante per il coordinatore regionale Pdl Isidoro Gottardo che ha appreso della decisione leghista proprio mentre stava per intervenire alla Camera come relatore del programma legislativo dell’Unione europea su agricoltura e caccia, e per esprimere una risoluzione favorevole firmata insieme da Pdl e Lega. «Si è aperta la campagna elettorale per le Europee – commenta Gottardo – e ognuno cerca di correre al meglio. Se la presa di posizione della Lega sottintende altri malesseri, li chiariremo».

Sulle critiche di Narduzzi a un’«Europa di burocrati ficcanaso», Gottardo fa da pompiere e ricorda che «l’Europa la dobbiamo modificare, non respingere» e che «un’Europa con più sussidiarietà segna un ritorno all’Europa delle origini che valorizzi le diversità e dove non siano i burocrati a tentare di renderci tutti uguali».

I prossimi giorni diranno se le frizioni nel centrodestra daranno vita a un chiarimento o a nuove polemiche: la Provincia di Pordenone, nella quale si trova Azzano Decimo, è l’unica delle quattro in Friuli Venezia Giulia che deve essere rinnovata nella prossima consultazione. Nel frattempo la terza commissione del consiglio regionale ha rinunciato ieri a vagliare – causa l’assenza di un rappresentante di giunta – la relazione sul diritto di cittadinanza ad Azzano Decimo che accompagna le legge comunitaria. Non essendo parte dell’articolato, il presidente di commissione Venier Romano (Udc) ha salomonicamente concluso che «il mancato esame non inficia l’iter del disegno di legge».

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