Friuli: la manovra d’agosto si porta via … i piccoli comuni; risparmio o demagogia?


foto carnia.la

Chissà se gli 8.000 Euro risparmiati con la chiusura del consiglio comunale di Drenchia ci porteranno fuori dalla crisi o il costo di poco superiore del comune di Ligosullo. Mi sa di no! I tagli veri al costo della  politica forse dovevano cominciare dall'alto e non dal basso dove i comuni piccoli svolgono funzioni sociali e  territoriali importantissime. La manovra comporta la fusione dei Comuni sotto i mille abitanti e quindi sarebbero in Friuli  circa 47 quelli coinvolti. La cosa era anche un obiettivo della Regione che deve sempre legiferare in materia dopo aver commissariato le comunità montane.
 

Ma andiamo per ordine e cominciamo dalle Province

 Pagliaro dal MV

Due province su quattro abolite. Il 22% dei comuni del Friuli aggregati o chiusi. Tagli alle spese della Regione per centinaia di milioni di euro – almeno 150 -, con ripercussioni dirette. Il Friuli Venezia Giulia va incontro così alla manovra definitiva, la manovra del prendere o lasciare, l’ennesima misura correttiva che l’Europa impone all’Italia per convincere i mercati della solidità del Paese.

Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato i distinti provvedimenti che puntano ad anticipare al 2013 il pareggio di bilancio del sistema Italia. A Palazzo Chigi i presidenti delle Regioni hanno ascoltato le intenzioni del Governo, e a fine giornata il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, non ha nascosto la sua preoccupazione per i tagli che verranno. Quella di Tondo è però un’apprensione con qualche sprazzo di fiducia: certo, «le Regioni speciali sono molto preoccupate», ma sull’abolizione delle Province sotto i 300 mila abitanti – spariranno Trieste e Gorizia – il governatore sceglie il disco verde. E anzi, ricorda fiero di essersi opposto fermamente alla creazione della Provincia della Carnia, di soli 37 mila abitanti.

Via le Province. L’integrazione e l’abolizione delle piccole Province «è una strada da percorrere», ha detto Tondo. Nonostante l’autonomia, il Friuli Venezia Giulia non può abolire direttamente le Province, ma solo impostare un diverso ordinamento amministrativo. In Regione il lavoro da fare si concentrerà anche sulle fusioni di piccoli comuni: ieri il numero uno della giunta ha ricordato che in autunno, con la tanto annunciata riforma delle Comunità montane, i comuni con meno di mille abitanti saranno aggregati. Stando alle cifre dei residenti, in Provincia di Udine dovranno essere fusi o chiusi 31 comuni su 136, il 22%.

Meno consiglieri in Regione. Nei territori si attendono i tagli romani, ma qualche costo si può ridurre anche «in casa». Così, a sorpresa, Tondo spiazza anche il suo partito, quel Pdl che con il capogruppo Daniele Galasso ha depositato pochi giorni fa una proposta per arrivare, dagli attuali 59, a 50 consiglieri regionali. Niet, dice Tondo: i consiglieri dovranno essere uno ogni trentamila abitanti, e quindi 40, mentre in giunta non più di due assessori esterni.

Il bilancio. Misure puntuali a parte, l’ansia vera è per i tagli ai trasferimenti, che si tradurranno in minori risorse nel bilancio regionale, già messo in difficoltà dalle sforbiciate della manovra 2010, della manovra di giugno e del patto di responsabilità per il federalismo fiscale. Già nel 2012 le Regioni contribuiranno con 6 miliardi di euro di spese in meno. Di questi, circa 1,6 miliardi – secondo diverse fonti – saranno a carico delle Regioni speciali. Ieri Tondo ha fornito un’unica cifra: 150 milioni di euro di ulteriori tagli nel 2012. Ma la sensazione è che la stima sia piuttosto prudenziale. «Le Regioni Speciali sono molto preoccupate», ha aggiunto il governatore friulano, facendosi portavoce delle istanze degli altri enti autonomi, ma invitando allo stesso tempo i colleghi governatori a essere propositivi «e non corporativi» nell’individuare le voci di spesa da decurtare. «Non vorrei – ha detto – che il sistema degli Enti locali assuma la stessa posizione delle opposizioni, che non propongono nulla». Perché il taglio, in un modo o nell’altro, dovrà arrivare.

Una risposta a “Friuli: la manovra d’agosto si porta via … i piccoli comuni; risparmio o demagogia?”

  1. aggiornamento del 13/08/2011

    Saltano le province di Trieste e Gorizia, ma nell'insieme di criteri espressi dal Ministro Tremonti e di Roberto Calderoli, ce n'è uno che potrebbe salvare Belluno e Sondrio: quello territoriale.

    Dunque, secondo questo criterio, tutte le province con popolazione inferiore ai 300mila abitanti dovrebbero sparire, fatta eccezione per quelle estese su una superficie che vada oltre i tremila chilometri quadrati. E in questa categoria rientrerebbero sia la veneta Belluno e Sondrio, città di Tremonti, e infine Siena.

    Province abolite
    Ecco quelle che chiuderanno i battenti Friuli Venezia Giulia, potrebbe saltare la Provincia del capoluogo: Trieste. Salve Udine (541.522) e di poco Pordenone (315.323), mannaia su Trieste (236.556 abitanti) e Gorizia (142.407).

    Comuni accorpati

    Friuli Venezia Giulia: nel Triestino verrà accorpato Monrupino (890 abitanti). Trema l'Udinese con i suoi Comuni al di sotto dei mille abitanti: Malborghetto Valbruna (965), Prato Carnico (958), Socchieve (938), Verzegnis (929), Prepotto (829), Amaro (820), Bordano (810), Lauco (805), Visco (786), Lusevera (711), Chiusaforte (705), Cercivento (705), Taipana (699), Forni di Sotto (660), Treppo Carnico (659), Forni Avoltri (653), Chiopris-Viscone (649), Zuglio (607), Ravascletto (569), Montenars (558), Comeglians (540), Rigolato (513), Raveo (506), Savogna (506), Sauris (429), Stregna (413), Grimacco (395), Resiutta (320), Preone (279), Dogna (200), Ligosullo (180), Drenchia (141). Nel Pordenonese accorpamenti per i Comuni di Castelnovo del Friuli (942), Vito d'Asio (843), Frisanco (683), Cimolais (431), Tramonti di Sotto (423), Clauzetto (402), Erto e Casso (389), Tramonti di Sopra (385), Andreis (289), Barcis (256). Nel Goriziano via invece le amministrazioni di Medea (979), San Floriano del Collio (811), Moraro (761), Dolegna del Collio (387).

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