Friuli: la Regione annuncia la semplificazione delle norme per sagre e feste di piazza

Quante volte l’entusiasmo si è scontrato con la dura lex (sex lex) che ti impedisce di realizzare cose che col buon senso sembravano fattibili e invece no? Lo sanno bene i molti volontari che in questa stagione si mettono all’opera per mantenere viva la sagra del paese o comunque cercare di mantenere in vita una tradizione o un appuntamento folcloristico. Finalmente a livello legislativo si muove qualcosa: la Regione si sta muovendo per semplificare "burocraticamente" le norme per organizzare feste e sagre.

Sonia Sicco dal MV di oggi

Stop alla burocrazia nelle sagre di paese. Finisce anche l’obbligo di frequentare i corsi per ottenere l’autorizzazione a distribuire cibi e bevande. La Regione ha infatti annunciato la semplificazione delle norme dopo che l’anno scorso c’era stata una sollevazione da parte delle associazioni di paese, contrarie alle restrizioni. Tra poco basterà «aver preso visione delle norme».
È tempo di sagre paesane in Friuli Venezia Giulia, un appuntamento per chi ama i sapori della tradizione e i piatti tipici. Ma negli ultimi tempi la burocrazia ha caricato di oneri anche chi, in forma gratuita e volontaria, si mette ai fornelli delle cucine campestri, chiedendo, per esempio, la frequenza a corsi per la somministrazione degli alimenti.<br />
Secondo il consigliere regionale della Lega Nord, Ugo De Mattia, si tratta di «una incombenza inadeguata», da correggere con una semplificazione della normativa regionale. Con una interrogazione all’assessore regionale alla Sanità, Vladimir Kosic, l’esponente del Carroccio ha ottenuto che, d’ora in avanti, per chi sarà impegnato nella preparazione dei pasti sarà sufficiente l’aver preso visione del documento “Norme di corretta igiene per la manipolazione di alimenti e bevande ai fini dell’integrazione del percorso formativo per gli operatori addetti alla produzione, preparazione, somministrazione e distribuzione degli alimenti ai sensi della legge regionale 21 del 2006” e non più la frequenza ai corsi di tre ore da seguire con cadenza biennale.
De Mattia ha suggerito di «chiarire, mediante una circolare interpretativa, che i soggetti che si occupano della preparazione dei pasti durante le feste e le sagre paesane siano considerati soggetti che operano manipolazione a rischio limitato».
Secondo il consigliere leghista, «assoggettare gli organizzatori a obblighi formativi, obbligandoli a frequentare i corsi formativi e a sostenere i relativi e ingenti costi, rappresenta una incombenza inadeguata rispetto all’attività che devono svolgere».
«E’ assurdo che per cucinare una pietanza un volontario debba perdere un sacco di tempo per procedure burocratiche e sostenere spese sproporzionate. E’ molto più logico che sia predisposto un percorso più snello, tale da dare piena garanzia ai consumatori e da non scoraggiare gli organizzatori».
Una richiesta accolta dall’assessore, secondo il quale «gli addetti alla manipolazione degli alimenti nell’ambito di fiere e sagre paesane, vista la temporaneità e la saltuarietà degli eventi, possono essere individuati come addetti di imprese che operano una manipolazione a rischio limitato e siano pertanto tenuti alla sola visione del documento».
Per questo sarà cura dell’assessorato, ha sottolineato Kosic, «predisporre quanto prima una apposita circolare interpretativa da inviare alle Aziende sanitarie, agli organi di vigilanza e alle associazioni di categoria interessate».