Friuli: L’ARLeF corregge anche Pasolini

di   Gianfranco Ellero

Credevano i cittadini di Casarsa di abitare a Ciasarsa, ma un bel giorno, leggendo le tabelle della doppia denominazione, hanno scoperto di vivere a "Cjasarsa": il Comune aveva accettato la forma proposta dall'Arlef, il "palazzo" che decide la grafia dei nomi di luogo in friulano. La legge, per la verità, attribuisce ai Comuni la facoltà di adottare la forma locale, ma nelle giunte comunali manca di solito la cultura linguistica necessaria per contrastare il palazzo, e si finisce per accettare la forma stabilita da Udine
      Ho già scritto in altre sedi che nella mia Bassa tutti dicono Cianùs, Ciarmàssis, Mussane, Roncis e Palassôl, non Cjanùs, Cjarmacis, Muçane, Roncjis e Palaçûl come pretende l'Arlef. Quello di Casarsa, quindi, è l'ennesimo delitto toponomastico e un atto di colonizzazione.<br />      Nella "Storia di Fraforeano", mi si scusi per l'autocitazione, dimostrai che nel Seicento si diceva Cjanùs (graficamente Chianus) per Canussio. Ma ormai la pronuncia prepalatale della "c" è scomparsa nella Bassa friulana e tutti dicono Cianùs. Domando: perché ripristinare una forma scomparsa, creando quanto meno confusione, se non rigetto, fra i parlanti locali? Ragionando in questo modo potremmo proporre "Portus Naonis" per Pordenone, "Nemas" per Nimis e Repubblica di Enotria o di Ausonia per l'Italia.
      E del resto, che cosa possiamo aspettarci da gente che per "coerenza sistemica" ha persino proposto la traduzione in friulano standard della poesie in friulano di Pasolini? Da gente che dopo aver ripulito della "q" l'alfabeto friulano, pretendeva che tutti scrivessero Acuilee in luogo di Aquilee?
      Sulla loro strada si mise di traverso Manlio Michelutti, in veste di presidente della Società Filologica Friulana, che diede battaglia e riuscì a salvare la "q" di Aquilee, minacciata, si badi bene, non dagli immigrati dalla Balcania o dall'Africa, bensì da friulani che più friulani di così non si può!
      Anche il sindaco e la Giunta di Casarsa devono opporsi all'Arlef, e scrivere orgogliosamente "Ciasarsa", un toponimo che, grazie alla poesia di Pasolini, brilla a livello mondiale:"In chel spieli Ciasarsa – coma i pras di rosada .- di timp antic a trima…".