Friuli: Moody’s rivede l’outlook di Friuladria e della Banca Popolare di Cividale


dal sito www.tg3.rai.it

Moody's ha cambiato da stabili a negative le prospettive sul rating a lungo termine di altre 13 banche italiane di importanza non sistemica, in modo da riflettere la “pressioni” sul merito di credito. La decisione di mettere sotto osservazione i rating è stata motivata da Moody's come conseguenza dell' analogo provvedimento adottato nei confronti del rating sovrano dell'Italia. Secondo l'agenzia, infatti, gli istituti di credito con un rating a doppia o singola 'A', "sono sensibili anche a piccoli cambiamenti nel merito di credito del governo e nella sua capacità di supportare il sistema bancario del Paese". Le 13 banche italiane il cui outlook è stato rivisto a negativo sono invece Ubi Banca, Credem, Credito Valtellinese, Bancaperta, Banca delle Marche, Italease Banca Agrileasing, Banca Popolare Alto Adige, BancApulia, Banca Popolare di Cividale, Banca Tercas, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e la Banca Popolare di Spoleto. Alcune banche, come Unicredit e la Popolare di Milano, non sono state oggetto di provvedimenti perché hanno già prospettive negative sui rating. <br />
 

Le banche i cui rating a lungo termine sono stati messi sotto osservazione sono: Intesa Sanpaolo (con le controllate Banca Imi e CariFirenze), Mps (Siena e la controllata Mps Capital Services), Cassa Depositi e Prestiti, Banco Popolare, Bnl, Cariparma e Friuladria, Banca Carige, Banca Sella, Cassa di Risparmio di Bolzano, Cassa di Risparmio di Cesena, Banca Padovana Credito Cooperativo, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen e l'Istituto Servizi Mercato Agroalimentare. Per alcune di queste (tra cui Mps, Banco Popolare e Carige) sono finiti sotto osservazione anche i rating a breve. Quasi sempre la sentenza di queste agenzie si traduce, l'indomani, in crolli di Borsa, valute indebolite, e impennate dello spread. Ne sa qualcosa George Papandreou, il primo ministro greco, che in più occasioni ha implorato il mondo della finanza, le agenzie di rating, le istituzioni sovranazionali e persino gli speculatori, di lasciare in pace la Grecia.

Tuttavia, più le agenzie tagliano, più gli speculatori si accaniscono sui bond, più i titoli perdono di valore, e più le agenzie sono costrette a tagliare nuovamente. Fino ad arrivare al temutissimo livello 'junk', spazzatura, che testimonia il default della cosa pubblica. A volte però le attenzioni di queste agenzie arrivano in grave ritardo. I grandi crack finanziari della storia recente, Enron 2001, Parmalat 2003 e Lehman Brothers 2008, per esempio, hanno un comune denominatore. Nessuna delle società si era accorta ufficialmente degli enormi buchi di bilancio che hanno poi innescato le bancarotte fraudolente.