Friuli: non chiamatela settimana bianca, ma “Settimana di studio in ambiente montano”

 

di VALERIO TOMMASO GIURLEO

La cosiddetta settimana bianca degli studenti in montagna, che ha innescato la polemica tra il consigliere regionale Roberto Asquini e l’ufficio della Direzione regionale di Trieste, è sicuramente bandita dalla normativa se pensata come settimana di vacanze invernali. Se invece si chiarisce l’equivoco e si parla più correttamente di una settimana di studi o anche di utilizzare giorni infrasettimanali, in attività di studio e parascolastiche e pure di attività sportive sulla neve, il richiamo a presunte norme o circolari ostative appare oziosa. La comunità scolastica ha potere di autogoverno e non ha bisogno di autorizzazioni quando elabora un progetto innovativo di attività ludiche e sportive integrati da programmi di studio disciplinare (cosiddette vacanze sulla neve). Non s’intacca il calendario scolastico perché le lezioni continuano secondo un progetto didattico formativo deliberato in piena autonomia dalla scuola. Serve solo l’impegno del Preside, la disponibilità di una quota di docenti e un contributo di spesa a carico delle famiglie agiate (per gli allievi di famiglie veramente bisognose esistono formule diverse di aiuto compreso il ricorso ai fondi per il diritto allo studio). Dove sta scritto che l’attività scolastica, basata sulla rigidità dei programmi, sulle lezioni frontali in aula tra i banchi, sul rapporto rigoroso classe e docente, sia più proficua rispetto a quella svolta in soggiorni invernali in cui almeno per una volta nell’anno scolastico sono privilegiate le attività motorie al mattino, che nella scuola di regola sono sacrificate all’ultima ora, spostando, per breve periodo, al pomeriggio gli insegnamenti fondamentali? E’ vero invece il contrario che la possibilità di ribaltare, per breve periodo, le rigidità della scuola calibrando i programmi sulle esigenze degli allievi con lezioni per gruppi e con orari diversi per materia, differenziando gli interventi per sostenere anche i soggetti in difficoltà, rappresenta un salto di qualità dell’insegnamento e un’opportunità maggiore di apprendimento per tutti i ragazzi. L’attività di studio fuori dell’ambito della scuola è la regola per gli studenti della scuola anglosassone. Frotte di ragazzi inglesi hanno invaso per anni Ravascletto. E’ solo auspicabile un aiuto finanziario alle scuole. In passato negli anni 80 l’assessore al turismo Vespasiano, d’accordo con il collega dell’istruzione, elaborò un progetto scuola-neve stanziando un fondo per le scuole (seicento milioni vecchie lire), che progettavano le cosiddette settimane bianche, che a questo punto sarebbe più corretto chiamare settimane di studio in ambiente diverso dalla scuola. Bisogna compiacersi con il consigliere regionale Asquini, che interpreta bene l’idea di un turismo scolastico senza pregiudicare l’attività didattica. Ma egli troverà competenza e lungimiranza nell’attuale assessore regionale all’Istruzione? *ex provveditore agli studi