Friuli: nuove norme, i ciclisti si sentono penalizzati e perseguitati


Parte solo ora, dopo che sono state affibbiate alcune multe clamorose, la fronda contro le nuove normative che penalizzano i ciclisti dei punti sulla patente (dell’auto). Non si capisce se, come spesso accade in Italia, basterà aspettare un po si tempo e piano piano le norme semplicemente non verranno applicate, o se si continuerà sulla strada di quello che viene sentito come un vero e proprio terrorismo.

Queste alcune opinioni raccolte dalle  lettere al Messaggero di oggi

Dopo aver letto sulla stampa alcune delle nuove norme del Codice della strada mi sembra opportuno un commento, in particolare sulla decurtazione dei punti della patente di guida anche ai ciclisti. Come sta scritto in tutte le aule di tribunale, la legge è uguale per tutti, mentre in questo caso viene creata una differenza punitiva fra un ciclista che possiede la patente e uno che non la possiede: al primo saranno decurtati anche punti della patente, al secondo sarà applicata solo la sanzione. Ci saranno dei cittadini che verranno puniti più duramente di altri per la stessa infrazione, quindi due pesi e due misure.
A prescindere da qualsiasi ragione di carattere deterrente che possa aver ispirato questa norma, viene a mancare l’equità della sanzione che deve essere la medesima per tutti. L’equità è alla base di ogni norma di un Paese democratico e condizione essenziale affinché ogni cittadino la accetti e la rispetti.
Davide Stringaro
Tricesimo


Si annunciano tempi di maggior rigore (tolleranza zero?) verso automobilisti, motociclisti e soprattutto ciclisti; con multe salate, sottrazione di punti patente e ritiri delle stesse. Bene. Io, che sono ciclista nella maggior parte dei miei spostamenti urbani, dico: finalmente, era ora! Ma… e i pedoni? Tutta brava gente? Santi subito?
Pronti a stracciarsi le vesti inveendo contro tutto e tutti (ciclisti in particolare), si ritengono vittime innocenti del caos del traffico. Ma intanto: ignorano il semaforo, un oggetto che non li riguarda; attraversano dove càpita e piace; affiancati per chiacchierare, riempiono i sottoportici, obbligano chi li incrocia a scendere dal marciapiede (i frequentatori “esterni” di bar e osterie – a questo proposito – meriterebbero un capitolo a parte). Nel centro storico a traffico “limitato” – confondendo il termine “limitato” con “vietato” – giovani e anziani (la maleducazione non ha età) starnazzano nel bel mezzo della strada. Hai voglia di suonare il campanello: ti ignorano spavaldi, quando addirittura non ti indirizzano un’imprecazione (tipo: “consiglio sessuale”). Mi fermo qua, ma ci sarebbero ancora malcomportamenti pedonali da segnalare. Chiudo con una domanda: ma veramente la Legge è uguale per tutti? Mi riserbo il diritto del dubbio.
Gigi Mestroni
Udine

Restiamo alquanto perplessi per come il Messaggero Veneto, nella giornata di sabato 8 agosto, ha dato notizia della nuova legge sul Codice della strada, intitolando a piena pagina “Da oggi è caccia anche ai pirati della bici”, “ciclisti indisciplinati in città”, “tra slalom sotto i portici e parcheggi selvaggi”. Non ci soffermiamo sulla necessità di incentivare i mezzi di trasporto non inquinanti, sulla carenza di piste ciclabili, sulla mancanza di parcheggi dove poter temporaneamente sostare le proprie biciclette in maniera sicura (a noi in zona stazione ne hanno rubate due in una settimana), in quanto l’intervento si farebbe troppo lungo.
Ci limitiamo a dire che, come uso nel nostro Paese, invece di affrontare i veri temi importanti ci si limita a legiferare in maniera eccessiva (siamo il Paese in Europa con più leggi) sui temi delle “pagliuzze” trascurando quelli delle “travi”. Diversamente da come descritto negli articoli il centro di Udine non è un formicolare di biciclette spericolate, ma è quello che si può trovare in una normalissima piccola città di provincia, che a fatica stenta, troppo spesso, a risvegliarsi tra i tanti sbadigli. Riteniamo che la norma sia discriminatoria e incostituzionale, in quanto siamo tutti uguali dinanzi alla legge, tranne che in questo caso in cui vengono penalizzati i soli ciclisti muniti di patente.
Riteniamo che anche questa volta, come fatto per i T-red, dietro un facile perbenismo che voleva “drizzare la schiena” agli automobilisti scatenati, si colpisca il cittadino nella tasca per far cassa. E se come scritto, e come peraltro è vero, la bicicletta è a tutti gli effetti un veicolo stradale e come tale deve rispettare le regole, ne deriva che se ne deve fare un uso consapevole. Allora lanciamo una provocazione: perché non facciamo – ancora – una legge con la quale prevedere l’uso della bicicletta solo ai maggiorenni e patentati?
Francesca Arpaia
Antonello Del Mestre


Una risposta a “Friuli: nuove norme, i ciclisti si sentono penalizzati e perseguitati”

  1. Aggiornamento del 14/08/2009

    Il popolo dei ciclisti da alcuni giorni si divide in due categorie: quelli senza patente e quelli con la patente. Infatti il Disegno di legge nº 733-B articolo 3 comma 48-2, approvato da poco, recita che, in presenza di infrazioni, ai ciclisti in possesso di patente, oltre alle già salate sanzioni pecuniarie, verranno decurtati anche i punti della patente. Insomma i ciclisti indisciplinati rischiano grosso, ma in maniera diversa, per categoria. Mi chiedo se sia corretto, secondo la nostra normativa, discriminare chi commette la stessa infrazione, applicando pene diverse.

    Io non sono un avvocato, ma mi piacerebbe che qualcuno, più profondo di me in materia, dicesse se ciò sia giusto e costituzionale anche alla luce delle dichiarazioni di Antonio Dalla Venezia, presidente della Fiab che dichiara: «Attenderemo la prima contravvenzione a un ciclistica, con decurtazione di punti dalla patente, per fare ricorso al giudice di pace e chiedere che la norma venga rimessa alla Corte costituzionale perché illegittima».

    Quanto alla nostra città molte persone lamentano che i ciclisti sono indisciplinati, pedalano contromano, parcheggiano selvaggiamente, e sfrecciano a tutta velocità incuranti di ogni norma e rispetto. Da ciclista, devo riconoscere che qualcosa di vero c’è, ma non facciamo passare la categoria per dei pirati della strada! È molto più attento un ciclista che va contromano che un automobilista che arriva a un incrocio attraversato da una pista ciclabile. Per rendersene conto basta percorrere la pista ciclabile di viale Trieste e verificate quanti automobilisti, arrivando dalle strade laterali, rallentano, fanno attenzione e danno la precedenza alle biciclette.

    Se si pretende, giustamente, dai ciclisti il rispetto delle regole, la nostra amministrazione comunale provveda a posizionare rastrelliere in numero adeguato e a sistemare le piste ciclabili cittadine, troppo spesso pericolose e con un manto in alcuni tratti molto rovinato che rischia di diventare una trappola. Bisognerebbe tener conto, prima di penalizzare, che anche la vita dei ciclisti non è tanto facile, specialmente quando affrontano, con grande destrezza, il traffico intenso delle autovetture e i marciapiedi ciclopedonali, la cui pericolosità è altissima a causa della convivenza con i pedoni e con molti carrai e negozi che vi si affacciano. Concludendo ritengo che altre leggi e divieti proprio non servivano, forse basterebbe solo, da parte di tutti, un po’ di buonsenso, educazione e rispetto reciproco.

    Piercarlo Copetti

    Udine

    Sono un assiduo frequentatore con la bicicletta delle piste ciclabili della zona e chiedo la cortese ospitalità per rivolgere tre appelli: ai gestori delle piste, ai frequentatori e agli aeromodellisti del campo di volo “Parco del Cormor” di Feletto Umberto. Ai gestori dei tratti di ciclabile Branco-Castellerio di Pagnacco; Castellerio-guado del Cormor e Laipacco di Tricesimo-Tavagnacco: in molti tratti la sede si è talmente ristretta a causa dei rami sporgenti che si sono creati dei naturali sensi alternati: in due non si passa e si rischia anche di colpire le fronde che invadono la pista. Mi rendo perfettamente conto, anche per scelta di vita, che in tempi di crisi e ristrettezze per molti tagliare i rami di una pista ciclabile possa non essere una priorità rispetto a lavoro, famiglia, assistenza. È però un peccato trascurare un’opera che dà una possibilità di svago a costo zero per tutti. Ai frequentatori: le piste, in fondo, sono delle strade come le altre: tenete la destra, soprattutto in curva!

    Molto spessa capita anche di incontrare persone con il cane al guinzaglio: il proprietario che viaggia s di un lato e il cane sull’altro con il guinzaglio ben teso attraverso la pista. Quando si arriva, anche a velocità moderata, sembra quasi di disturbare mentre si cerca di capire da quale parte gettarsi. Idem dicasi con i gruppi, sempre ben distribuiti sulla pista: pare di attraversare il biblico Mar Rosso. Potrebbe essere opportuno collocare agli accessi alle piste dei cartelli che invitino a comportamenti rispettosi per tutti e che non mettano a disagio o in pericolo i numerosissimi frequentatori.

    Agli aeromodellisti: se sono ben visibili i cartelli che diffidano di attraversare il campo di volo, vorrei ci fosse reciprocità nel non sorvolare la pista ciclabile. Personalmente sono stato tempo fa testimone del silenzioso e repentino precipitare a pochi metri da me e da altre persone di un aeromodello cui si era piantato il motore in volo. Alcuni di questi hanno dimensioni e peso non propriamente piccoli (penso a esempio alla bellissima replica del “macchino” delle Frecce): se dovesse cadere addosso a qualcuno potrebbero fare parecchio danno.

    Franco Colautti

    Tricesimo

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