Friuli: olio Friulano, per ora poco ma buono


Paola Treppo dal Gazzettino di oggi.
Stanno diventando sempre più numerosi gli estimatori dell’olio prodotto in Friuli che diventa, ogni anno che passa, prodotto di nicchia ricercato per la sua bontà e genuinità, non solo dai residenti ma anche da chi vive oltre confine.

Tanto che la produzione, di conseguenza, ha registrato un buon aumento: oggi, infatti, sono circa 150 gli ettari coltivati a ulivo in provincia di Udine, dalle colline esposte al sole del Collio ai Colli Orientali del Friuli, fino ad alcuni appezzamenti nella zona di Fagagna e San Daniele, passando per la Pedemontana e la Collinare. Il ritorno alla coltivazione dell’ulivo nasce pure dall’intensificazione delle colture della vite. La pianta, infatti, si abbina bene ai filari delle vigne.

L’ulivo, in realtà, ha sempre trovato ambiente favorevole in Friuli, considerata dagli esperti l’area più estrema a nord del Mediterraneo in grado di ospitare questa coltura con successo. Fu la grande gelata del 1929 a distruggere gran parte delle grandi estensioni nostrane. Da allora i contadini non misero a dimora per molti anni gli ulivi, preferendo altre piante a rendita maggiore. Di recente, tuttavia, la volontà di recuperare questa antica tradizione, anche con buon ritorno economico, ha fatto rifiorire le coltivazioni. Un esempio arriva dall’azienda agricola Zamarian. «La nostra storia è iniziata diverso tempo addietro quando, nonostante la tradizione passata, ancora nessunopensava che si potesse produrre olio in Friuli – racconta Sandra Zamarianche si occupa delle colture con la sorella Cristina e il padre Gianni -. Il 1968 è stato un anno importante. Grazie all’iniziativa di nostro nonno, Giovanni, il progetto ha preso infatti primo vigore». Nonno Giovanni, infatti, decide di acquistare un piccolissimo appezzamento a un’altitudine di 365 metri sul livello del mare, in località San Rocco, a Campeglio di Faedis. «Nato inizialmente come luogo di svago e di diletto, di spazio per coltivare il suo piccolo vigneto,mio nonno,amante del buon vino, si è fatto affiancare da nostro padreGianni che ha avviato una pulitura dellacollina circostante il vigneto. Tra giganteschi rovi ha scoperto vecchie ceppaie di olivo, alcune ancora in vita e altre ormai secche, irrecuperabili».

Dalle poche piante rimaste, a partire dai primianni Ottanta, la famiglia ne ha riprodotte altre, mettendole a dimora dove lo spazio lo consentiva. «Da allora, nel giro di ventisette anni, dove una volta c’era il bosco oramuovono le loro fronde oltre quattromila meravigliosi olivi.Tutto è stato fattopersonalmente, sperimentando varie tipologie di cultivar. Nel 1996è stato montato il primo frantoio a pietra del Friuli, con estrazione tradizionale attraverso la pressa idraulica, il cosiddetto torchio a fiscoli». Ora l’azienda produce in media 900, 1100 litri di olio all’anno, con una costantecrescita. La vendita si svolge sia in azienda che attraverso alcuni negozi specializzati sia friulani che attivi nelleregioni del Nordest dell’Italia. «In Emilia Romagna siamo presenti nella più antica drogheria-enoteca d’Italia. Abbiamo molto successo pure con la clientela austriaca e tedesca, che apprezza particolarmente il Friuli eiprodotti della nostra terra».

Anche Giuseppe Zorzettig, titolare dell’azienda Zorzettig,da anni coltiva la passione per gli ulivi producendo una quantità di olio extra vergine d’oliva destinato all’uso famigliare, in quel di Cividale. «Da qualche anno – spiega Corinna Sabbadini -, una parte limitata della produzione viene inserita nei pacchi natalizi destinati auna stretta cerchia di clienti privati storici; l’olio, quindi, non viene inserito all’interno di una rete commerciale». Gli uliveti Zorzettig si trovano tutti fra i vigneti di proprietà, situati nella zona collinare di Spessa, la frazione di Cividale dove ha sede l’azienda agricola. «L’olio è stato tanto apprezzato dai clienti che lo hanno assaggiato da richiederlo anche nel corso dell’anno; le piante destano curiosità anche in chi, arrivando in azienda, nota gli uliveti nei terreni che la circondano. Molti, infatti, chiedono informazioni sulla produzione e sulla possibilità d’acquisto». La produzione limitata, di circa 300 litri all’anno, non consente tuttavia di soddisfare tutte le richieste. La qualità organolettica dell’olio Zorzettig, per il campione relativo alla produzione del 2007, è stata valutata lo scorso febbraio dal gruppo di assaggio del laboratorio chimico dell’Agenzia delle dogane di Verona, coordinato dall’esperta Orietta Pavan e curato dall’Associazione interregionale produttori olivicoli, l’Aipo. In base all’esame, l’olio è stato giudicato ottimamente. Rientra, infatti, nella categoria merceologica degli extra vergini e potenzialmente potrebbe essere un olio Dop. «La sensazione olfattiva è caratterizzata da un fruttato leggero/medio descritto da note amarognole di verdura cotta e carciofo. La sensazione gustativa è caratterizzata da un buon equilibrio tra gli attributi nobili, quali l’amaro e il piccante e lascia una sensazione di pulizia in bocca».