Friuli: se per la crisi non si va più dal dentista

Dal MV di oggi

No ad offerte speciali. La salute non è in saldo, pena il venir meno di qualità e sicurezza delle terapie che devono essere i prerequisiti della medicina. Alla luce della recente inchiesta di Osservasalute, l’osservatorio della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, Giovanni Braga, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei medici della provincia di Udine, analizza la situazione friulana, dicendosi preoccupato  per il fatto che 2 cittadini su 3 disertano l’appuntamento con il dentista, relegandolo soltanto a fatto d’emergenza (si sta male e quindi si va dal medico specialista). «È un approccio non conveniente per il paziente» premette Braga che associa a questi fenomeni di diserzione oggettiva il proliferare di pacchetti low cost che di certo «non possono rappresentare la soluzione alle necessità di ricerca della salute da parte del cittadino. È evidente – aggiunge – che viviamo in una condizione di crescente disagio sociale, ma questa situazione non può diventare il pretesto per mercificare la salute, oggetto messo all’asta in una corsa al ribasso».<br />
Braga mette dunque in guardia dal moltiplicarsi di presunte offerte speciali tutto incluso per la cura delle malattie della bocca: «Simili pacchetti nascondono risparmi sui costi determinati dal rispetto della sicurezza e dalla ricerca della qualità. Soltanto la qualità garantisce risultati duraturi nel tempo e terapie, in fin dei conti, meno costose».
Gli sconti, insomma, in salute non pagano in termini di stabilità ed affidabilità dei risultati. Cosa fare allora? «Ci sono tre passaggi utili – dice Braga – per ridurre i costi dal dentista: 1) Sappiamo che le malattie della bocca sono causate dai batteri e solamente con la loro periodica rimozione tramite l’utilizzo costante del filo interdentale e dello spazzolino si può evitare o comunque ridurre la loro gravità. 2) Controlli regolari e sedute di igiene orale regolari servono ad intercettare le malattie allo stadio iniziale. Solo così ne riduciamo la gravità e conseguentemente la necessità di cure complesse e dunque costose. 3) Fornire una cura di qualità significa garantire un minore numero di rifacimenti (nessuna cura è eterna) e significa ridurre i rischi di “spiacevoli sorprese”».
«I primi due passaggi comportano un esborso economico inferiore rispetto al costo di un telefono cellulare. Paradossalmente – osserva Braga – si spendono più soldi nel consumo di beni materiali piuttosto che nella prevenzione delle malattie».
Occorre ricordare ancora che scarsa cultura significa minore prevenzione. «Purtroppo la mancanza di informazione e di cultura odontoiatrica fa sì che le persone con minore scolarità sono quelle che subiscono più danni: questa correlazione non è una fantasia degli odontoiatri – precisa Braga – ma è dedotta dai dati Istat i quali chiariscono una volta per tutte un dato costante: la spesa pro capite dal dentista è maggiore per chi ha minore scolarità». Da questo quadro emerge l’urgenza di trasmettere una maggiore informazione e una più profonda cultura odontoiatriche. «Noi, come medici, – conclude il presidente della commissione – lo stiamo già facendo, ma è indispensabile che le istituzioni si attivino per informare efficacemente i cittadini. Noi dentisti siamo disposti a collaborare attivamente perché siamo consapevoli che le persone realmente vulnerabili sono quanti non hanno la conoscenza o coloro che, pur avendola appresa, non riescono ad applicarla».

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