Fusine: chiude la Weissenfels Traction

Lo scoramento dell’Assessore Ciriani e del sindaco Carlantoni la dice lunga: ”Un atteggiamento che lascia sconcertati, allibiti”; è la reazione del vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani, di fronte all’annuncio di una chiusura graduale del sito produttivo di Fusine dato oggi dal titolare della Weissenfels Traction, Paolo Zanetti, nel corso della riunione convocata in municipio a Tarvisio dal sindaco Renato Carlantoni. ”Zanetti, dopo essere stato ripetutamente invitato – ha precisato Ciriani – si e’ presentato oggi all’incontro con Regione e Comune di Tarvisio gia’ determinato ad abbandonare il Friuli Venezia Giulia e a concentrare ogni attività nell’area trevisana”.

22 lavoratori coinvolti. L’azienda tarvisiana che produce catene professionali da neve ha attualmente in carico 36 lavoratori tra operai ed impiegati. Di questi, è stato detto, 22 sarebbero direttamente interessati dal piano di smobilitazione esposto da Zanetti, alcuni sarebbero in area prepensionabile ed i rimanenti continuerebbero ad essere coinvolti come trasfertisti a Santa Lucia di Piave, dov’è in funzione la linea produttiva di catene leggere.

Ciriani: un atteggiamento che lascia sconcertati. «Non siamo disposti ad accettare un pacchetto già confezionato prima di un confronto costruttivo con le istituzioni», ha affermato il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, al termine della riunione. Preso atto della volontà esposta da Zanetti, Ciriani ha chiesto alla proprietà della Weissenfels Traction di «riconsiderare ogni possibile soluzione per evitare la dismissione di Fusine, valutando anche l’eventuale ingresso di nuovi soci». Secondo il vicepresidente quello della Weissenfels è «un atteggiamento che lascia sconcertati, allibiti».
 
Carlantoni: è una presa in giro. «Li abbiamo convocati a forza – ha commentato il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, riferito ai titolari della Weissenfels Traction – ed ora vorrebbero farci digerire una proposta unilaterale contraria ad ogni interesse del territorio dopo che, non più tardi di due anni e mezzo fa, Regione e Comune si sono impegnati pesantemente nell’acquisto degli immobili della Weissenfels». «Non lo accettiamo – ha aggiunto Carlantoni, promettendo di approfondire la vicenda – perché in questo modo vengono presi in giro i lavoratori come il resto della comunità locale».
 
Zanetti promette verifiche. A fronte delle richieste di Ciriani e Carlantoni, l’iniziale disponibilità di Zanetti, limitata ad un abbandono graduale dello stabilimento di Fusine attraverso l’utilizzo di tutte le forme previste di ammortizzatori sociali, è stata rivista proprio in funzione delle ulteriori verifiche sollecitate dalle istituzioni.
 
Scalera (Cisl): i sentori c’erano. Sconcertato della notizia si dice anche Saverio Scalera, della Cisl, che preannuncia battaglia e, pur ammettendo che «dei segnali già c’erano» definisce inaccettabile che i sindacati non siano stati nemmeno invitati all’incontro odierno.
 
La Weissenfels tech chains rilancia la produzione. I due rovesci della stessa medaglia: la Weissenfels Traction annuncia la possibile chiusura e, sempre a Fusine, a distanza di pochi metri, la Weissenfels Tech Chains che, dopo l’acquisizione da parte dell’imprenditore friulano Giovanni Cantarutti Azzano, in meno di tre mesi ha rilanciato la produzione di catene tecniche da sollevamento. Dopo l’incontro nel municipio di Tarvisio con la proprietà della Traction, infatti, Ciriani ha visitato gli stabilimenti della Tech chains assieme al sindaco Carlantoni, all’assessore comunale Cimenti e al consigliere regionale Baritussio. «Questa è la parte positiva dell’intera vicenda Weissenfels», ha notato Ciriani, complimentandosi con Azzano per un progetto «coraggioso e funzionale che sta progressivamente assorbendo la maggior parte dei lavoratori precedentemente impiegati». «Sono decisamente ottimista sul futuro della Weissenfels Tech Chain – gli ha fatto eco Carlantoni – perché sta svolgendo un’azione combinata di marketing e produzione intelligente e ben articolata».
 
17 tonnellate al giorno. Allo stato attuale, nei capannoni della Weissenfels tech chains di Fusine (4.500 metri quadrati complessivi) 85 tra operai (70) ed impiegati (15) garantiscono una produzione giornaliera di 17 tonnellate di catene da sollevamento e relativi accessori, con l’obiettivo di arrivare entro l’anno a 30 tonnellate quotidiane ed incrementare il fatturato mensile da 600 mila ad un milione di euro.  
 
Azzano: recuperiamo clienti. «I costi delle materie prime sono appena aumentati da un minimo di 20 ad un massimo del 300 per cento – ha affermato Cantarutti Azzano – ma, fiduciosi nella crescita del mercato, produciamo quantità sufficienti a garantire tre mesi di scorte in magazzino. Parallelamente stiamo lavorando sul recupero dei clienti in tutto il mondo, forti di un budget di 10,5 milioni per il 2010 che contiamo di portare a 15 e poi a 20 nei prossimi due anni». 
 
90% di vendite all’estero. La quasi totalità delle catene industriali uscite da Fusine sono dirette al mercato estero che, in particolare grazie a Germania, Inghilterra, Stati Uniti ed Australia, assorbe oltre il 90%o delle vendite.