Friuli: smog, non è vero che a Udine va tutto bene


di Roberto Pizzutti

Le ultime statistiche annuali sulla qualità dell'aria in 60 capoluoghi italiani mettono Udine in buona luce rispetto alle altre città monitorate. Un risultato che ha fatto commentare così l’assessore alla qualità della città Lorenzo Croattini: “Non siamo in una situazione preoccupante per le polveri”. Tuttavia c'è poco da stare allegri, per almeno due ragioni.  Innanzitutto: pensiamo veramente che a Udine la produzione di inquinanti non sia elevata? E' tutto da dimostrare. Probabilmente non siamo differenti da altre città simili che registrano una qualità dell'aria peggiore della nostra: semplicemente nel 2010 le condizioni atmosferiche possono averci favorito. Basta che il vento giri <br />
      Seconda e forse ancor più importante ragione è che i limiti di legge non sempre sono sinonimo di sicurezza. Non dobbiamo pensare che 45 o 49 microgrammi di polveri sottili sono innocui mentre 50 o 60 sono pericolosi. I danni alla salute, come evidenziano numerosi studi in materia, iniziano molto prima, già a 20 o 30 microgrammi, e aumentano gradualmente con l'aumento delle concentrazioni di inquinanti. La soglia legale è dunque solo una convenzione, un livello di allarme sopra il quale non si può proprio andare (e che invece si supera allegramente). Tanto è vero che i superamenti ammessi per le polveri sottili dovevano essere portati entro il 2010 da 35 a 7, ma la norma europea che prevede questa maggiore tutela per i cittadini è stata assurdamente prorogata.
      La difesa della qualità dell'aria – non solo a Udine ma in tutti i comuni della regione – deve passare quindi attraverso: una decisa politica di contrasto alla produzione di inquinanti; una decisa politica che limiti il trasporto privato in auto; promozione, protezione, incentivazione dei trasporti alternativi all'auto; campagne di informazione e formazione dei cittadini. Positivi in questo senso alcuni interventi e orientamenti dell'amministrazione comunale (bici a noleggio, repressione delle soste selvagge) ma molto altro può essere fatto, anche con costi minimi.
      Il Wwf sollecita urgentemente un intervento per ridurre il numero delle auto in circolazione attraverso l’utilizzo condiviso dei mezzi privati dei pendolari dipendenti di grosse strutture pubbliche (Comune e ospedali). Se cinque persone utilizzano la stessa auto, ci sarà bisogno di un unico posto di parcheggio e si produrranno meno inquinanti.