Friuli: umenta dopo molti anni il reclutamento degli Alpini

Se parliamo di gente Friulana, il mito gli assegna il ruolo di "salt, onest e lavoradôr", ma storicamente anche quello di Alpino. L’attaccamento al cappello e alla piuma ha radici storiche, che hanno avuto la loro massima espressioni nell’immane lavoro che gli alpini hanno sempre fatto quando ancora la protezione civile non esisteva, e anzi, proprio da quello spirito altruistico e di corpo è nata la Protezioe Civile che conosciamo oggi. Fatto sta che negli ultimi anni, l’idea del Friulano Alpino si era un pò offuscata, ma adesso sembra stia tornando.

MAURIZIO CESCON dal MV di oggi<br />

Sarà per colpa della crisi e uno stipendio sicuro, di questi tempi, è oro colato. O forse per merito di un risveglio dell’amor di Patria. O del fascino della divisa. Fatto sta che i giovani friulani (e in generale di tutto il Nord d’Italia) tornano ad arruolarsi negli alpini, dopo anni nei quali portare il grigio-verde era considerata un’opzione da trascurare e le nuove penne nere erano quasi esclusivamente meridionali. Lo ha rivelato il generale di Brigata Gianfranco Rossi durante la conferenza stampa di commiato dal comando della Julia. «E’ in aumento il reclutamento nel Nord – ha detto l’ufficiale –. La tendenza è positiva e i numeri sono significativi». Il Friuli Venezia Giulia è la quarta regione di provenienza degli alpini della Julia, con il 10% del totale, ma è la prima regione del settentrione, seguita dal Veneto con il 5%, mentre il Piemonte, altra storica terra alpina, è quasi in coda con appena il 2%. Serbatoio più importante di nuove leve è la Campania con il 22% delle reclute, seguita da Puglia e Sicilia con il 16%. Attualmente la Brigata, che ha la sua sede a Udine e nuclei operativi a Cividale, Venzone, Tolmezzo, Belluno, Trento e Vipiteno può contare su una forza di 4 mila uomini, dei quali 300 sono donne. Un terzo di questi militari, vale a dire circa 1.300 persone, vivono e lavorano nelle caserme friulane.
Novità, per quanto riguarda la Julia, anche sul fronte della Forza multinazionale terrestre, della quale fanno già parte oltre all’Italia, anche Slovenia e Ungheria. Da qualche tempo c’è un osservatore militare della Croazia, che ha il compito di favorire l’ingresso del Paese della ex Jugoslavia nel gruppo. «L’osservatore croato invia dei report frequenti nel suo Paese – ha detto il generale Rossi – e ritengo che la Croazia possa diventare parte del “club” nei tempi dovuti. Per quanto riguarda un’eventuale partecipazione dell’Austria, invece, abbiamo finora avuto solo un interessamento generico, non concreto da parte delle autorità politiche e militari di Vienna. Del resto si entra nella forza multinazionale per scelta degli Stati, la Croazia sta facendo un percorso lento, ma progressivo».
Il comandante della Julia ha fatto poi un cenno ai tagli di bilancio della Difesa che hanno colpito anche i conti della Brigata. «In questo anno abbiamo stretto i denti – ha dichiarato l’ufficiale – per mantenere un’operatività accettabile. Alcune attività comunque sono state ridotte, ma abbiamo privilegiato gli investimenti sui giovani e sulla conoscenza. Le nuove missioni all’estero che sono alle porte hanno consentito di riottenere finanziamenti più cospicui».
Infine i vertici della Julia hanno sottolineato la perfetta riuscita della missione “White Crane”, gli aiuti alle popolazioni disastrate di Haiti dopo il terremoto del gennaio scorso. «Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) – ha concluso il generale Rossi – è rientrato il contingente italiano imbarcato sulla portaerei Cavour, tra cui la task force del Genio della Julia. Ebbene i ragazzi in 24 ore si sono resi disponibili a partire. C’è stata una frenetica preparazione della missione che ha consentito di dare una mano concreta alla popolazione di Haiti. In particolare sono stati 13 i cantieri edili completati dalla task force del Genio per oltre 13.500 metri cubi di macerie rimosse».
Intanto domani mattina, alla caserma Spaccamela, ci sarà la cerimonia ufficiale del passaggio di comando tra il generale Rossi e il generale Bellacicco.