Udine: il presidente dell’Ordine dei medici «Non denunceremo mai gli ammalati»

Prende una posizione ancora una volta ferma e chiara l’Ordine dei medici di Udine in relazione alle ultime richieste avanzate dalla Lega Nord del Friuli-Venezia Giulia che vorrebbe che i medici denunciassero i clandestini che si fanno curare e che la Regione metta in campo del personale amministrativo deputato a queste funzioni di controllo negli ospedali. 

 «Noi confermiamo – premette il presidente, Luigi Conte – il nostro parere negativo contro ogni forma che ci mette nelle condizioni di non esercitare al meglio il nostro mandato etico, deontologico e sociale di garantire a tutte le persone che hanno bisogno tutte le cure, indipendentemente dalla loro condizione sociale, dal loro credo e posizione politica». L’Ordine dei medici alza il tiro: «È altamente pericoloso per la salute dei cittadini – aggiunge Conte – lasciare che queste persone malate possano diventare mine vaganti in giro per le nostre città, sfuggendo, per paura di essere denunciati, al controllo della sanità pubblica». 

L’Ordine si appella ai doveri etici e deontologici per smontare le nuove richieste avanzate dal Carroccio. «Lo ripetiamo una volta di più: noi non diventeremo mai né gendarmi né delatori». E anche se ci fosse il reato di clandestinità – asserisce Conte, che è anche membro del Comitato nazionale della Federazione degli Ordini dei medici – e anche se dovessimo, per legge, essere obbligati a denunciare e segnalare gli irregolari, noi “ricorreremo alla clausola di coscienza prevista dal nostro Codice di deontologia dove si dice chiaramente che nessun medico può fare qualcosa che sia contrario alla propria coscienza”. Il concetto di medicina non è vincolato a segnalazioni o attività delatorie: la medicina deve essere libera, totalmente, e indipendente da qualsiasi condizionamento proprio per garantire a tutti i cittadini le cure, senza alcuna distinzione fra ceto sociale, credo etico, religione, sia in pace sia in guerra». Conte è convinto che «i nostri valori sono al di sopra degli Stati e trasversali a tutti gli Stati, e così deve essere».
I rischi a cui si va incontro – sottolinea il presidente dell’Ordine dei medici di Udine – dovrebbero convincere tutti dell’insensatezza di tali proposte: «Se viene meno l’anonimato di chi si presenta, allora possiamo dire addio al ruolo specifico della nostra categoria, che è quello di sorvegliare lo stato di salute di tutta la popolazione, perché, in questo caso, è evidente che non si presenterebbero più da noi medici i clandestini ammalati», perciò questi ultimi andrebbero ad alimentare una pericolosa «sanità clandestina parallela che provocherebbe danni notevoli agli immigrati e a tutti i cittadini».