FRiuli: un corpo sportivo militare per gli atleti del FVG

di Bruno Tavosanis

Consentire agli atleti friulani più promettenti di far parte di un corpo sportivo militare di stanza in regione. E’ la proposta di Ermes De Crignis, azzurro del salto negli anni ’70, padre dell’attuale componente della squadra nazionale Alessio, già sindaco di Ravascletto e assessore della Comunità Montana della Carnia, quindi un uomo di sport e istituzioni. Ora è presidente della sezione calcio della Ss Ravascletto, ma non dimentica il suo primo amore. «Finanza, Forestale, Polizia, Esercito e Carabinieri hanno un ruolo insostituibile per consentire ad uno sportivo di gareggiare – spiega -. Però viene scelto solo chi è arrivato al top, mentre in precedenza i costi sono tutti a carico di famiglie e club». Di conseguenza, secondo De Crignis, è necessario dare la possibilità ai ragazzi più promettenti, ad esempio quelli inseriti nelle squadre nazionali giovanili, di poter proseguire la carriera: «A 18-19 anni le spese cominciano a diventare importanti – afferma – e non possiamo rischiare di perdere i nostri talenti per motivi economici, anche perché i risultati di alto livello ormai non si raggiungono più in tenera età, salvo eccezioni alla Alessandro Pittin». Un esempio è Silvia Rupil, esplosa in questa stagione a quasi 25 anni. «A suo tempo avevo già parlato di fare un ragionamento a livello di Forestale regionale – prosegue De Crignis -. Non ci sarebbero grandissimi investimenti, perché questi ragazzi, essendo già inseriti in nazionale, avrebbero comunque un allenatore. Penso ad un coordinamento da parte di chi ha chiuso la sua attività e per il futuro il primo nome che mi viene in mente è quello di Giorgio Di Centa, il cui esempio sarebbe fondamentale per tutti i giovani». Il vantaggio? «Chi per vari motivi, magari per problemi fisici, smette di fare sport, avrebbe comunque la certezza di una sistemazione nel nostro territorio – risponde De Crignis -, fermo restando che poi dovrà studiare e impegnarsi nel nuovo ruolo. In più la Regione avrebbe la titolarità di chi arriva a livelli altissimi. Ad esempio, un Pittin l’avrei preso a occhi chiusi 5 anni fa ed invece ce lo siamo fatti scappare». Secondo De Crignis l’ipotesi è assolutamente fattibile: «Un funzionario regionale mi ha detto che sarebbe sufficiente predisporre un corso ad hoc – conclude -. Mi auguro che chi di dovere rifletta su questa opportunità».<br />