Gemona: il comitato Cicogna pronto alla protesta se l’ospedale subirà tagli

di Giusy Gubiani.

A distanza di una settimana dall’approvazione dell’ordine del giorno in difesa dell’ospedale San Michele, arriva la ferma presa di posizione del Comitato Cicogna, che chiede a gran voce il reintegro con piena dignità del reparto di chirurgia generale, comprese le urgenze. Lo storico gruppo, succeduto al comitato precedente nel 1995 a seguito della chiusura del reparto di maternità cittadino, esprime soddisfazione nei confronti del consiglio comunale: «Un nostro documento, inviato all’amministrazione e a tutti i consiglieri, nella sostanza ha trovato piena risposta nell’ordine del giorno votato all’unanimità», spiega la portavoce Maria Pia Fantini. Il comitato, accanto alla richiesta di ordine politico mirante a restituire la dignità di ospedale di rete al San Michele, ne avanza anche di natura più tecnica rivolte alla Direzione sanitaria aziendale, sottolineando l’importanza di alcune questioni determinanti per il futuro dell’ospedale. In primis, la ripresa della piena operatività del reparto chirurgico gemonese (ambulatori e sale operatorie), incluse le urgenze, come tra l’altro previsto dalla stessa legge Fasola, affermano dal comitato, mettendo in guardia rispetto al week surgery, il ricovero chirurgico dal lunedì al venerdì, che in futuro dovrà rimanere complementare al reparto e non l’indirizzo fondamentale, altrimenti diventerebbe difficile effettuare nel nosocomio interventi di chirurgia maggiore e intermedia (che necessitano di più giorni di ricovero). Inoltre, è indispensabile garantire le reperibilità chirurgica e anestesiologica, e quindi le urgenze, per l’intero arco delle 24 ore. Il comitato puntualizza: «Questi concetti dovranno essere fin da subito inseriti nel Piano attuativo locale 2013, che sarà approvato dai sindaci prossimamente e potrà quindi contribuire a contrastare quella politica del carciofo, consistente in un lento e defilato depauperamento dei servizi ospedalieri offerti, che già da molti anni colpisce il nostro ospedale». «Togliere le urgenze a fronte di un numero di accessi al pronto soccorso quasi pari a quello tolmezzino o ridurre le attività delle sale operatorie sono l’anticamera della chiusura del San Michele», conclude il comitato. A ruota le altre richieste complementari: l’equiparazione dei tempi di attesa per prestazioni ambulatoriali e specialistiche con il nosocomio di Tolmezzo e la collocazione all’ospedale gemonese di una risonanza magnetica. Il Comitato avvisa: «A fronte di ulteriori penalizzazioni, la nostra risposta sarà durissima».