I blog, i blogger e le proposte di legge illeggibili

Ma che cosa fa un parlamentare a Roma? Quali compiti svolge, come si guadagna la giornata? Bella domanda: l’unica cosa che sicuramente tutti conoscono di un parlamentare è l’ammontare del suo stipendio. Lascio per ora in sospeso questa “interrogazione” (la riprenderò a fine articolo), per parlarvi una volta tanto della mia attività di blogger, termine che identifica tutti coloro che affidano e organizzano i loro pensieri per iscritto in appositi spazi sul web denominati “blog(s)”. Sul suo blog ognuno butta giù un po’ quello che gli pare e se l’autore lo consente, chiunque può postare dei commenti sugli argomenti trattati, cui poi segue (di solito) un ulteriore contro-commento e così via. I capostipiti di questa nuova generazione di “grafomani logorroici”, hanno fatto fortuna e la flessibilità delle strumento “blog” ne ha decretato un successo crescente. Diventando fenomeno di massa, ha attirato quelli anche commentano in modo gratuito, volgare ed offensivo e per chi è titolare di un blog il problema comincia a diventare serio: se qualcuno si sente diffamato magari da un commento anonimo e sporge denuncia, può capitarti che applichino la violazione di un articolo del codice penale; ti sequestrano il blog e il tuo lavoro di anni và in fumo. È un po’ come se, quando qualcuno scrive frasi offensive su di un muro fosse incriminato il proprietario del muro per non aver vigilato su chi poteva scriverci sopra! Ed ecco che scendono in campo i nostri bravi parlamentari con le loro proposte di legge per regolamentare il settore. In questo periodo in particolare segnaliamo quella del parlamentare Luca Barbareschi, di Gabriella Carlucci e un dell’onorevole D’Alia. Uno si aspetta che con il grande fermento culturale e l’importanza che sta assumendo Internet, le norme suggerite siano di ampio respiro e tese a sviluppare il web. Invece le proposte che emergono vanno dall’omologare le responsabilità del titolare di un piccolo blog, a quelle del direttore di Repubblica; che l’ordine di cancellare un dato contenuto e di eventualmente oscurare la pagina possa venire direttamente dal governo; che operatori e portali che rendono possibile l’anonimato siano da ritenersi responsabili al pari con gli utenti di qualsiasi reato. Ma allora, cosa fa un parlamentare a Roma? Dovrebbe fare delle proposte di legge per far progredire e modernizzare l’Italia. Dovrebbero, appunto; ma in questo caso è come se avessero affidato l’elaborazione di nuove norme per il codice della strada ad un parlamentare “senza patente”.<br />