Investire in Friuli: il nuovo mattone è il terreno agricolo

Metti caso che di questi tempi uno abbia 2 Euro da investire e con la recessione in atto non si fidi più del mattone o dei titoli di stato (che rendono oramai poco): in Friuli Venezia Giulia è cominciata la corsa al terreno agricolo. Subito la cosa ha fatto lievitare i prezzi e Coldiretti non ci stà .

«Abbiamo commissionato un’indagine all’Swg – spiega il presidente di Coldiretti Fvg, Dimitri Zbogar –. Indagine realizzata per verificare l’impatto della crisi finanziaria sulle imprese agricole. Da questa è emerso che i terreni agricoli battono l’oro nella classifica degli investimenti giudicati più sicuri dagli italiani e sono, per questo, scelti come bene rifugio alternativo. Questo fenomeno – continua – fa schizzare le quotazioni verso l’alto».
I prezzi sono fissati da una apposita commissione provinciale che predispone le tabelle sul valore medio dei terreni agricoli in caso di espropri, valore più basso di quello reale. Il Friuli Vg è suddiviso nelle cosiddette “regioni agrarie”, in base alle caratteristiche dei terreni e alla loro vocazione agricola. La provincia di Udine ne ha 15, Pordenone 5 e Gorizia 3. I prezzi fissati dalla commissione della provincia di Udine sono i più bassi e vanno dai 38 mila ai 45 mila euro per i vigneti, livelli nettamente inferiori alle quotazioni di mercato soprattutto per le zone vocate basti pensare all’area del cividalese. Stessi livelli per i frutteti, mentre i seminativi (cereali) oscillano dai 19 mila euro della montagna ai 33 della Bassa. La forbice dei prezzi per la provincia di Gorizia si attesta dai 100 ai 150 mila per i vigneti in collina (i prezzi di mercato risultano però superiori, in alcuni casi anche del doppio) agli 80, 100 mila euro della pianura. Per i seminativi i prezzi vanno dai 40 ai 50 mila euro. Per la provincia di Pordenone, la commissione ha fissato per i vigneti 45 mila euro per l’area collinare montana e 70 mila euro per la pianura. Stessi livelli per i frutteti. Per quanto riguarda i seminativi i prezzi vanno dai 20 ai 45 mila euro.
Questi dati, tuttavia, sono indicativi. I prezzi di mercato, infatti, non tengono conto ne delle tabelle fissate dalla commissioni espropri ne del concetto della territorialità individuata con le cosiddette regioni agrarie. «Il terreno è un costo per le imprese agricole che devono crescere e svilupparsi e l’aumento delle quotazioni rischia di trasformarsi in un ulteriore onere che si somma a quello della stretta creditizia – spiega il direttore della Coldiretti Elsa Bigai –. Questa situazione è un ostacolo all’ingresso di quei giovani imprenditori agricoli che decidono di investire, con una scelta imprenditoriale che risponde, tra l’altro, al crescente interesse per la campagna e, con esso, al bisogno di sicurezza alimentare e ambientale da parte dei cittadini, e che va in direzione opposta a chi punta su rendite fondiarie che non creano né sviluppo né occupazione». «Dai dati dell’indagine – aggiunge Bigai – nasce la necessità di adottare una serie di politiche capaci di creare reale sviluppo e di tenere il passo con il dinamismo degli imprenditori Under 35, a cominciare dall’attuazione delle misure del cosiddetto pacchetto giovani. Servono cioè strumenti di mercato innovativi, capaci di mettere insieme pubblico e privato e di migliorare l’accesso al credito alle giovani imprese agricole, favorendo così il ricambio generazionale, attraverso l’adozione di prodotti destinati sia alle imprese in start up sia ai passaggi generazionali».