Klagenfurt: Friaul, il vicino Sud che seduce gli austriaci

di Marco Di Blas.

Lo sappiamo, gli austriaci amano l’Italia. Fanno shopping nei nostri negozi, frequentano i nostri ristoranti, visitano le nostre aziende vinicole. Senza la loro presenza sotto l’ombrellone Grado, Lignano e le altre spiagge dell’Alto Adriatico avrebbero qualche problema. La Kleine Zeitung, quotidiano della Carinzia e della Stiria, i Länder più vicini a noi, assieme al Tirolo, parla di «seduzione del Sud vicino». Un amore che si esprime anche nella pubblicazione di libri e guide dedicati al nostro Paese e in particolare al Friuli Venezia Giulia, regione più vicina all’Austria. Conosciamo ormai tutto dei coniugi Gisela Hopfmüller e Franz Hlavac, giornalisti di primo piano (ora entrambi in pensione) dell’Orf, la tv pubblica austriaca. Da oltre dieci anni hanno comprato casa a Varmo, facendo del Friuli la loro patria d’elezioni e al Friuli hanno dedicato due libri. Il secondo, dal titolo Friaul erleben. Pflanzen, Küche, Lebensfreude (“Vivere il Friuli. Piante, cucina, gioia di vivere”), è stato presentato in marzo nel municipio di Varmo. Ma non sono i soli ad aver scritto di noi. Ce ne sono molti altri e il fenomeno non può che sorprendere, perché anche gli italiani, specie qui nel Nord-Est, amano l’Austria, la frequentano, provano nostalgia per i secoli di storia comune, ma nessuno di essi finora si è sognato di dedicarvi un libro (a parte quelli di storia, che però si fermano tutti alla caduta dell’impero absburgico). Gli austriaci, al contrario, scrivono e ci descrivono. Alla coppia Hopfmüller-Hlavac citata si affianca Evelyn Rupperti, di Villach, grande conoscitrice del Friuli, che ha dato alle stampe una guida tascabile di Udine. Già il sottotitolo (Trends, Tajut e Tiepolo) lascia intuire che lo spettro dei suoi interessi spazia in campi differenti. Il ragionamento a cui si ispira è che scendere a Udine solo per fare acquisti è tempo sprecato: c’è molto di più da fare e da vedere. Per esempio, percorrere via Paolo Sarpi, facendo la spola da un bar all’altro per un tajut, oppure scoprire perché «in Udine si è così orgogliosi di un artista veneziano di nome Tiepolo». All’intero Friuli è dedicata invece la guida pubblicata da Rudi Palla, dal titolo Auf ins Friaul. Verborgenes, Skurriles. Kulinarisches (“Andiamo in Friuli. Segreti. Curiosità. Gastronomia”. Palla suggerisce ai suoi lettori la scoperta degli aspetti meno noti della nostra regione (e sarebbe interessante capire se forse sono ignoti anche a noi che vi risiediamo), come si evince dalla scritta sulla copertina: Benvenuti dal nostro vicino sconosciuto. Rudy Palla è scrittore e autore cinematografico viennese e può osservarci, quindi, con l’occhio di chi viene da lontano. Ha già compiuto otto tappe nel Nord-Est d’Italia. Da noi ha rivolto la sua attenzione, tra l’altro, ad Aquileia, facendo rotta anche sulle isole Anfora e Safon. Un capitolo è dedicato alle fiera degli uccelli di Sacile. Tanti consigli di viaggio, tanti richiami storici, ma anche tante tentazioni per il palato, con «venti ricette originali friulane». Alpe-Adria Trails è il titolo di un libro di Guido Seyerle, che ha per tema l’itinerario omonimo dallo spartiacque alpino in Carinzia fino a Muggia e alle località dell’Adriatico, attraversando nella prima parte luoghi austriaci (dal Grossglockner a Gmünd), per poi scendere in Slovenia a Kraniska Gora e quindi a Cividale e a Lipica. È un libro di viaggio, che propone itinerari giornalieri, fornisce informazioni sulla viabilità e sulle condizioni delle strade, suggerisce luoghi dove alloggiare alla notte. Non mancano indicazioni per raggiungere punti di interesse che non si trovano direttamente lungo il percorso: uno di questi, per esempio, è il museo della guerra sul monte San Michele. L’itinerario è suddiviso in 43 tappe, che naturalmente non devono essere percorse tutte di seguito. Un’altra guida legata a un percorso è la Parenzana (Die Parenzana), scritta da Janko Ferk e Sandra Agnoli, un lavoro a quattro mani sulle scarne tracce della dismessa ferrovia che tra il 1902 e il 1935 aveva collegato Trieste a Parenzo. Oggi su quel sedime di 123 chilometri non viaggiano più i treni. Al suo posto c’è invece una pista da percorrere a piedi o in bicicletta, per la quale i due autori austriaci suggeriscono un viaggio in 35 tappe, per vedere i paesaggi più belli tra Trieste e l’Istria. Ovviamente anche in questa pubblicazione non mancano richiami alle specialità culinarie della zona.