La profezia che si autoavvera

Nella Comunicazione moderna si fa spesso ricorso consapevole ad un meccanismo subdolo e, purtroppo, efficace: trattasi della cosiddetta "profezia che si autoavvera".Il fenomeno è noto ed osservato da decenni, perchè ampiamente riscontrabile in diversi campi: educazione, politica, economia, psicologia e comportamenti sociali.

Nel 1948, il sociologo americano Robert King Merton introdusse un interessante concetto: "una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità".
Merton sì ispirò a quanto enunciato da un altro celebre sociologo americano, William Thomas, il quale formulò quello che è passato alla storia come Teorema di Thomas , ovvero: “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”.
Lo psicologo austriaco Paul Watzlawick nel 1984 affermò che un’aspettativa poteva essere concretizzata da un’auto-convinzione oppure da fattori esterni (altri individui).
Giovanni Romolo Capuano nel suo Oracoli quotidiani. Cos’è e come funziona la profezia che si autoavvera (ESI, Napoli, 2003), descrisse il fenomeno come una supposizione o profezia che, per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità.

Ecco spiegato perchè le maldicenze sono qualcosa di veramente terribile e andrebbero bandite o tacitate subito in qualsiasi ambiente di lavoro e non; generalmente avvengono all’insaputa dell’interessato e promuovono atteggiamenti in chi le fa o le ascolta che poi alla fine producono proprio l’avverarsi della maldicenza.

Veramente terribile.