Latisana: Friuli elettroimpianti dichiarata fallita 30 dipendenti in cassa integrazione

di Paola Mauro

È stata dichiarata fallita, mercoledì scorso, in tribunale a Udine (giudici Gianfranco Pellizzoni, presidente, Francesco Venier e Mimma Grisafi), la Friulielettroimpinati di Pertegada, i cui dipendenti sono senza stipendio dal maggio scorso. L’udienza per l’esame dello stato passivo è stata fissata per l’11 maggio davanti al giudice delegato Gianfranco Pellizzoni. Giuliano Bianco è stato nominato curatore fallimentare.

La situazione nella società con sede a Pertegada, nata nel 1983 e specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti nei settori civile, industriale, terziario e medico nel’intero territorio nazionale, in Europa, Africa del sud, America e Asia, ha iniziato ad aggravarsi lo scorso mese di maggio quando alcune squadre di operai partite all’inizio della settimana alla volta di Sappada per procedere con gli interventi presi in appalto agli impianti di risalita, sono state improvvisamente richiamate in sede e immediatamente poste in cassa integrazione ordinaria.<br />
 

A questo punto la società ha convocato il personale e nel corso di un’assemblea ha illustrato le difficoltà e l’intenzione di porre in cassa integrazione ordinaria tutto il personale a cominciare dagli operai. Il personale senza stipendio già dal mese di aprile ha dovuto attendere settembre per prendere la busta paga di aprile e dei giorni lavorati a maggio poi più nulla. La cassa integrazione ordinaria avrebbe dovuto essere corrisposta dall’azienda ma la Friuli Elettroimpianti – stando a quanto segnalato dai dipendenti – non ha versato nulla.
A settembre un’altra assemblea per annunciare il passaggio di tutti i dipendenti (anche gli impiegati che sono stati gli ultimi a lasciare il posto di lavoro) alla cassa integrazione straordinaria, quella corrisposta dall’Inps, ma a metà gennaio nessuno dei circa 30 lavoratori ha percepito ancora nulla, nè per i primi quattro mesi di cassa integrazione ordinaria nè per i successivi quattro mesi di cassa integrazione straordinaria.
Da qui la decisione, supportata dalle sigle sindacali, di presentare la richiesta di fallimento per la Friuli Elettroimpianti spa.
Non è escluso che a mettere in forte difficoltà la società di Pertegada sia stato anche l’importante credito (circa 2 milioni di euro) vantato nei confronti di alcune società partecipate della Ge.Tur.Fingefa (società della curia udinese dichiarata fallita a dicembre) per interventi di realizzazione e manutenzione degli impianti di risalita di Sappada.

 

Una risposta a “Latisana: Friuli elettroimpianti dichiarata fallita 30 dipendenti in cassa integrazione”

  1. aggiornamento del 19/01/2011

    Eravamo già a conoscenza da qualche mese della difficile situazione della Friuli elettroimpianti spa ed è stata una vicenda che abbiamo seguito con apprensione. Purtroppo è un’altra “mazzata” per la realtà produttiva del nostro territorio già in grosse difficoltà per la mancanza di fabbriche e il poco terziario presente non è in grado di dare risposta alle tante persone senza un’occupazione».
    Il fallimento della Friuli Elettroimpianti spa dichiarato la scorsa settimana non ha colto impreparata il sindaco di Latisana, Micaela Sette così come neppure la notizia della difficile situazione vissuta dai circa trenta dipendenti della ditta che dallo scorso mese di maggio non hanno ancora percepito né i primi quattro mesi di cassa integrazione ordinaria che avrebbe dovuto corrispondere la società, né i successivi quattro di cassa integrazione straordinaria a carico dell’Inps.
    «E devo segnalare proprio perché conosco la realtà le difficoltà che stanno incontrando anche alcuni fornitori collegati al fallimento della Friuli Elettroimpianti – aggiunge il sindaco Micaela Sette – ditte di Pertegada e Latisana che a loro volta da mesi si trovano in difficoltà a livello di liquidità».
    Nuove famiglie quindi che si trovano ad affrontare un periodo in salita: «Ë questi nuovi trenta disoccupati non so ancora se tutti di Latisana ma presumo di si, si aggiungono ai già oltre duecento che in meno di tre anni hanno perso il loro posto di lavoro che credevano sicuro – commenta ancora il sindaco Sette – senza contare le tante piccole imprese che non fanno scalpore per i numeri ma che stanno perdendo in media fra l’una e le due unità».
    Insomma, un panorama occupazione negativo e che non lascia molte prospettive per il futuro e neppure la “carta” delle spiagge sembra essere più la soluzione per tenere bassa la percentuale della disoccupazione: «La stagione turistiche che riusciva a dare grandi risposte non è più quella di una volta – sostiene il sindaco di Latisana – la stagione è sempre più corta, i numeri sono quelli che sono e così anche gli stipendi».

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