Morto Carlo Sgorlon: Friuli in lutto

"La parola Nord-Est fu inventata da me, per indicare, […], il Friuli, che in effetti è il Nord-Est più Nord-Est che ci sia (da Il Messaggero Veneto, 17 maggio 1998).
"Ognuno cerca sempre un alibi per schermare, almeno un po’, il galoppo del suo scopo più vero, perché vorrebbe che esso recasse almeno un mantello di generosità e di altruismo sulle spalle"(da Il velo di Maya 2006).

E’ morto colui che ha coniato il termine Nord est,  che caratterizzava i personaggi dei suoi libri con sentimenti come la “caritas” , il gusto di cercare di migliorare il mondo. Personaggi spesso romantici, profetici, sacrali, religiosi, sognatori, ricchi di speranza, visionari, fantastici, favolosi. Agiscono in modi istintivi, non obbedendo ai codici pesanti e deformi della volgarità, dell’ingordigia di piaceri e di denaro del nostro tempo.
nato il 26 luglio 1930 a Cassacco. Un paese a tredici chilometri da Udine capitale del Friuli. Morto a Udine il 25 dicembre 2009. I suoi genitori, Livia maestra elementare, e Antonio sarto, abitavano già in città. Ma l’abitudine di allora di partorire in casa spingeva la madre, ogni volta che l’evento del parto si avvicinava, in casa della nonna Eva, levatrice provetta e matriarca della zona. Carlo, secondo di cinque figli, visse tuttavia per lunghi periodi in campagna, con i nonni, in assoluta libertà, a contatto con i ragazzi dei contadini e la cultura rurale, intessuta di favole, miti e superstizioni. Di carattere tranquillo, ma anche un po’ anarcoide, Carlo non frequentò quasi per nulla le scuole elementari. Imparava qualche nozione elementare da sé, o con l’aiuto delle donne di servizio della nonna ostetrica. Alla fine di ogni anno scolastico veniva condotto in città per sostenere gli esami di idoneità alla classe successiva. Poi tornava a tuffarsi nei giochi e nella cultura elementare dei contadini. Gli anni in cui un bambino realizza le sue conoscenze fondamentali del mondo, ricavandone impressioni e sottofondi inconsci che poi durano per sempre, Sgorlon li visse quasi per intiero nel Friuli contadino. In Udine frequentò le prime classi della scuola media, avendo come insegnante di lettere una straordinaria professoressa, Maria Ragni, che svegliò in lui il senso addormentato della poesia e dell’arte. Poi vinse un concorso per frequentare le scuole in un collegio cittadino, non certo per necessità di studio, ma soltanto per alleggerire il carico della sua numerosa famiglia. Suo destino diventò quello di vivere lontano dai genitori e dai fratelli. La famiglia tuttavia era sempre la meta delle sue nostalgie. Questo fatto accentuò il suo carattere fortemente sentimentale, affettuoso, solitario, tranquillo e introverso. A diciotto anni vinse il concorso per entrare nella Scuola Normale Superiore di Pisa, tra gli studenti di lettere. Quando pensava all’avvenire esso si legava sempre al sogno di fare il narratore. Si laureò con una tesi più tardi pubblicata, su Franz Kafka, scrittore con il quale sentiva di avere qualche affinità, almeno nel territorio della ricerca religiosa. Poi cominciò l’attività di insegnate di lettere nelle scuole superiori.

Un numero di opere veramente notevole, tra cui  2 interamente in Friulano come  "Prime di sere" e  "Il Dolfin" . Grande è il vuoto che lascia dentro ogniuno di noi, sia tra i friulani sia tra i suoi estimatori a livello europeo

 

 

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