Morto Stefano Rosso: cantò x primo lo spinello in una canzone

Deceduto il cantautore Stefano Rosso, della scuola romana anni Settanta
Se ne vanno sempre i migliori; di lui tutti ricordano solo le prime parole di una canzone che diceva: "Che bello, due amici na chitarra e lo spinello e la ragazza giusta che ci stà, tutto il resto che importanza ha" . È morto lunedì sera a Roma il cantautore Stefano Rosso, il 7 dicembre avrebbe compiuto 60 anni. Cantante e chitarrista, il cui vero cognome era Rossi, apparteneva alla scuola dei cantautori romani e a fine anni Settanta era diventato famoso grazie alla canzone Una storia disonesta, di cui si ricorda una frase per quei tempi scandolasa. I funerali di Rosso si terranno mercoledì alle 10 alla chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Rosso aveva debuttato nel 1969 in coppia con il fratello nel duo Romolo e Remo, con la canzone Io vagabondo. Partecipò al Festival di Sanremo nel 1980 con il brano L’italiano. Da ricordare, tra le sue canzoni impegnate, anche Odio chi e Bologna ’77 dedicata a Giorgiana Masi, ragazza uccisa a Roma durante una manifestazione.

La biografia

Impara a suonare la chitarra da un suo amico nel retrobottega di un fruttivendolo, sviluppando poi la sua cultura musicale nei night e nelle osterie. Il suo stile è piuttosto semplice, una voce caratterizzata dalla erre moscia ed il tono colloquiale, con testi ironici, dissacranti e spesso autobiografici e musiche che conciliano la canzone popolare romanesca con il country e il folk americano, spesso con arpeggi in finger picking molto elaborati e mai banali.

Inizia a suonare insieme al fratello, formando il duo Remo e Romolo; ed è sempre con il fratello che avviene il suo debutto discografico, con un 45 giri inciso nel 1969 con lo pseudonimo di "Arca di Noè", e pubblicato dalla Vedette: i due brani si intitolano "Io e il vagabondo" e "La bambina di piazza Cairoli", il disco però non riscuote successo.

Inizia quindi ad esibirsi da solo, e nel 1974 scrive due sue canzoni, "C’è un vecchio bar nella mia città" e "Valentina", che vengono interpretate da Claudio Baglioni nel programma televisivo "Ritratto di un giovane qualsiasi" trasmesso nell’agosto 1974; Baglioni non inciderà mai su disco queste due canzoni, e del resto lo stesso Rosso pubblicherà solo "Valentina" qualche anno dopo nel disco "Bioradiofotografie". L’anno successivo partecipa come chitarrista fisso alle cinque puntate della trasmissione "Alle sette della sera", condotta da Gianni Morandi ed Elisabetta Viviani, che va in onda dal 16 aprile al 17 maggio 1975 su Raidue. Finalmente nel 1976 l’RCA Italiana pubblica un suo 45 giri "Letto 26", che partendo da una sua degenza in ospedale (al letto 26) per una tonsillitectomia racconta la sua vita a Trastevere, in via della Scala (dove all’epoca Stefano Rosso abitava), e che riscuote un discreto successo; pochi mesi dopo viene pubblicato "Una storia disonesta", in cui, in un racconto ironico e divertente post-sessantottino, faceva capolino, forse per la prima volta nella canzone italiana, lo spinello:

L’album che segue di poco (a gennaio del 1977) prende il titolo da questa canzone, ed ha un discreto successo; contiene canzoni come "La banda degli zulù", "Anche se fosse peggio", ovviamente "Una storia disonesta" e "Letto 26" (ma non il retro del 45 giri, "Ci siamo ancora noi", che rimarrà inedito su LP).

Sempre nel 1976 Mia Martini interpretò il suo brano Preghiera (Rosso la inciderà solo vent’anni dopo).

Dopo Una storia disonesta che lo portò a ricevere nel 1977 il telegatto di Sorrisi e Canzoni incise …E allora senti cosa fo , in cui, oltre alla canzone omonima, vi è una rilettura con un testo diverso di "Letto 26" e altre belle canzoni come "Odio chi" e "Bologna ’77" dedicata a Giorgiana Masi, la ragazza uccisa il 12 maggio 1977 durante una manifestazione del Partito Radicale a Roma. Una curiosità: in un brano, "C’era una volta…..e ancora c’è", canta nei cori Ivano Fossati.

Entrambi i primi due dischi sono arrangiati da Antonio Coggio, collaboratore storico nochè autore di molte musiche dei primi dischi di Claudio Baglioni.

La canzone Odio chi viene presentata in televisione con il testo completamente cambiato nel corso del programma Odeon, ed in quella versione (che non verrà mai pubblicata) diventa Odeon chi.

Il 1979 è l’anno di Bioradiografie, con la collaborazione di Gianni Marchetti, musicista autore di molte musiche per Piero Ciampi; l’album viene praticamente boicottato dalla RCA, nonostante molti brani validi (come "Ragazza sola"), fatto questo che causò le ire e la rescissione del contratto con la casa discografica da parte di Rosso.

Nel 1980 partecipò al Festival di Sanremo con L’italiano, inserito nell’album Io e il signor Rosso pubblicato dalla Ciao Records, insieme a canzoni come "Quello che mi resta" e "Quando partì Noè" (canzone, quest’ultima, scritta da Stefano Rosso per uno spettacolo del gruppo di cabaret La Smorfia, con Massimo Troisi).

Seguirono altri due dischi, "Vado, prendo l’America e torno" e "Donne".

La sua popolarità si ridusse e, in crisi per una delusione amorosa, si arruolò nella legione straniera; dopo un paio di anni ritornò e incise nel 1985 per la Polygram Stefano Rosso, partecipando al Disco per l’estate con il brano "Bella è l’età". Nel 1987 viene pubblicato su 45 giri "Com’è difficile", e nel 1989 esce l’album "Femminando", con poco riscontro di pubblico.

La RCA pubblica nel 1997 "Miracolo italiano", una raccolta con tre inediti, mentre nel 2001 "Il meglio" racchiude nuove versioni delle sue canzoni più famose oltre che alcuni inediti e la già citata "Preghiera" incisa nel 1976 da Mia Martini.

Negli ultimi anni Stefano Rosso riprese a fare concerti e a pubblicare dischi, spesso live o strumentali per chitarra acustica. Da segnalare la particolarità del cd "Live at the station" registrato nel 1999 in una sala d’aspetto di una stazione. Gli ultimi lavori dell’artista sono stati "Fingerstyle guitar" e "Live at the Folk Studio" del 2003, "Banjoman" del 2004, "Lullaby of birdland" del 2006, "Mortacci" del 2007 e "Piccolo Mondo Antico" del 2008.

Nel 2005 la ska band Arpioni ha ripreso insieme a Stefano e a Tonino Carotone il pezzo Una storia disonesta nel disco "Malacabeza": il pezzo è stato programmato nei maggiori network radiofonici ed ha così vissuto una seconda stagione di notorietà.

Stefano Rosso muore a Roma il 15 settembre 2008 all’età di cinquantanove anni.