Ovaro: via alla mostra “Pittori triestini tra Otto e Novecento”

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Tra preziosi oggetti e componenti d’arredo, quest’anno da Mazzolini a Ovaro si snoda una carrellata davvero unica che mette in mostra un’importante esposizioni di opere pittoriche, curata da Raffaella Cargnelutti, dedicata a pittori triestini tra i più prestigiosi.

Giuseppe Barison (Trieste,1853-1931) formatosi tra Vienna e Venezia è presente con un suggestivo ritratto, genere che lo distinse al meglio nella sua lunga e prolifica attività. Vittorio Bergagna (Trieste,1884-1965) documenta con l’opera Madonna nera la sua sensibilità verso le moderne correnti di Novecento, con predilezione per la lezione fauve.

Di particolare impatto emozionale e visivo è il grande quadro I cavallieri dell’Apocalisse del russo Giuseppe Chiacigh, morto a Trieste nel 1967; significativi il Nudo e L’uomo in lettura di Giovanni Craglietto (Verteneglio,1889-Trieste,1975) testimoni di un sentire europeo maturato tra le Accademie di Monaco e Berlino con declinazioni italiane. Di particolare interesse anche Veduta di Buie e Al pascolo di Ugo Flumiani (Trieste, 1876-1938), dove la maestria dell’autore si conferma nella resa atmosferica e coloristica della visione.

Noto per i suoi paesaggi carsici e marini, Guido Grimani (Trieste,1871-1933), a contatto con i movimenti pittorici più importanti a cavallo dell’Otto e Novecento, è presente con una significativa Veduta di Calalzo. Del maestro Giovanni Zangrando (Trieste, 1867-1941), che seppe fondere le suggestioni mitteleuropee con un gusto coloristico veneto, si possono ammirare due ritratti femminili, opere che ne testimoniano l’abilità e accuratezza compositiva e introspettiva (Grimani e Zangrando tennero una rinomata scuola privata di pittura a Trieste fino al 1914).

Di Pietro Lucano (Venezia,1878-Trieste,1972), artisticamente assai longevo con suggestioni veneziani, tedesche e italiane e figura di spicco nella cultura triestina della prima metà del Novecento, è presente l’opera Campane della sera.

Abile soprattutto nei ritratti,con predilezione per quelli femminili, Gino Parin (Trieste,1876-Bergen-Belsen,1944), pittore di origine ebraica che trovò la morte nel campo di concentramento di Bergen Belsen in Germania, è l’autore di Tra bianco e nero, dove una sinuosa figura femminile di profilo richiama suggestioni simboliste e secessioniste. Di Alfredo Tominz, noto soprattutto per i suoi quadri di cavalli, specialista nel genere che apprese a Monaco, è la graziosa e seducente Serenata a cavallo, dal sapore settecentesco.

Presenti in mostra anche due piccole vedute del friulano Antonio Coceani e un paesaggio del veneto Fiorenzo Tomea, oltre a quadri e stampe antiche che colloquiano a meraviglia con la sapienza dei tessitori di tappeti persiani e orientali, con la perizia di artigiani del legno, del vetro e dell’argento di qualità; a suggellare infine quarant’anni di attività e passione instancabili di Paolo Mazzolini.

L’esposizione durante il mese di agosto è visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30.