Paularo piange la scomparsa di Nives Romano, farmacista e presidentessa della Velox

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di Massimo Di Centa.

Con Nives Romano (storica presidentessa della Velox di Paularo) scompare una delle figure più importanti e benvolute nel mondo del Carnico. “La dottoressa” (così la chiamavano tutti) se ne è andata dopo  due anni di malattia. Una malattia che ultimamente l’aveva costretta ad allontanarsi dalla sua farmacia, dove, in quasi 35 anni, aveva avuto una parola, un consiglio ma soprattutto un sorriso per chiunque vi entrasse. La stessa disponibilità aveva deciso di metterla al servizio della squadra del paese, trattando i giocatori come figli e ricevendone in cambio un affetto ed una stima enormi. Originaria di Zuglio, lavorava appena laureata, presso una farmacia di Tolmezzo. Quando il titolare della farmacia di Paularo decise che era il momento di dire basta, lei si fece avanti con l’entusiasmo e la voglia di fare che hanno sempre caratterizzato la sua quotidianità. Arrivata in val d’Incarojo, si avvicinò immediatamente alla Velox, per coltivare quella passione per il calcio ereditata dal papà che la portava fin da bambina a vedere le partite. A Paularo seppe destreggiarsi subito alla grande ed infatti nel giro di due anni la squadra gialloblu conquistò il suo primo scudetto sotto la guida tecnica di  Vinicio Feruglio. Con lui (che sarà suo prezioso collaboratore anche nell’attività professionale) darà vita ad un binomio fortunato per le sorti della società. C’è ancora lui, infatti, stavolta nelle vesti di direttore sportivo, quando la squadra paularese, nel 2004, centrò il bis. La dottoressa spesso amava ripetere che quei due titoli le hanno dato la stessa soddisfazione, pur partendo da presupposti completamente diversi: il primo fu conquistato con una squadra composta praticamente per intero da giocatori del paese. Il secondo, innestando sul gruppo dei giocatori locali gente del calibro di Rudi Straulino e Stefano Vidoni. Lo spareggio di Villa contro il Campagnola resta uno dei pomeriggi più belli della sua esperienza, con i suoi ragazzi tutti intorno a lei a far festa. Quello scudetto suscitò qualche polemica nell’ambiente, perché frutto di investimenti definiti esagerati per un campionato ultra dilettantistico. E quando, in un’intervista, glielo feci notare, mi rispose: «E’ vero, Di Centa (perché dopo anni di conoscenza mi dava ancora del lei), ma questo sport e l’entusiasmo di questi ragazzi sono il mio divertimento. Ed ognuno è libero di spendere i suoi soldi per i suoi divertimenti. Ma questo magari non lo scriva …». Dottoressa, mica si arrabbia se lo scrivo adesso, vero? Anche perché, come si dice, non ha chiesto niente a nessuno …

Chi volesse salutare la dottoressa per l’ultima volta, potrà farlo partecipando alla cerimonia funebre lunedì 3 febbraio alle 10,30 a Paularo, nella chiesa parrocchiale di San Vito.