Piero Villotta ad alzo zero sull’editoria regionale

A me francamente sta molto simpatico e quando vado in RAI, oltre a Tullio Durigon è uno dei personaggi più sorridenti della sede di Udine. E’ diventato addirittura mitico quando in diretta in un Tg3 delle 14, un rientro anticipato da un servizio in cui l’allora assessore Antonaz affermava che allla Rai Regionale gli spazi erano equamente divisi tra Trieste e Udine, lui fu immortalato mentre se ne usciva con un "iiiiiiiiiiiiiiih…." a piena voce; troppo grande!

Ma la notizia che lo riguarda è di ieri: il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Piero Villotta, che ha moderato l’incontro dedicato alla presentazione in Provincia dell’ultimo libro, oggetto di ampia censura, del sociologo dell’Università di Udine, Bruno Tellia, ha preso lo spunto per tratteggiare la situazione dell’informazione sul nostro territorio.

E i giudizi non sono certo stati leggeri: “La stampa in questo territorio è assolutamente parziale”, leggi: non è imparziale. “La politica – ha continuato Villotta – non si fa con le foto sui giornali”. L’esito delle ultime elezioni regionali, del resto, l’hanno dimostrato: “La stampa non è onnipotente”. Villotta ha poi utilizzato parole durissime per condannare quanto avviene in Fvg: “Ci troviamo in una condizione di distorsione monopolista”. E ancora: “In Regione c’è un monopoli evidente; si tratta di un’anomalia o di una mezza anomalia, dipende dai punti di vista”. Secondo Villotta “è urgente riflettere in termini di politica dell’editoria”. Un altro problema collegato è quello del tipo di editori: “Purtroppo, non esistono editori puri. Tutti gli editori hanno interessi aziendali o personali”, e questo, ovviamente, non fa il bene di una stampa libera. “Il potenziale conflitto di interessi – ha spiegato Villotta – si verifica laddove c’è una situazione da monopolio”. Alla presentazioni del libro sono intervenuti anche esponenti del mondo culturale, come uno fra i pochi pensatori liberi – come l’ha definito Tellia – Roberto Iacovissi secondo il quale “è ora di tornare alla politica come forma di partecipazione e confronto”. Secondo Iacovissi il libro descrive in maniera chiara come deve essere fatta la buona politica”. La parola al mondo sindacale: “A Illy è stato consentito di essere un principe algido; illuminista ma non illuminato, insomma un vero governatore nel senso peggiore del termine”, ha dichiarato Roberto Muradore (Cisl). La cosa che più ha infastidito il sindacato, soprattutto Cisl e Uil, era l’impossibilità di dire, con Illy al governo, che la situazione economica stava precipitando. “Non si poteva dire – ha proseguito – che il Manzanese perdeva decine e decine di posti di lavoro ogni giorno; insomma ci ha infastidito quell’ottimismo ex berlusconiano”.