Raveo: sentenze del TAR, la cava non si farà!

Le due sentenze del TAR relative ai due ricorsi che vedevano di fronte la Ditta Gregolin  ed il Comune di Raveo, ed il Comune stesso contro la Regione per l’annullamento delle procedure di VIA,  danno pienamente ragione all’amministrazione di Raveo e quindi di fatto bloccano la possibile costruzione di una cava. Nel febbraio 2004 la ditta CPS Gregolin aveva depositato in Regione lo studio di impatto ambientale per le procedure di VIA per la realizzazione di una cava di gesso per l’estrazione di 1.250.000 mq di materiale . Questo progetto aveva suscitato critiche e perplessità; il ricorso del comune era dovuto agli svantaggi ambientali per il comune stesso e per i comuni limitrofi. Ora con il pronunciamento del TAR per il sindaco sulla possibile costruzione della cava si è posto un bel macigno sopra.

Una risposta a “Raveo: sentenze del TAR, la cava non si farà!”

  1. Aggiornamento del 20/12/2008

    Il Tar ha annullato la valutazione regionale d’impatto ambientale favorevole alla realizzazione della cava di gesso “Chiarzò” di Raveo. Sul parere di Via i giudici amministrativi hanno anche “bacchettato” la stessa commissione Via e la Giunta Illy per «un modus operandi difficilmente giustificabile in termini di buona amministrazione» e in palese conflitto con la normativa.

    Dopo l’udienza del 26 novembre, il Tar regionale ha depositato giovedì scorso due sentenze che definiscono in modo netto la vertenza: da una parte ha accolto i due ricorsi presentati dal comune di Raveo, da alcuni privati cittadini e dal Wwf contro la “Via” positiva della Regione del 2006, sancendo l’annullamento di quest’ultima e dei relativi atti; dall’altra ha invece bocciato i tre ricorsi, presentati dalla Cps del Gruppo Grigolin, soggetto proponente la cava, contro il Comune di Raveo, la Regione e contro gli altri 4 comuni facenti parte del parco intercomunale delle Colline Carniche (Villa Santina, Enemonzo, Lauco, Verzegnis) rispettivamente per la variante al Piano regolatore di Raveo e per l’ampliamento del parco, interessanti anche l’area della proposta cava. A riguardo, per il Tar, la Cps non è stata oggetto di condotte lesive da parte del comune di Raveo che ha attuato un comportamento lineare ed attento alla garanzia del contraddittorio nella variante al Prgc. Respinti anche i rilievi della Cps sulla variazione della destinazione urbanistica dei terreni e sul Parco. Sulla procedura di di impatto ambientale, invece, per il Tar non sono stati rispettati i termini perentori per le integrazioni allo studio di impatto ambientale: la Cps ha presentato, fuori termine, una nota di integrazione nel maggio 2005 e, in agosto, ha chiesto e ottenuto una sospensione dell’istruttoria, «concessa – dice testualmente il Tar – addirittura sine die» dalla Regione con «una dilatazione senza limite di un procedimento per cui la legge invece delinea tempi di conclusione molto precisi». Per il Tar si è ignorato che nell’area interessata dal progetto di cava c’è un terreno rimboschito con contributo dello Stato e soggetto a vincolo idrogeologico, circostanza resa nota alla commissione Via e alla Giunta Regionale dall’ispettorato foreste di Tolmezzo che aveva espresso parere negativo al progetto di cava. «La commissione prima e la giunta regionale poi – si legge nella sentenza – hanno tranquillamente ritenuto che non fosse quella la sede per verificare se il vincolo era o meno ostativo alla realizzazione del progetto così come proposto perché tale valutazione poteva essere rimandata al momento della richiesta di autorizzazione. Un siffatto modus operandi, oltre ad essere difficilmente giustificabile in termini di buona amministrazione perché comporta un aggravio di spese per il privato e per gli uffici pubblici, è in palese conflitto» con la norma che chiedeva loro tale verifica e una pronuncia in merito.

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