Regione: prove tecniche di fusione tra Università


Primo passo di fusione tra l’Università di Trieste e di Udine. È ufficialmente in scrittura un progetto, già concordato con la Regione, per unire le due facoltà di Lettere del Friuli Venezia Giulia. Dal 2010-2011 Lettere sarà un polo «interateneo» , cioé unico sul territorio regionale. Non è ancora stabilito se i corsi si svolgeranno un anno qui e uno lì, oppure saranno distribuiti per materia e gli studenti dovranno spostarsi. Non è l’unica novità per Lettere, la facoltà pioniera delle nuove politiche indotte dalla regia del doppio ministero Tremonti e Gelmini e fermamente incoraggiate dall’assessore regionale Alessia Rosolen.

Anche i «curricola», cioé gli indirizzi formalizzati di laurea all’i nterno delle facoltà, saranno abbondantemente prosciugati. Lo impone, a tutti, una recente direttiva ministeriale, anteprima di una nuova legge. In cui analizzando la situazione generale degli atenei italiani si certifica coi numeri che tutte le parziali ma non indifferenti riforme varate fin qui hanno avuto risultati solo parziali e temporanei. <br />

In sostanza la lauree triennali hanno fatto crescere il popolo degli studenti solo nell’immediato. Gli iscritti in genere sono in calo. Sono di nuovo aumentati gli abbandoni. L’ordine di prosciugare l’eccesso di insegnamenti è stato tradotto in un cambiamnento troppo formale, dice il ministero, con l’introduzione dei «curricola», senza snellire veramente l’offerta didattica. «Questa circolare – afferma il rettore Francesco Peroni – già ci obbliga a rivedere di nuovo l’organizzazione didattica e tutte le facoltà sono state incaricate di rivedere i propri piani».

Lettere ha risposto subito. Domani presenterà i festeggiamenti per il suo 65.o anno di esistenza, e la preside Cristina Benussi spiega: «Festeggiamo anche perché siamo a una svolta. Il nostro è il primo progetto ufficiale di fusione con Udine. Del resto per noi è più facile, siamo una facoltà molto ”immateriale” ma depositaria di un immenso patrimonio culturale, dunque è necessario preservarlo, inutile creare doppioni». L’idea è stata lanciata da Trieste e dopo qualche resistenza è stata accolta, si dice, dal preside di Lettere dell’ateneo friulano, il docente di filosofia Andrea Tabarroni. «Dobbiamo fare i conti con i numeri – aggiunge Cristina Benussi -, e dunque fare delle scelte, dal prossimo anno accademico ci sarà anche un numero di studenti minimo per ogni corso, e i corsi che non lo raggiungeranno saranno automaticamente cancellati».

La prima organizzazione «interateneo» riguarderà Filologia moderna e Studi dell’antichità. Molte lauree magistrali saranno comuni, proprio per non sovrapporre l’offerta in regione. Ci saranno conseguenze sull’organico, «ma – dice la preside – non abbiamo ancora fatto una simulazione reale». Di fatto, con i pensionamenti imposti dalla necessità di abbassare la spesa per gli stipendi, nel prossimo triennio lasceranno la cattedra sette-otto docenti (sempre però con la possibilità di continuare a insegnare a contratto).

La fusione con Udine avrà poi ricadute sull’accesso congiunto a istituzioni, musei e centri di cultura regionali: «Non più in competizione con Udine – certifica Benussi -, non possiamo più offrire tutto dappertutto, chi ha una passione di studio autentica farà questi 60 chilometri». Quanto alla ricchezza degli studi, lo snellimento dei «curricola» non impedirà la libertà degli studenti di seguire il percorso preferito

2 Risposte a “Regione: prove tecniche di fusione tra Università”

  1. quando l’ho letto oggi su Il Piccolo giuro mi è venuto un colpo. io spero che sia una notizia "tirata" dal giornalista. anche perché nell’articolo non compare nessun commento dall’università di udine

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