Rigolato: il confronto, la viabilità e le decisioni

di Fabio d’Andrea sindaco di Rigolato

Ho sempre avuto grande rispetto per tutti i soggetti che compongono una società complessa ed eterogenea come la nostra, i quali forniscono un importante contributo alla democrazia che si sostanzia, anche e soprattutto, nel rispetto del pluralismo di opinioni e di iniziative. In questo contesto colgo l’intervento del signor Aldo Lepre – peraltro dallo stesso cortesemente anticipatomi già alcune settimane or sono, pubblicato il 21 dicembre scorso, sull’ipotesi di sistemazione della viabilità interna a Rigolato capoluogo. Con la massima serenità e obiettività, mi corre l’obbligo di chiarire alcune considerazioni che certamente divergono, ma se approfondite puntualmente, potrebbero facilmente condurci a un punto di collimazione, considerato anche il rapporto di stima e amicizia che da sempre lega il sottoscritto all’autore della missiva. Anche per questo ringrazio Aldo Lepre per le attestazioni di stima nei miei confronti, riconoscendo – fa sempre piacere – positivamente il mio operato amministrativo. L’amministrazione comunale di Rigolato, di concerto con Fvg strade Spa, ha sostenuto convintamente la necessità di intervenire alla soluzione dell’arcaico problema di una viabilità interna al paese, certamente – usando un eufemismo – non adeguata e non corrispondente alle esigenze attuali; il tutto anche e soprattutto in considerazione dell’aumentato traffico di mezzi, non solo pesanti, che quotidianamente transitano su un’arteria strategica qual è la Sr 355 della val Degano. Pensare di affrontare le sfide future con infrastrutture obsolete e vetuste, realizzate in tempi in cui la mobilità era un problema assolutamente irrisorio, marginale e non rappresentava un elemento essenziale per progetti di crescita socio-economica, ci sembrava alquanto limitativo. Pensare di presentare o continuare a vivere in un paese sprovvisto di marciapiedi e/o percorsi pedonali sicuri ci sembrava una condizione assolutamente non più procrastinabile. Per questo abbiamo deciso di affrontare il problema di petto, esulando dal ripercorrere errori commessi in passato. Il solo atto amministrativo che abbiamo prodotto a oggi è la semplice adozione di una variante al Prgc (diversa è l’approvazione della stessa) che prevede delle ipotesi di soluzione del problema che saranno, del caso, proposte in sede di redazione del progetto definitivo-esecutivo dell’opera in fieri. Abbiamo raccolto correttamente tutte le osservazioni inviateci, pochissime a dire il vero, e ci riserviamo di analizzarle e approfondirle con serenità e puntiglio, avendo sempre quale obiettivo principale l’interesse generale del paese, non certo quello del singolo cittadino, magari direttamente interessato perchè soggetto al quale sarebbe espropriato parte di una mappale di proprietà. Nella fattispecie, il signor Aldo Lepre – lo si evince dagli elaborati tecnici in possesso da questo Comune – non appare interessato ad alcuna ipotesi espropriativa. Sorprende invece, l’affermazione – evitabile – con cui s’insinuerebbe che sindaco, giunta e consiglio comunale, abitando alcuni in quella “periferia” non direttamente interessata all’intervento di riqualificazione urbana, avrebbero con superficialità proceduto all’avvio dell’iter tecnico-burocratico propedeutico alla futura realizzazione dell’opera. Nulla di più impreciso e strumentale. Mi conforta, invece, l’aver sollecitato un dibattito serio e approfondito su una questione, apparentemente sopita, ma che il tempo non ha mai accantonato. Poi, se il contraddittorio è edificato sulle basi del confronto fatto nelle forme e nei limiti consentiti, allora significa che i tempi sono maturi per passare dalle mere enunciazioni ai fatti concreti. Se invece, il presupposto è quello di essere amministrati da persone che devono occuparsi di far sostituire lampadine, far pulire tombini o far tappare le buche nelle strade comunali, allora sono io, probabilmente, che non ho capito nulla. Io, che ho sempre cercato di guardare lontano, che sono sempre stato orgoglioso di vivere e amministrare questo paese, che credo ancora che vivere quassù dev’essere, comunque, un privilegio, convinto che piangendosi addosso non si raggiunge nulla. Io, Sindaco di una periferia depressa e marginale, al quale piace ancora sognare. Sognare di realizzare progetti condivisi, ma convinto che questi possono anche aprirti le porte dell’impopolarità; nella fattispecie, però, ho una fortuna: abitare in periferia, in via Sega, quartiere “in” di Rigolato, dove la strada regionale non passa a fianco. Ci passa… sopra. E scusate se è poco. *