Roma: la senatrice De Monte vota la sfiducia al ministro Angelino Alfano

di Alessandro Cesare.

È in Senato da qualche mese e ha già dimostrato di avere grinta e coraggio. Isabella De Monte, eletta parlamentare del Pd in Fvg, è uno dei sette senatori che ha chiesto al partito di schierarsi per la sfiducia al ministro Angelino Alfano. Un’azione “renziana”, con lo scopo di destabilizzare il governo, ma che, come spiega la stessa De Monte, è nata dalla voglia di tutelare l’immagine internazionale dell’Italia dando uno scossone al Pd, incapace di smarcarsi dal Pdl. Senatrice, in molti hanno apprezzato questa sua presa di posizione contro il ministro Alfano per il rimpatrio della famiglia del dissidente afgano. «La spiegazione che ha dato sul caso non mi ha convinta, e così penso sia capitato a molti. Non bisogna nascondersi dietro la sopravvivenza del governo di larghe intese per evitare che un ministro politico si assuma le sue responsabilità». Quindi Alfano si sarebbe dovuto dimettere? «Dalla carica di ministro degli Interni sicuramente, mantenendo la carica di vicepremier». Il Pd non la pensava come lei… «Durante la votazione dell’assemblea dei senatori mi sono astenuta, poi in Parlamento ho assunto la decisione presa dal gruppo, anche per seguire l’appello lanciato dal presidente Napolitano». Il partito avrebbe dovuto avere un’altra posizione? «Il Pd deve dimostrare una maggiore forza perché non è pensabile che sia il Pdl a dettare l’agenda». Come valuta il lavoro del governo Letta? «C’è l’impressione che si debba ancora entrare nel vivo. Sono già state assunte decisioni importanti ma la gente si aspetta molto di più. Penso alle riforme costituzionali per modificare la forma di governo e soprattutto la legge elettorale. Non possiamo rischiare ritrovarci nuovamente in una situazione di ingovernabilità». Coma giudica la sua esperienza in Parlamento? «La mia esperienza a Roma è fonte di soddisfazione, nonostante il periodo in cui ci troviamo sia estremamente difficile. Considero questa legislatura una sfida, che dovrà servire per dare una risposta concreta». Da Roma come viene visto il lavoro di Serracchiani? «È partita con le idee chiare, e sta facendo bene a recarsi con frequenza a Roma per intrattenere rapporti con i parlamentari e con gli esponenti di governo. Da soli i problemi non possiamo risolverli». Vede un futuro da presidente del Consiglio o da segretario del Pd per Renzi? «Se non dovesse diventare il prossimo presidente del Consiglio, l’Italia e tutte le forze politiche perderebbero un’occasione storica per consegnare al Paese una speranza vera. Il passaggio di segretario non è obbligato, anche se Renzi potrebbe costruire un partito moderno e aperto ai giovani».