San Pietro al Natisone: ancora niente sede la scuola statale bilingue italiano-sloveno

Non c’è ancora una soluzione per la sede della scuola statale bilingue italiano-sloveno di San Pietro al Natisone nel prossimo anno scolastico. Nella riunione di oggi, convocata a Udine dal prefetto, Ivo Salemme, e alla quale hanno partecipato l’assessore regionale all’istruzione, Roberto Molinaro, quello provinciale, Elena Lizzi, la dirigente scolastica regionale, Daniela Beltrame, e il sindaco di San Pietro al Natisone, Tiziano Manzini, non è uscita la soluzione. Le parti si ritroveranno la prossima settimana dopo che il Comune avrà efettuato ulteriori accertamenti tecnici

La riunione odierna è stata accompagnata da un vero e proprio sit in fuori dalla Prefettura di Udine, con tanto di striscioni e cartelloni. Genitori, insegnanti, genitori e semplici cittadini della Slavia friulana hanno manifestato contro il rischio smembramento del plesso in più comuni, dopo che la vecchia sede è stata dichiarata inagibile.«E’ importante che non spezzettino le classi – dice Elena Domenis, mamma di tre alunni – perché ci sono progetti che coinvolgono l’intera popolazione scolastica. Queste sarebbero soluzioni che non tengono conto dei numeri che testimoniano il fortissimo interesse per questa scuola».

La scuola bilingue, pur riconosciuta da linguisti ed educatori come strumento educativo valido e unico nel suo genere, ha anche dei detrattori secondo i quali l’istituto sottrae fondi che invece potrebbero essere usati per le scuole monolingue delle Valli. Eppure tra i 220 iscritti ci sono bambini che arrivano un po’ da tutti i paesi della Slavia, da Cividale e dal Friuli. Piace infatti sempre più il modello che garantisce l’insegnamento parallelo di italiano e sloveno, oltre che, come lingue straniere di tedesco e inglese. «Siamo vittime di un razzismo contro gli sloveni», afferma Moreno Tomasetig, uno degli organizzatori della manifestazione davanti alla prefettura.