Sappada: dopo la mozione favorevole in consiglio a Belluno, Zaia frena ancora sul passaggio al Friuli

 

La volontà dei referendari di Sappada di passare dal Veneto al Friuli ha scosso ieri le mura del Consiglio provinciale di Belluno ponendo in luce due diverse posizioni all'interno della maggioranza che sostiene la giunta del presidente Gianpaolo Bottacin. Infatti, arrivata in aula indossando una maglietta con l'inequivocabile scritta "Friul", la delegazione sappadina ha ricevuto 16 sì (Ps, Pd, Idv, Udc e Lega Nord) e nessun no, mentre un leghista e i cinque consiglieri Pdl si sono astenuti. Ma questo punto a favore dei referendari si scontra con una dichiarazione del Presidente della Regione Zaia che riesce (a parole) a coniugare il federalismo e la posizione a due facce della Lega Veneta sulla questione.
     
Così Sappada ha sì incassato da Belluno una presa d'atto della volontà referendaria di andarsene in Friuli, ma la decisione in Consiglio provinciale è stata sofferta ed ha lasciato aperta una questione politica nella maggioranza subito sottolineata dall'opposizione che, ricordando la posizione affatto favorevole a spinte centrifughe dal Veneto più volte espressa dal governatore Luca Zaia, non si aspettava che la Lega presentasse un ordine del giorno che chiedesse al Consiglio la presa d'atto della volontà dei sappadini di abbandonare Belluno. Dai banchi delle minoranze, pertanto, non è stata tanto velata l'accusa di giocare ad una sorta di politica dei "due forni" che ha raggiunto i banchi della Lega.

"La vera partita e' quella dell'autonomia e del federalismo": questa è la posizione del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia,  intervenendo sulla questione del referendum del Comune di Sappada che chiede il passaggio al Friuli Venezia Giulia e alla ratifica della consultazione espressa dal consiglio provinciale di Belluno. ''Dico a Sappada e ai sappadini – ha detto Zaia – che il presidente della Regione ha ben chiare le loro istanze. Sono istanze che non hanno solo loro, ma anche i cittadini di Lamon e tutti i territori di confine. Istanze che hanno anche ovviamente tutti i veneti, cioe' di avere autonomia e federalismo. Questa e' la vera partita''. ''Una guerra tra poveri o la secessione quotidiana di uno o piu' comuni non porta a nulla. Direi che questa e' una battaglia che dobbiamo fare tutti assieme. Loro hanno delle rivendicazioni giuste e corrette, noi – ha aggiunto Zaia – dobbiamo dare delle risposte e chiederle al governo''.

Una risposta a “Sappada: dopo la mozione favorevole in consiglio a Belluno, Zaia frena ancora sul passaggio al Friuli”

  1. A due anni dal referendum, il consiglio provinciale di Belluno dice sì a Sappada in Friuli. Lo ha fatto con un documento che dà mandato al presidente della Provincia di «compiere quanto necessario per l’affermazione della volontà popolare». Astenuto il Pdl, hanno votato a favore la Lega Nord e l’opposizione. Parla di «spaccatura» il Pd.
    Reazioni anche in Friuli. «Sono molto soddisfatto che anche la Provincia di Belluno si sia espressa a favore del passaggio di Sappada al Friuli», ha affermato il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, all’indomani del voto favorevole del Consiglio provinciale bellunese all’ordine del giorno che chiedeva di prendere posizione sul cambio di Regione, a due anni dal referendum. «Un voto trasversale anche quello bellunese – ha ironizzato Fontanini -: anche quando l’odg era stato votato qui a palazzo Belgrado, c’era stato un voto favorevole bipartisan, anche se più compatto. Con il voto dei giorni scorsi – ha continuato – è chiaro l’intendimento anche dell’ente di area vasta bellunese nel far sì che venga rispettata la volontà del popolo. Il nostro Consiglio – ha proseguito – si era già espresso a marzo dello scorso anno e, all’unanimità, aveva approvato l’odg presentato dai consiglieri Matteo Piasente (Ln), Massimo Milesi (Ln), Maurizio Gerussi (Pdl) e Beppino Govetto (Udc) avente ad oggetto “Sappada nella Provincia di Udine”». Un voto mediante il quale il presidente della Provincia si impegnava a sostenere tutte le iniziative che avessero l’obiettivo di ricomprendere il Comune di Sappada nei confini della Regione Friuli Venezia Giulia; a intervenire, nelle sedi opportune e utilizzando gli strumenti a propria disposizione, per sollecitare l’approvazione in Parlamento del passaggio del Comune di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia; a inviare copia dell’ordine del giorno al presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica e ai presidenti dei Gruppi parlamentari presso la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. «Il passo compiuto nei giorni scorsi dai colleghi di Belluno – ha aggiunto Fontanini -, va nella stessa direzione, ovvero, a favore del riconoscimento dei diritti di una comunità che si è già espressa. Questa comunità, oltre a essersi già espressa in favore del passaggio alla nostra regione – spiega Fontanini –, possiede caratteristiche comuni ad alcune località del Friuli come Sauris e Timau: anche Sappada fa parte della stessa minoranza linguistica. Va rilevato inoltre come, storicamente, vi siano delle caratteristiche che non possono essere più ignorate: basti pensare al fatto che Sappada fa capo alla diocesi di Udine. Vi sono altresì delle criticità che potrebbero avere, se vi fosse l’effettiva annessione di Sappada al Friuli, una più agevole soluzione. Oggi dunque – chiosa Fontanini –, pur non essendo arrivati alle sedi che definitivamente assumeranno la decisione decisiva, è stata chiarita la volontà della Provincia di Belluno a favore della questione sappadina».
    Per il governatore del Veneto, Luca Zaia, la vera partita è quella dell’autonomia e del federalismo, ha ricordato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenendo sulla questione del referendum del Comune di Sappada. «Dico a Sappada e ai sappadini – ha detto Zaia – che il presidente della Regione ha ben chiare le loro istanze. Sono istanze che non hanno solo loro, ma anche i cittadini di Lamon e tutti i territori di confine. Istanze che hanno anche ovviamente tutti i veneti, cioè di avere autonomia e federalismo. Questa è la vera partita». «Una guerra tra poveri o la secessione quotidiana di uno o più comuni non porta a nulla. Direi che questa è una battaglia che dobbiamo fare tutti assieme. Loro hanno delle rivendicazioni giuste e corrette, noi – ha aggiunto Zaia – dobbiamo dare delle risposte e chiederle al governo».

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