Sappada: muore alpinista Tolmezzino

CargneluttiUno scalatore 35enne di Tolmezzo Andrea Cargnelutti è morto oggi sul Gruppo del Peralba, sopra Sappada. L’uomo, è precipitato dalla parete della Torre dei Fiori, sopra il rifugio Calvi, facendo un volo di oltre 60 metri. L’allarme è stato lanciato da un escursionista che ha assistito alla tragedia .
L’alpinista stava scalando la parete con altri due compagni, tratti in salvo dal soccorso alpino, intervenuto anche per il recupero della salma con l’elicottero Pelikan 2 giunto da Bressanone (Bolzano).

Secondo una prima ricostruzione, l’alpinista era fermo in un punto di sosta quando è precipitato per una sessantina di metri schiantandosi su una cornice rocciosa a circa una settantina di metri dalla base della parete. I tre scalatori erano circa a metà della via in roccia – di recente apertura e difficile – quando è accaduto l’incidente. L’allarme è stato lanciato da un escursionista che ha assistito all’accaduto.<br />

Un altro grave incidente è successo sulla Marmolada: un giovane alpinista milanese, originario di Bolzano, è rimasto ferito oggi dopo essere precipitato per quartantina di metri mentre scalava la parete sud della Marmolada con un compagno. Convinti di risalire la via don Quixote, i due scalatori erano però completamente fuori dal tracciato corretto, a circa 100 metri di altezza rispetto alla base della parete, spostati a sinistra a causa delle errate relazioni sulla via trovate in internet.

Dopo la sosta del primo tiro, il ragazzo ha iniziato il secondo, ma è scivolato trascinando con sè nella caduta le protezioni che aveva fissato sulla parete; si è fermato solo una quarantina di metri più in basso. L’amico ha chiesto aiuto al 118. Sul posto è arrivata l’eliambulanza del Suem di Pieve di Cadore, che ha imbarcato un tecnico del Soccorso alpino della Stazione della val Pettorina per facilitare il recupero.

Sbarcati con un verricello, i soccorritori hanno stabilizzato l’infortunato, che era cosciente seppur in gravi condizioni, e lo hanno trasportato a valle utilizzando il gancio baricentrico. L’alpinista è stato poi accompagnato all’ospedale di Belluno.

4 Risposte a “Sappada: muore alpinista Tolmezzino”

  1. Aggiornamento del 14/06/2009

    Per lui la montagna era davvero tutto, d’inverno affrontata sugli sci, d’estate a scalare ed arrampicare. Una persona appassionata ed innamorata delle vette, un ragazzo a detta di tutti semplicissimo e sempre disponibile. Sono tanti gli amici ed i compagni di mille escursioni che ora piangono Andrea Cargnelutti, il giovane 34enne di Tolmezzo, precipitato ieri mattina all’improvviso mentre era fermo in sosta al quarto tiro, impegnato nella scalata della via Simone-Bea, sulla Torre dei Fiori, nel gruppo del Peralba. A soli tre giorni di distanza dalla tragica scomparsa di Antonio Cescutti, un nuovo lutto colpisce il capoluogo carnico.

    «La sua passione per la montagna glie la si leggeva negli occhi, ogni momento libero che aveva lo dedicava ad essa – racconta l’amico scalatore Omar Gubeila che ieri pomeriggio per ricordare Andrea e le avventure trascorse assieme è salito sul Monte Amariana, meta di tante escursioni – era capace di alzarsi alle 4 del mattino prima di andare a lavorare per godersi le vette, d’inverno si dedicava allo sci alpinismo e d’estate invece arrampicavamo sulle rocce, era un ragazzo semplice, disponibile in tutte le salse, la montagna era davvero il suo mondo». Andrea, dopo il diploma per una decina d’anni ha lavorato come autotrasportatore girando tutta l’Italia per la ditta D’Agaro di Amaro, in seguito con la stessa mansione da alcuni anni era stato assunto presso la EdilFriuli di Tolmezzo; risiedeva in città in Via Gortani con il padre Giacomino e la madre Gianna Adami, lascia il fratello Alberto e la sorella Valentina oltre a due nipotini. Tra le sue esperienze d’alpinismo un’uscita sull’Himalaya e due mesi orsono sui ghiacci del Canada, da circa un anno aveva deciso di trasformare il suo amore per la montagna oltre che come piacere anche come forma di volontariato e quindi sospinto dagli amici si era avvicinato al Corpo nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico di Tolmezzo; due settimane fa come racconta il delegato regionale del Cnsas Alberto Cella, «aveva passato con successo le consuete verifiche finali per poter entrare effettivamente a far parte delle nostre squadre. Per quanto ho avuto modo di conoscerlo in questo lasso di tempo avevo subito riscontrato in lui grande generosità, passione, serietà e disponibilità, caratteristiche difficili da trovare tutte racchiuse insieme in un nuovo aspirante soccorritore alpino e proprio per questo che nonostante il suo contributo fosse solo agli inizi posso sicuramente parlare di grossa perdita per tutto il nostro corpo». Lo stesso Cella dopo aver parlato con i due colleghi di cordata ancora sotto shock per l’accaduto, che erano con il ragazzo, fa fatica ancora spiegarsi l’accaduto. «Questo dramma ci lascia davvero perplessi perché Andrea da quanto mi hanno riferito era fermo alla sosta in un punto tra i più sicuri, era tranquillo e si stava apprestando a verificare la posizione, ha compiuto forse un movimento strano ed è disgraziatamente precipitato».

  2. Aggiornamento del 14/09/2009

    Un esperto scalatore di Tolmezzo ha perso la vita ieri mattina mentre, assieme ad altri due amici, stava risalendo la via Simone-Bea, sulla Torre dei Fiori, nel gruppo del Peralba.

    Andrea Cargnelutti, che lavorava come autista all’Edilfriuli era nato a Tolmezzo nel 1974, dove abitava in via Gortani, assieme al papà Giacomo e alla mamma Gianna Adami. Ieri mattina, assieme a Michele Zanier di Socchieve e Andrea Lupieri di Villa Santina si era recato in Veneto per arrampicare sulla Torre dei Fiori.

    I tre amici avevano deciso di ripercorrere la via sportiva, chiodata di recente, e dedicata a due scalatori che era precipitati e morti. Le condizioni meteo erano ideali e la roccia era buona. Si tratta di una via con passaggi impegnativi, destinata a diventare “una classica” ma per persone esperte non dovrebbe presentare pericoli particolari: Carnelutti circa due settimane fa aveva superato i test di verifica per entrare a far parte delle squadre del Soccorso alpino. Ma in montagna le insidie sono all’ordine del giorno, come riferisce il tenente Andrea Gilardenghi, comandante della Guardia di Finanza di Auronzo, i cui militari sono intervenuti per il recupero della salma e dei due compagni di cordata del 35enne.

    «Il trio si era fermato al quarto tiro, a circa metà percorso, e mentre i due suoi amici si apprestavano a cominciare il 5° tiro, a un’altezza di circa 130 metri di altezza rispetto alla base della parete, Andrea Cargnelutti, che era rimasto più sotto, molto probabilmente per un errore nel porsi in sicurezza deve aver perso l’appiglio. L’uomo è così precipitato all’indietro, per una sessantina di metri, schiantandosi su una cornice rocciosa battendo violentemente il capo e morendo praticamente sul colpo».

    Ma saranno le indagini avviate dalle Fiamme gialle a stabilire le cause del tragico incidente.

    «L’allarme è stato lanciato da un altro escursionista, che stava raggiungendo il Rifugio Calvi e ha assistito al dramma- continua il comandante della Gdf di Auronzo-. Gli altri scalatori, pare non avessero il cellulare a portata di mano. È stato immediatamente chiesto l’intervento degli uomini del Soccorso alpino e di un elicottero del 118, ma sia quello di Tolmezzo sia quello di Pieve di Cadore erano impegnati, ed è così intervenuto il Pelikan 2 di Bressanone, che ha imbarcato due tecnici del Soccorso alpino, mentre un’altra squadra raggiungeva a piedi il Rifugio Calvi. Il medico dell’equipaggio altro non ha potuto fare se non constatare il decesso di Cargnelutti. I due superstiti sono stati poi recuperati dall’elicottero per mezzo del verricello e riportati a valle. La salma, una volta ottenuta l’autorizzazione alla rimozione da parte del magistrato di turno, è stata trasportata a valle e ricomposta nella cella mortuaria di Sappada, in attesa delle esequie».

  3. Aggiornamento del 14/06/2009

    Andrea Cargnelutti, 35 anni di Tolmezzo, era un ragazzo con la montagna nel cuore, una passione autentica che lo aveva condotto dal Nepal al Canada a misurarsi con il senso di libertà, il contatto con la natura e paesaggi impareggiabili che solo la cima dei monti regala.

    Ma anche un giovane dalla grande sensibilità che, anche per questo, lascia a chi resta la consapevolezza e la tristezza di aver perso un ragazzo d’oro.

    Solo due settimane fa aveva sostenuto brillantemente l’esame per entrare nelle squadre del Soccorso Alpino di Forni Avoltri.

    Aveva compiuto da poco, il 5 maggio scorso, 35 anni Andrea Cargnelutti di Tolmezzo quando ieri, verso le 11 del mattino, una paurosa caduta sul Monte Peralba non gli ha lasciato scampo.

    La notizia ha rapidamente raggiunto a Tolmezzo gli amici più cari di Andrea, molto provati dalla perdita del compagno di tanti momenti spensierati. Ma il loro pensiero è andato subito ai genitori del giovane che ancora non sapevano dell’accaduto.

    Come lasciarli soli in un momento simile? Facendosi coraggio hanno deciso che se qualcuno doveva dar loro una notizia simile, era giusto che provenisse da persone più vicine ad Andrea ed alla sua famiglia e non da estranei.

    E così dopo mezzogiorno hanno raggiunto l’appartamento in via Gortani, dove l’amico viveva con i genitori. Un gesto non facile e che racconta da solo la forza dell’amicizia verso Andrea e l’affetto verso papà Giacomino e mamma Gianna cui tante persone ieri hanno voluto stringersi in un momento così drammatico.

    Andrea aveva conseguito il diploma di elettricista a Tolmezzo, poi aveva intrapreso la carriera di camionista e da circa 6 anni lavorava all’Edilfriuli Nord come autista.

    Era appassionato di trial, di motocross, ma soprattutto di montagna – era stato anche alpino – e di sci alpinismo. Guidato dalla sua passione per la montagna negli anni aveva raggiunto 2 anni fa i 6.100 metri, era stato anche 3 settimane in Nepal, e solo lo scorso marzo era stato 2 settimane in Canada.

    «Andava in montagna 10 volte alla settimana – spiega un amico, che preferisce non essere citato -, spesso anche durante il poco tempo della pausa pranzo e dopo cena spesso faceva sci alpinismo. Da quando lavorava all’Edilfriuli aveva potuto dedicarsi ancor più a questa passione essendo vicino a casa. Per lui il lavoro, la montagna, gli affetti e gli amici erano tutto. Era il più buon ragazzo di questo mondo, con una grande sensibilità. Potevi chiedergli di tutto e lui ti dava il cuore, qualsiasi richiesta gli si facesse».

    Andrea lascia nello sconforto papà Giacomino, mamma Gianna, il fratello Alberto, la sorella Valentina e i tanti amici. Si attende l’autorizzazione per decidere la data dei funerali.

  4. Aggiornamento del 15/09/2009

    Saranno celebrati domani alle 16, in duomo a Tolmezzo, i funerali di Andrea Cargnelutti, lo sfortunato scalatore di Tolmezzo che a soli 35 anni sabato scorso ha trovato imprevedibilmente la morte ad attenderlo sul gruppo Peralba, mentre era impegnato nella scalata della via Simone-Bea, sulla Torre dei Fiori.

    Una perdita e un dolore enormi per il papà Giacomino, la mamma Gianna, la sorella Valentina e il fratello Alberto.

    A piangere Andrea sono anche i numerosi amici ed il Soccorso alpino di cui era da poco entrato a far parte e all’interno del quale si era già fatto particolarmente apprezzare per le sue qualità e la sua attitudine di soccorritore alpino.

    La salma di Andrea giungerà oggi da Sappada nella cella mortuaria di Tolmezzo e, questa sera, il giovane sarà ricordato durante il rosario previsto alle 19 in duomo a Tolmezzo.

    Andrea Cargnelutti aveva la montagna nel cuore, la montagna era il suo elemento naturale, capace di regalargli grandi emozioni e soddisfazioni. Nessuno dei tanti amici di cui Andrea aveva saputo circondarsi dimentica questa sua ferrea passione, che certo richiedeva sacrificio per raggiungere le vette carniche e quelle sparse per il mondo, ma è da lì che era possibile essere ad un passo dal cielo e abbracciare con lo sguardo panorami indimenticabili.

    Appena due settimane fa Andrea aveva superato brillantemente le verifiche per entrare nel Soccorso Alpino, per cui, ammettono gli stessi operatori, era particolarmente portato. Tante persone sabato, appena appresa la notizia, e anche ieri si sono recate nell’appartamento in via Gortani dove Andrea viveva con i genitori, per cercar di dar loro conforto. In queste ore si ripercorrono inevitabilmente i flash di una vita trascorsa assieme a quel ragazzo d’oro – ci tengono a dirlo gli amici, al di fuori da ogni retorica – con quella sensibilità che lo rendeva davvero speciale, insostituibile.

    Momenti preziosi tanto più ora, da conservare gelosamente nel cuore e a cui aggrapparsi con forza quando il dolore della perdita morde. È così che tra le lacrime, emerge anche un sorriso pensando a quell’Andrea a cui si poteva chiedere tutto e lui ti dava il cuore, delle domeniche sera a mangiare la pizza assieme, a quell’Andrea che anche nelle foto viene ritratto sempre in montagna, dove saliva anche dieci volte in una settimana. Dallo sci alpinismo, alle scalate ed arrampicate, a seconda della stagione, la montagna era assolutamente il suo mondo. Da sei anni lavorava all’Edilfriuli Nord di Tolmezzo e l’essere vicino a casa gli aveva consentito di godersi la famiglia e gli amici, ma anche di coltivare ancor più questa passione che lo aveva condotto dal Nepal al Canada. Una delle ultime foto lo ritrae, vicino a casa, sul monte Amariana dopo una delle copiose nevicate dello scorso inverno.

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