Spilimbergo: Friuli terra di tartufi e pure di ottima qualità

dal MV di oggi

E sì, pochi lo sanno, ma anche il Friuli è terra di tartufi. E di alta qualità, per la gioia dei numerosi ed esigenti buongustai di casa nostra. Tanto che proprio in questi giorni, esattamente domenica prossima 28 novembre, si terrà un convegno nel corso del quale verrà anche presentata la pubblicazione “Il tartufo friulano”. L’appuntamento è fissato alle 10 all’Istituto tecnico agrario statale di Spilimbergo, in via degli Alpini 1. Al termine dell’incontro verrà offerta una degustazione insaporita con il “Tuber mesentericum”  il tartufo che si raccoglie proprio in questa stagione e anche quando le temperature scenderanno ancora di più, mentre nei mesi caldi si trova il “Tuber aestivum”.
Ambedue le specie hanno, come è ovvio, caratteristiche proprie circa la consistenza, la durata, il profumo e la zona di diffusione. Per trovarli occorrono passione, costanza e soprattutto conoscenza. Tutto ciò si acquisisce dopo anni di sperimentazione, di frequentazione di corsi e convegni – come appunto quello organizzato a Spilimbergo -, di giornate di ricerca andate a vuoto e altro ancora. E poi i tartufi non sono quasi mai affioranti: si trovano anche quaranta centimetri sotto terra! E questo rende tutto più difficile.
Ma come si fa a sapere che lì sotto c’è il tartufo? Con il fiuto, ma non quello del raccoglitore, il quale al massimo individua nelle caratteristiche del luogo la possibilità che ci siano i preziosi tuberi. Ci vuole, dunque, il cane, ma non un cane qualsiasi. Bensì una bestiola – ci spiega Pietro Cussigh, di Ciseriis – che abbia anch’essa fatto i suoi “corsi” di addestramento, affiancandosi a un “collega” già addestrato e a un padrone esperto. E poi non tutte le razze sono idonee a questo tipo di preparazine. Insomma, a tartufi non si va con la zappa o il badile poiché, come detto, ci vuole ben altro. Serve soprattutto una intelligente “complicità” tra il cane e il suo padrone. Senza questa, i tartufi sono destinati a rimanere dove sono, sotto terra. In particolare, Cussigh ha alcune parole speciali, di grande affetto, per i suoi cani di razza Lagotto, ai quali è molto legato. «Infatti – dice -, sono sicuro che ogni volta che mi portano sotto una pianta, che loro individuano con un fiuto infallibile, lì sotto ci sono i tartufi. Così, per noi, cioè per me e per loro, i miei “amici” Pallì e Bibba, quello sarà l’albero della felicità».
Ma per saperne di più a chi ci si può rivolgere, anche soltanto per acquistare qualche etto di questa prelibatezza? Semplice, nella nostra regione è stata costituita non molto tempo fa l’Associazione tartufai del Friuli Venezia Giulia, presieduta da Erminio Barna e che ha sede proprio a Spilimbergo, in via Cavour 5/e. Questo sodalizio organizza corsi e serate divulgative e può anche indicare il nome dei soci raccoglitori, oltre ad aiutare nella scelta dei terreni più adatti per il trapianto di piantine già micorizzate, fra le cui radici, dopo diversi anni però, cresceranno i tartufi.
Pietro Cussigh, oltre a essere un appassionato raccoglitore, produce per la sua famiglia gustosissime formelle di formaggio proprio al tartufo. Adesso il suo auspicio sarebbe quello di poter fare anche qualche dimostrazione culinaria a base di tartufi nostrani, magari in occasione delle feste epifaniche che si celebrano nella sua Tarcento. Il successo, ritiene, sarebbe assicurato.

Una risposta a “Spilimbergo: Friuli terra di tartufi e pure di ottima qualità”

  1. Non sono tartufi, sono tuberi ma non sono tartufi. Non serve nemmeno il cane per trovarli basta seguire i cinghiali. Dai non inventiamoci cose che di cibi meravigliosi ne abbiamo senza scimmoitttare i piemntesi.

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