Sutrio: lo Zoncolan diventa una frazione, il primo passo per poterci costruire il villaggio turistico


Dietro a questa scelta iniziata con l’aver adottato una variante urbanistica da parte dell’amministrazione comunale lo scorso luglio , lo Zoncolan da venerdì è diventato ufficialmente “frazione” del comune di Sutrio e quindi si potrà apprestare a trasformarsi in un vero e proprio villaggio turistico da circa 1650 posti letto attorno alla stazione di partenza degli impianti sciistici.   Di David Zanirato

      Il passaggio dell’area da semplice località a frazione non è semplice formalità ma si tratta di uno degli ultimi adempimenti necessari di cui l’amministrazione comunale sutriese ha scelto di dotarsi per permettere l’ampliamento dell’offerta ricettiva turistica attraverso “un piano edificativo d’iniziativa pubblica da 80 milioni di euro, finanziato comunque totalmente da privati – fa sapere il sindaco Sergio Straulino – che porterà una trentina di chalets per 90 appartamenti, un piccolo centro commerciale e un centro Spa fitness e wellness alla partenza delle piste da 3 mila metri quadri, a 1350 metri di altitudine, un’iniziativa necessaria per l’innalzamento qualitativo del comprensorio e di traino per tutta la nostra zona che punta a migliorare ulteriormente le presenze turistiche, quasi raddoppiate nell’ultimo anno, da 16.000 del 2007 alle 28.000 di quest’anno”. <br />
      Di “cementificazione”, “speculazione edilizia” e “contraccolpo all’economia della vallata” invece parlano i molti contrari all’intervento, diversi cittadini, forze ambientaliste ed esponenti politici locali di diversa estrazione. Lo scorso anno tra l’altro al Comune di Sutrio proprio per questo progetto è stata attribuita la “bandiera nera” della Carovana delle Alpi istituita da Legambiente.”In controtendenza con quello che sta avvenendo in tutto l’arco alpino, dove, sulla spinta dei cambiamenti climatici, ci si sta attrezzando per trovare delle alternative allo sci – si leggeva nelle motivazioni – adesso rispuntano progetti già “vecchi” che copiano il modello delle stazioni turistiche integrate francesi, in voga nel decennio precedente; esempi che hanno fatto solo la fortuna di certi architetti e degli speculatori edilizi e hanno lasciato ben poco, in termini di sviluppo economico, alle popolazioni locali”. A preoccupare poi sono le conseguenze che tutto ciò avrebbe come impatto sul paesaggio, la carenza di disponibilità idrica a valle di cui l’abitato di Sutrio in certe circostanze soffre, l’inevitabile contrasto tra questo tipo di insediamento e il recupero di posti letto nelle abitazioni esistenti sul fondovalle (Progetto “Albergo Diffuso”) che interessa anche altri comuni limitrofi, il fatto infine che polarizzando tutti gli arrivi in quota si rischia di svuotare gli alberghi degli altri centri turistici d’area come Arta Terme e Ravascletto.
      «Non accadrà nulla di tutto ciò – obietta Straulino – non ci saranno nuovi alberghi ne speculazioni, si tratterà di edifici con tipologia tri-familiare che si integreranno con il paesaggio e diventeranno una specie di “Albergo Diffuso” in quota e vincolato, non certo “seconde case” da paese fantasma». L’amministrazione comunale sembra determinata e dopo aver adottato una Variante urbanistica nel luglio dello scorso anno prosegue con il proprio iter, «abbiamo ottenuto il parere favorevole della commissione edilizia, venerdì il passaggio della zona a frazione mentre saremo prossimi a stipulare la convenzione con i privati – prosegue il sindaco – prima però illustreremo il tutto al Presidente della Regione per avere il suo parere e poi lo presenteremo alla popolazione, per Giugno contiamo di poter dare il via ai lavori del primo lotto (30 milioni circa), opere ai cui bandi di gara intendiamo invitare ditte “carniche” al fine di trainare l’economia locale».