Tarvisio: sciopero e manifestazione dei lavoratori delle acciaierie ma la proprietà decide la chiusura


Lo sciopero, la manifestazione e la solidarietà della ValCanale non sono serviti: l’assemblea dei soci delle acciaierie Weissenfels di Tarvisio (Udine) ha deciso per la liquidazione dell’azienda, dove per maggior parte dei 179 lavoratori e’ scattata la cassa integrazione straordinaria. Lo si e’ appreso dal sindacato, che in segno di protesta ha gia’ deliberato, con le Rsu aziendali, l’occupazione della Weissenfels a partire da domani. Il sindacato ha saputo che il socio di maggioranza, l’imprenditore Tiziano Comelli, e la finanziaria regionale Friulia hanno gia’ nominato ciascuno un liquidatore. ”Siamo molto preoccupati per le sorti dei lavoratori – ha commentato Paolo Morocutti della Fiom Cgil Alto Friuli – e domani iniziera’ l’occupazione. Una decisione che non ci sorprende, anche se da parte di tutti, compresi il socio di minoranza, Friulia, e Regione, si sarebbe dovuto fare ogni sforzo per non arrivare a questa situazione. E’ chiaro che il piano industriale ha determinate tempistiche – ha aggiunto – ma da parte del sindacato l’allarme e’ stato dato alle parti almeno cinque mesi fa, dunque si sarebbe dovuto agire prima”. Il sindacalista, annunciando che domani a Tarvisio, insieme al collega della Fim Cisl, Saverio Scalera, incontrera’ l’imprenditore Zanetti della Weiss Traction per fare il punto della situazione, ha confermato l’incontro del 21 luglio, sempre a Tarvisio, con il presidente della Regione, Renzo Tondo 

Peccato perchè più di 300 i partecipanti che si sono radunati ieri al piazzale del mercato per poi salire in corteo fino a Piazza Unità in una manifestazione pacifica e civile. 
      Il motivo di apprensione era ricondotto all’assemblea dei soci che si svolgeva oggi : «Le preoccupazioni – affermano Saverio Scalera (Fim Cisl) e Paolo Morocutti (Fiom Cgil) – ci sono tutte, ma ci rincuora il fatto che le istituzioni condividono la necessità di operare in tempi stretti». I malumori delle sigle sindacali erano esplosi giovedì scorso, dopo il rinvio del tavolo di confronto regionale. Nel mirino anche il mancato invio di Amil Lima dell’ipotesi di piano industriale al socio di maggioranza Tiziano Comelli e l’impossibilità di Weissenfels spa di anticipare la cassa integrazione straordinaria, per i lavoratori interessati, relativamente al mese di giugno.
      Da Fim Cisl e Fiom Cgil arriva un “affondo” all’imprenditore di riferimento: «Dal suo arrivo a febbraio – spiegano con i rispettivi esponenti – ha fatto tutto, meno che l’imprenditore. Non ha investito nulla, tirando ulteriormente i remi in barca quando ha capito che la situazione era diversa da quanto si attendeva. Ci auguriamo che, quando sarà chiamato a valutare il piano industriale di Amil Lima, non si metta di traverso e faccia di tutto per salvaguardare la Weissenfels».
      Le preoccupazioni non mancano nemmeno per le Rsu aziendali, come spiega Mauro Zamolo: «Dopo la riunione con la Regione di lunedì scorso, quanto era emerso ci aveva rincuorato. Però, poi, il vertice fissato per tre giorni dopo è saltato e, da quanto abbiamo saputo ufficiosamente, la volontà della proprietà sarebbe di liquidare l’azienda. Con tanti saluti ai 219 lavoratori. Spero che Friulia, che giocherà un ruolo fondamentale, si “metta una mano sulla coscienza”, anche perché Tarvisio, senza la Weissenfels, è destinata a morire».
      Il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, non era il solo a manifestare. Con lui c’erano i colleghi e i rappresentanti di tutti i Municipi della vallata. «La presenza della Regione – ha sottolineato, parlando ai lavoratori – fa capire che le istituzioni sono dalla vostra parte. Friulia e i vertici regionali, governatore Tondo in primis, stanno valutando il piano industriale presentato dalla Lima e quindi la situazione potrebbe essere congelata in vista di future decisioni. La chiusura dell’azienda comprometterebbe l’intera vallata». Carlantoni ha anche annunciato la convocazione di un consiglio comunale straordinario sulla vicenda.
      La Regione, presente in maniera trasversale con i consiglieri Franco Baritussio e Sandro Della Mea, ha promesso impegno: «Bisogna accorciare i tempi – ha detto Baritussio – ma anche agire con cautela per non vanificare quanto fatto sinora. Oggi, come in passato, la Regione è vicina alla Weissenfels. Attenzione e impegno, da parte nostra, sono massimi».
      Oggi sarà una giornata cruciale, visto lo svolgimento dell’assemblea dei soci. Si apre una settimana decisiva per il futuro delle acciaierie. La speranza di Tarvisio, ma non soltanto, è che la Valcanale non perda un punto di riferimento così importante. Anche perché una riconversione occupazionale è, di fatto, praticamente impossibile.

2 Risposte a “Tarvisio: sciopero e manifestazione dei lavoratori delle acciaierie ma la proprietà decide la chiusura”

  1. Aggiornamento 15/07/2009

    La Weissenfels spa ha preso la strada della messa in liquidazione. Dopo che indiscrezioni si erano rincorse per tutto il pomeriggio, la conferma è arrivata ieri dal presidente della Regione, Renzo Tondo, che comunque ha garantito che farà tutto il possibile per salvare l’azienda. La volontà dell’azionista di maggioranza, Stefano Comelli ha quindi preso il sopravvento nel consiglio di amministrazione che si è riunito ieri pomeriggio.

    Che il destino dell’azienda fosse segnato lo si era però intuito già ieri mattina. La preoccupazione dei lavoratori della Weissenfels spa si era infatti accentuata dopo che in fabbrica l’ad Ercole Masera aveva dato disposizione che nulla deve essere spedito se non a fronte di pagamento anticipato o di lettera di accredito (una disposizione che blocca l’attività produttiva). Una decisione che aveva indotto i lavoratori a scendere immediatamente a Tarvisio per attendere la conclusione della cerimonia in onore dei carabinieri trucidati a Malga Bala per incontrarsi con il presidente della Regione Renzo Tondo e con il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni. La situazione, tuttavia, è ulteriormente peggiorata nel pomeriggio quando è trapelato che l’assemblea dei soci stava per decidere la messa in liquidazione dell’azienda. Ora si prospetta un periodo drammatico, dunque, per i 179 dipendenti della Weissenfels, attualmente soggetti a cassa integrazione straordinaria a rotazione. E a dare la spinta verso la drastica decisione del passaggio dell’azienda all’amministrazione controllata potrebbe avere influito la presentazione, sul tavolo di Friulia, di un nuovo piano industriale per il rilancio delle acciaierie di Fusine da parte di una cordata austriaca. C’è chi dice sia capeggiata dalla Pewag, la società che qualche anno fa portò al fallimento la Weissenfels. Proprio dagli austriaci il presidente Tondo si recherà per cercare di evitare la liquidazione. Lo stesso piano poi dovrà, ovviamente, essere valutato, ma il rilancio sbandierato pare riguardi solo la conservazione di una settantina di posti di lavoro. Ecco perchè, come ha informato il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni, il tavolo della Regione, attorno al quale, venerdì, avrebbero dovuto riunirsi le parti, è stato rinviato a martedì 21 e avrà luogo nella sala consiliare del comune di Tarvisio.

    «Vi parteciperanno anche i capi gruppo consiliari – annuncia Carlantoni -, quindi, in seguito eventualmente convocherò un consiglio comunale specifico».

    La finanziaria regionale Friulia, fanno invece sapere le organizzazioni sindacali, dovrà valutare, assieme al piano austriaco, anche il piano alternativo proposto da Lima socio di minoranza della Weissenfels. «Ci risulta – ha detto Saverio Scalera della Fim Cisl Alto Friuli – che Friulia si stia prendendo altro tempo poichè le è stato sottoposto il piano presentato da un imprenditore austriaco». Ma Scalera ha anche ribadito «la totale contrarietà del sindacato, delle Rsu e dei lavoratori all’ipotesi di una liquidazione dell’azienda perciò siamo pronti anche a mettere in campo una forte e immediata iniziativa di mobilitazione». E nell’assemblea dei lavoratori di oggi sarà presa la decisione di occupare lo storico stabilimento.

  2. Aggiornamento del 16/07/2009

    Da ieri tutti i 179 dipendenti della Weissenfels Spa di Fusine in Val Romana sono in cassa integrazione. É la conseguenza della messa in liquidazione dell’azienda deciso martedì dall’assemblea dei soci. Ciò è stato comunicato ieri mattina ai rappresentanti dei lavoratori, Saverio Scalera della Fim Cisl e Paolo Morocutti della Fiom Cigl, dall’amministratore delegato della Weissenfels Ercole Masera.

    L’assemblea dei lavoratori quindi ha deciso – in considerazione che martedì in Comune la Regione riunirà le parti interessate allo stabilimento di Fusine – di soprassedere all’occupazione della fabbrica, ma di attuare il presidio continuato davanti allo stabilimento. Fra tante note negative, uno spiraglio è stato annunciato dai rappresentanti sindacali della collegata Weissenfels Traction (che occupa un cinquantina di dipendenti), azienda che, come ha spiegato Alessandro Miserini, tramite il direttore operativo Enzo Ciotti, ha reso noto che, se non taglieranno le forniture dell’energia, non è intenzione dell’imprenditore Zanetti prendere decisioni drastiche dopo la messa in liquidazione dell’azienda fornitrice del semilavorato, ma di attendere l’evolversi della situazione e di rivolgersi in caso di necessità a catenifici esterni non concorrenti. Zanetti ha anche fatto sapere che un’eventuale accordo per salvare la Weissenfels, con la cordata austriaca della Pewag, che per la catena ruota pesante è una forte concorrente, cambierebbe drasticamente la situazione di Traction. Di sicuro per ora c’è solo che Ercole Masera è stato incaricato di dirigere la messa in liquidazione della Weissenfels. «Gli addetti all’inventario – ha affermato Paolo Morocutti – saranno richiamati in azienda. Poi Masera verificherà il piano Pewag, ma ci vorrà almeno un mese e mezzo per avere un quadro della situazione ed è importante che Traction abbia deciso di continuare a produrre». Scalera della Fim-Cisl, ha accusato: «Abbiamo detto chiaramente a Masera che sta dando consigli a un imprenditore (Comelli) che tutto sta facendo fuorchè l’imprenditore e che a febbraio ha rilevato un’azienda sperava gli fruttasse senza investimenti». «Al presidente Tondo – ha aggiunto Scalera -, abbiamo chiesto con insistenza di accelerare i tempi agginchè martedì si possa discutere del piano Pewag, ma anche del piano Lima, che non pare sia caduto nonostante il mancato gradimento di Friulia. I lavoratori si batteranno affinchè tutti i posti di lavoro di Fusine possono essere conservati».

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