Tarvisio: se vivere in Austria diventa più conveniente, la necessità di una legge


di Domenico Pecile

Raffaele ha 27 anni. Prima di emigrare è nato e vissuto a Tarvisio. Adesso vive in Austria, a Nötsch, con sua moglie. Hanno un figlio e un altro è in arrivo. Ha aperto un'attività d'informatica. Vivono in un appartamento di 80 metri quadrati più il posto auto; il canone mensile di affitto è di 250 euro. Percepiscono e percepiranno 130 euro mensili per ogni figlio sino all'età di 18 anni. Le spese per la luce sono irrisorie. La benzina costa molto meno che in Italia. Sara, pure ventisettenne, tarvisiana, diploma di maturità scientifica conseguito in Austria («per imparare la lingua»), dopo aver lavorato con suo padre a Tarvisio in un ufficio di spedizioni, ha deciso di cercare lavoro ad Arnoldstein. È impiegata nel campo della logistica. Fa la pendolare perché ha appena acquistato casa con suo marito a Tarvisio. Quando studiava in Austria viveva in un appartamento di 110 metri quadrati più il posto auto: pagava 260 euro. A Tarvisio per un monolocale spendeva 370 euro mensili. Storie di giovani tarvisiani. Come Raffaele e Sara ce ne sono tantissimi che hanno optato o per l'Austria full time o per la residenza. È una delle conseguenze di Schengen, della libera circolazione delle merci e delle persone. Una ventata di libertà, l'abbattimento delle frontiere, un balcone spalancato sul nuovo secolo. Ma per Tarvisio anche una paurosa "rinculata" economica: stop al commercio e fine dell'espansione demografica. Un dato su tutti: nel 1994 (siamo ormai in Schengen) a Tarvisio c'erano 5 mila 997 abitanti. Al 31 marzo 2011 si sono ridotti a 4 mila 683. Un'emorragia. E tanti, soprattutto i giovani, guardano all'Austria: costano meno gli affitti, costa poco o nulla la luce, costa meno la benzina, fino a 1.300 euro mensili non si pagano le tasse e i figli hanno un sostegno economico sostanzioso (130 euro mensili): altro che le italiche "una tantum"! Un altro dato paradigmatico: nove anni fa il prezzo di un immobile nuovo a Tarvisio era di mille euro per mq; adesso è schizzato a 3 mila 800: in barba al calo demografico e a un futuro tutto da inventare. «Tarvisio – commenta il sindaco, Renato Carlantoni – è interessato già da tempo da un graduale spopolamento (si parla di diverse centinaia di residenti trasferitisi negli ultimi dieci anni), conseguente per lo più al patto di Schengen e allo spostamento delle famiglie di doganieri e militari che vivevano nella cittadina. La riconversione da realtà prettamente commerciale a realtà turistica è lenta e di non facile attuazione, e ci pone in posizione di netto svantaggio anche rispetto alla Slovenia, che negli ultimi dieci anni è stata interessata da una crescita inattesa». Poi la difficile ammissione: «L'appetibilità naturalistica e sportiva del territorio non è certo un deterrente sufficiente per fermare il flusso di tarvisiani che, sempre più numerosi, scelgono di optare per la vicina Austria per trovare un lavoro o addirittura stabilirsi del tutto, scelta dettata da un'effettiva convenienza in termini di "costo della vita". Basti pensare che, appena oltre confine, i prezzi di affitti ed utenze (gas, elettricità) sono molto ridotti rispetto alla realtà italiana: un canone di affitto di un appartamento, a parità di metratura, può costare fino al 50% in meno rispetto a quanto si riscontra a Tarvisio e comunque la vicinanza a un grande centro come Villach offre migliori soluzioni abitative e lavorative. La stessa spesa per i generi alimentari risulta più conveniente e, per assurdo, prodotti di provenienza italiana risultano meno cari in Austria». Di qui la richiesta di Carlantoni di una legge ad hoc di tutela delle zone di confine. Ma la vera scommessa è il turismo.


Una risposta a “Tarvisio: se vivere in Austria diventa più conveniente, la necessità di una legge”

  1. Era meglio se rimanevamo sotto Cecco Beppe, altro che Giovine Italia.

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