Tavagnacco: invasa da attività dei cinesi nei locali dismessi, sopratutto attività di ristorazione


di Stefano Felcher

Parla cinese l'alternativa alle grosse catene commerciali presenti lungo l'asse viario di quello che è considerato uno dei parchi commerciali più ampi di tutta la provincia. Negli ultimi mesi, le strutture, ormai da tempo dismesse, oppure alcune realtà multinazionali consolidate, presenti lungo via Nazionale, sono state letteralmente prese d'assalto da alcuni imprenditori cinesi. Si va dalle iniziative legate all'abbigliamento ai punti vendita dedicati ad articoli per la casa, per finire con alcune iniziative legate al settore della ristorazione. Dopo l'apertura del Yi-Mei Bazar in Via Nazionale 50, a Reana, anche a Tavagnacco sta prendendo piede il fenomeno cinese Già da diverso tempo, nel complesso occupato in parte dalla "Metro" e dalla "Grande Mela", ha trovato spazio il "Vitabella Superstore Shop". È un esercizio di medio dettaglio di circa 800 metri quadrati, interamente dedicato ai casalinghi, ai giocattoli, alle borse e alle calzature per finire con in capi d'abbigliamento rigorosamente "Made in China". Ma non è solamente il settore commerciale a risentire dell'invasione cinese. Ora pure la movida udinese sembra che punti tutto sulla cucina orientale. Il Wok-Sushi, un locale che si trova accanto al negozio sopra descritto, è diventato una delle mete predilette per pranzi e cene. L'asso nella manica del ristorante: menu a prezzo fisso e buffet a volontà, nonché quel pizzico di esotico che non guasta. Ora, sull'onda dell'esperienza positiva registrata con il Wok-Sushi, nei pressi mesi all'incrocio di Molin Nuovo, dove un tempo c'era il vecchio autosalone dell'Alfa Romeo, aprirà il Time's Wok. «Se la fioritura di questo tipo d'imprenditoria si limiterà al commercio – ha commentato il sindaco di Reana, Edi Collaoni – troverà in noi certamente delle aperture di credito. Tuttavia sono pure preoccupato del fatto che qualora tutto ciò fosse frutto di un'economia drogata questa nuova imprenditoria scardinerebbe di certo il sistema locale, come a suo tempo hanno fatto tutte quelle iniziative, le cui origini dei capitali erano legate ad attività poco cristalline».