Tavagnacco: malore in campo a Colugna, muore calciatore over 40


di Antonio Simeoli

La partita era iniziata da una ventina di minuti al campo sportivo di Colugna. In campo due squadre del torneo over 40, la compagine "Totò e gli amici" e la "Pizzeria da Pippo". Un campo verde, la voglia di dare quattro calci al pallone in compagnia e nonostante l'età. Poi la tragedia. Albino Gentilini, 55 anni di Udine, dopo uno scontro di gioco al limite dell'area stramazza al suolo privo di sensi. Nonostante oltre un'ora di massaggio cardiaco e il disperato trasporto al vicino ospedale di Udine la sua vita è finita lì in un campetto di gioco di periferia. È accaduto tutto in una manciata di secondi. Lui, difensore «di quelli che avevano avuto un passato nel calcio di buon livello, lo si vedeva» dicono i compagni di squadra, aveva iniziato normalmente la partita, senza alcun problema fisico. Nulla lasciava presagire il drammatico epilogo. Le due squadre avevano iniziato a ritmi alti, tanto che il punteggio era subito stato sbloccato. Un gol per parte. Poi, intorno al 20' della prima frazione, la palla si è alzata a campanile al limite dell'area della squadra di Gentilini. Lui, da navigato difensore, è entrato in contrasto, un normale e nemmeno duro contrasto di gioco, con un attaccante avversario. Niente testa contro testa per colpire il pallone, un compagno di squadra dello sfortunato calciatore riferisce di «uno scontro fianco contro fianco». nessuno in campo s'è accorto di nulla. Poi, una manciata di secondi da quel contatto Albino Gentilini è stramazzato al suolo privo di sensi forse per un malore. I giocatori che gli erano più vicini hanno cominciato a urlare. Tutti si sono precipitati intorno al calciatore, qualcuno ha chiamato l'ambulanza. Gentilini è stato subito soccorso da un medico che era in campo. È cominciato un interminabile massaggio cardiaco, ma il calciatore non dava segni di ripresa. A sirene spiegate è giunta un'automedica seguita dall'ambulanza. Gentilini è stato portato via in una disperata corsa all'ospedale dove i tentativi di rianimazione sono proseguiti fin'oltre le 22. Poi è stato dichiarato il decesso del 55enne. E la notizia si è subito diffusa tra i protagonisti di quella partita al campo di Colugna. Molti avevano raggiunto l'ospedale, altri erano rimasti negli spogliatoi a interrogarsi su come una tragedia del genere sia potuta accadere. Al campo di Colugna sono arrivati anche i carabinieri del Norm di Udine che hanno avviato i primi accertamenti. «Aveva un fisico esile – ricorda un compagno di squadra della vittima – e un carattere mite. Era arrivato un anno fa da noi in punta di piedi: era un signore, elegante, in campo come fuori».


Una risposta a “Tavagnacco: malore in campo a Colugna, muore calciatore over 40”

  1. aggiornamento del 02/04/11

    carabinieri, intervenuti giovedì a Colugna dopo la disgrazia, hanno raccolto elementi e testimonianze per poter ricostruire i momenti che hanno preceduto il malore di Gentilini. Tra gli altri, è stato ascoltato il dottor Fernando Di Gregorio (Nando) che ha cercato con tutte le sue forze di rianimare l'amico già prima dell'arrivo dell'ambulanza. I Cc del Norm hanno acquisito il certificato medico che attesta l'idoneità di Gentilini (sempre sotto controllo in quanto donatore di sangue) all'attività sportiva.

    di Anna Rosso Godia è sotto choc per l'improvvisa scomparsa di Aldino Gentilini, 54 anni, stimato magazziniere alla Freud, «un autentico punto di riferimento per la piccola comunità alla periferia di Udine», come spiega l'amico Lorenzo Zoppè. Aldino, grande appassionato di calcio, ha lasciato la vita giovedi sera proprio su un campo di gioco, quello di Colugna, dove si stava disputando la partita tra la sua squadra "Totò e gli amici" e "La pizzeria da Pippo". Stando ai primi accertamenti, dovrebbe essersi trattato di un malore (anche se la Procura molto probabilmente disporrà l'autopsia). Fin da piccolo ha militato nella Fulgor, squadra locale in cui ha giocato così a lungo da diventarne poi un'autentica bandiera. Attaccante dotato di un buon sinistro, una volta si aggiudicò il titolo di capocannoniere del girone. Il suo attaccamento "alla maglia" era proverbiale e lo ha portato a ricoprire i ruoli di allenatore, direttore sportivo e presidente. «Era un persona positiva, con grandi doti umane, di poche parole e molti fatti» dicono il presidente della squadra Andrea Mansutti, il vicepresidente Claudio Del Bo e il compagno Michele Cunta (autore della lettera di addio). «Non amava mettersi in luce – racconta ancora Zoppè -, però ricordava con orgoglio la squadra da lui allestita nella stagione 2000/1 che ottenne la prima vittoria in campionato con la promozione in 2ª». Si è speso soprattutto per il settore giovanile riuscendo, con il suo instancabile operato, a portare avanti l'attività anche nei periodi difficili. E' stato uno dei fondatori dell'importante torneo giovanile "Coiutti". Infine, anche se era un friulano doc, era un super tifoso del Bologna, tanto che aveva fondato un Bologna Club a Godia. L'impegno di Gentilini non si limitava al calcio. È stato per anni consigliere della sezione donatori di sangue e pluri-donatore (premiato con la "targa d'argento con pellicano" d'oro avendo raggiunto 87 donazioni. Partecipava condedizione a tutte le attività in ambito parrocchiale e in particolare rappresentava una delle colonne portanti della Sagra delle patate, collaborando con impegno all'allestimento. Ha fatto parte per anni anche del gruppo pescasportivi. «Come si può ben capire – conclude Zoppè – Aldino, vista l'incondizionata disponibilità dimostrata in ogni occasione in cui si trattava di dare una mano e visto quanto ha dato agli altri era una personale ben voluta e stimata da tutti sia sul lavoro, sia in paese. La sua prematura scomparsa lascia nel dolore l'amata moglie Giuliana e il loro figlioletto, oltre che l'intero paese».

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