Terenzano: gatto selvatico di 8 kg. trovato morto


di Paola Beltrame

Un insolito rinvenimento di fauna selvatica è stato fatto alcuni giorni fa nel Comune di Pozzuolo: si tratta di un esemplare di gatto selvatico (Felis Silvestris), notato da una guardia faunistica nella frazione di Terenzano. Il territorio comunale si conferma così, anche per la presenza della zona naturalistica del Cormôr, ospitale per diverse specie di animali selvatici: a diversi caprioli ed alcuni cinghiali, si aggiunge ora l’avvistamento di questo raro felino, non dimenticando l’eccezionale presenza dello sciacallo dorato, canide particolarmente protetto, segnalato anni fa nella zona dell’ex conceria Cogolo.
Ma torniamo al gatto selvatico rinvenuto a Terenzano. «Si tratta di un esemplare di sesso femminile, genere particolarmente protetto e di particolare interesse faunistico. E’ singolare la presenza di una femmina di gatto selvatico: infatti nel periodo degli amori risultano più frequenti, piuttosto, i recuperi di esemplari di sesso maschile, data la loro tendenza allo spostamento per la ricerca di nuovi territori», spiega Alberto Della Vedova, agente provinciale del servizio recupero fauna e residente a Pozzuolo, che l’ha rinvenuto sulla carreggiata, sicuramente investito, in prossimità dell’uscita della Tangenziale sud nella zona di via Lumignacco.<br />
«Per abitudine osservo sempre gli animali che vengono investiti – aggiunge Della Vedova -, ma quando ho intravisto quel gatto sul ciglio erboso ho capito subito che non si trattava del solito gatto domestico e ho provveduto immediatamente al recupero».

 

Ma non può trattarsi di un gatto comune, magari più grosso? «Il gatto selvatico – spiega l’agente – si distingue, rispetto a quello domestico, da un corpo più massiccio, dalle striature nere che, partendo dalla testa si sviluppano lungo la colonna vertebrale fino in prossimità della coda, dagli inconfondibili anelli neri presenti sulla folta e soffice coda, dal caratteristico mantello con pelo lungo fitto e soffice di color grigio giallastro; il peso può arrivare a 8 chili. Il suo habitat preferito sono i boschi con anfratti rocciosi e aree cespugliate, si muove principalmente al crepuscolo e di notte».
Del rinvenimento è stato informato il dottor Luca Lapini del museo di storia naturale di Udine, al fine di effettuare i relativi accertamenti sull’animale. In caso di rinvenimenti di fauna selvatica ferita o in difficoltà o morta (sia solo per animali faunisticamente importanti quali orsi, linci, sciacalli, gatti selvatici; non per caprioli e cinghiali, ormai comuni) si può contattare il numero verde della Provincia 800961969 attivo dalle 7 alle 19 tutti i giorni dell'anno.

Una risposta a “Terenzano: gatto selvatico di 8 kg. trovato morto”

  1. aggiornamento del 04/03/2011
    di Elisa Michellut

    Gatti selvatici e canidi, come lo sciacallo (di cui abbiamo scritto poche settimane fa), sempre più in aumento in Friuli Venezia Giulia. Segno di una fauna che cambia sempre di più Ad oggi, nella nostra regione, sono presenti dai 150 ai 300 gatti selvatici, diffusi soprattutto sul Carso e nella zona delle Prealpi. «L’aumento di questi animali in regione – spiega Luca Lapini zoologo del Museo di Storia Naturale di Udine – è collegato all’estensione del bosco conseguenza dell’abbandono di numerose pratiche agricole e selvicolturali tradizionali».
    Il Museo Friulano di Storia Naturale si interessa di questo animale già dai primi anni ’80 del ventesimo secolo, raccogliendo e conservando testimonianze biologiche e genetiche sui numerosi esemplari presenti in Fvg. Il risultato di queste indagini è una massa di dati e materiali imponente che sta via via componendo un quadro di raro dettaglio su una delle specie più importanti della fauna italiana. Luca Lapini spiega che il gatto selvatico è diffuso in buona parte dell’Eurasia, ad Est raggiunge l’India e in Africa si spinge fino al Senegal.
    «La sottospecie europea – precisa l’esperto – si chiama Felis silvestris silvestris e non è mai stata sottoposta a domesticazione. Nel nostro paese si stima che il gatto selvatico sia presente con 1000-1300 esemplari effettivi, distribuiti in Italia centro-meridionale, nord-orientale e insulare. In questo quadro complessivo le popolazioni dell’Italia Nord-orientale giocano un ruolo di rilievo, con una popolazione stimata in circa 300 esemplari, oggi in fase di espansione».
    Il gatto selvatico europeo caccia soprattutto micromammiferi. Fra le prede individuate i roditori rappresentano oltre l'80% del totale, mentre gli uccelli difficilmente superano il 4%. Rettili e anfibi sono ben poco rappresentati nella dieta della specie.
    «A differenza del gatto di casa – dice Lapini – il gatto selvatico si riproduce una sola volta l'anno. Nel mese di febbraio-marzo avvengono le parate nuziali e le femmine fecondate partoriscono dopo due mesi di gestazione 2-4 piccoli che vengono deposti ed allattati in tane asciutte spesso sistemate fra le rocce. I cuccioli restano con la madre fino a settembre poi vengono addestrati alla caccia». La massima densità della specie nell’Italia nord-orientale si registra nelle Valli del fiume Torre, del Natisone e dello Judrio ma la sua diffusione è tale da coinvolgere anche gran parte del collio cividalese e goriziano.
    Questi animali raggiungono spesso anche gli ambienti agrari dell’alta pianura sfruttando i corridoi faunistici costituiti dalle golene di alcune aste fluviali o torrentizie giungendo anche a sud di Udine.
    «Qualche giorno fa – commenta l’esperto – una femmina di gatto selvatico è stata investita nel comune di Pozzuolo. La presenza della specie è stata accertata anche sul Colle di Medea e nell’Alta Valle del Torre». Per maggiori informazioni è possibile scrivere una mail a [email protected].

I commenti sono chiusi.