Tolmezzo: 10 anni fa cancelli chiusi per inquinamento, ora la cartiera in pieno rilancio

di Gino Grillo

Dieci anni fa la Procura di Tolmezzo faceva chiudere, per inquinamento delle acque, i cancelli della cartiera Burgo innescando una crisi, per il territorio carnico, forse peggiore dell’attuale congiuntura globale: infatti erano a rischio, fra diretti e indotto, circa un migliaio di posti di lavoro. Un duro colpo per l’economia di questa zona di montagna, già alle prese, anche allora, con numerosi problemi. Per fortuna, la situazione oggi è completamente cambiata, sia per la Burgo stessa che per il comparto industriale nel capoluogo carnico e nei territori limitrofi. A tracciare il quadro della situazione Paolo Morocutti, della Cgil, e Renzo De Prato, consigliere comunale tolmezzino con delega al lavoro, nonché rappresentante interno della Rsu della Cartiera Burgo. «Al momento – commenta infatti Morocutti – non ci sono segnali di cali di ordini. Questo fa sì che l’accordo del 2009 sottoscritto con l’azienda che prevedeva un organico di 296 persone sia superato in positivo, visto che attualmente la Burgo a Tolmezzo dà lavoro a 310 persone». Un dato, quindi, estremamente positivo e che incoraggia a sperare bene anche per il futuro. Morocutti e De Prato concordano che l’azienda cartaria avrebbe bisogno di investimenti, ma concordano altresì che la crisi generale oggi difficilmente permette nuovi impieghi. «Anche se – commenta De Prato – nella sua ultima riunione con i lavoratori il responsabile generale delle relazioni industriali della Burgo, Montevecchi, in considerazione del buon risultato della linea 1 (che produce imballi flessibili, accorpati con stagnola, sacchetti per alimenti e carta da pregio), ha lasciato capire che l’azienda intenderebbe aumentare gli sforzi su questo segmento di produzione». Intanto, all’interno della cartiera tolmezzina si è tenuto un vertice fra la direzione e i dipendenti per porre le basi sull’accordo che si intende raggiungere con la manodopera. «L’accordo – prosegue De Prato – si basa su tre punti essenziali: gestione della flessibilità interna da parte della Rsu, reperibilità per manutenzioni e orario di riposo, di 11 ore, fra un turno e un altro di lavoro dei dipendenti». Un accordo da far gestire localmente «perché la piazza di Tolmezzo – prosegue il consigliere comunale – si è sempre dimostrata attenta e disponibile alla flessibilità». «Qui in montagna – osserva ancora De Prato – gli operai tendono a identificarsi con il loro posto di lavoro maggiormente rispetto alla città». Una identificazione che l’11 febbraio 2002 aveva portato in piazza, «per la più grande manifestazione mai effettuata in Carnia a favore dell’occupazione, 5.000 persone che chiedevano che la cartiera Burgo non chiudesse». A sgombrare il campo da false interpretazioni, De Prato ricorda che l’attuale gestione dell’azienda ha visto riprendere a ciclo continuo la produzione 24 ore al giorno sulla linea 1, «mentre tre anni or sono la linea veniva chiusa nei week end». La linea 3, che produce risme di carta per fotocopie, sconta invece il normale rallentamento stagionale. «Dopo l’apertura delle scuole, il mercato tende a rallentare nei mesi di novembre e dicembre. Per assurdo però – termina il consigliere tolmezzino – il rallentamento previsto per quest’anno è inferiore di quello registrato in altri momenti, quando la crisi mondiale non era così aggressiva».